Nancy – The Seven Foot Tall Post-Suicidal Feel good

Written by Recensioni

Quando le nostre insicurezze diventano un punto di forza.
[ 15.01.2021 | B3SCI Records | psychedelic rock, lo-fi ]

L’album di esordio di Jamie Hall, in arte Nancy, si apre con la title-track: 7 Foot Tall Post-Suicidal Feel Good Blues, un pezzo con cui l’artista celebra i traumi della sua infanzia sulle note di Time to Pretend degli MGMT. I used think about fighting when you shout on the street / I used think about suicide every week”: sono le parole che il musicista di Brighton ha scelto di utilizzare per parlarci delle sue esperienze di bullismo, aggiungendo subito dopo Don’t ya worry, baby, it’s all gone / I’ma rocking it on my own”.

“Sono stato spesso preso di mira durante la mia gioventù, al punto tale da vergognarmi di me stesso e volerla fare finita”, ha spiegato Jamie in merito al titolo del suo debut album. “Essere ‘Seven Foot Tall’ (alto 213 cm) e la persona che sempre più spicca tra la folla potrebbe essere un’aspirazione per molti se avessero anche la possibilità di tornare a confondersi in essa quando lo desiderano, ma l’impossibilità di fuga può causare solo problemi. Certo non aiutava che avessi un mullet e indossassi abiti femminili, ma se non stai attento con queste cose potresti rovinarti la vita.”

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Nancy utilizza l’aggettivo “bi-polar” per descrivere il suo debutto, che prosegue con una traccia dal sound più elettronico e moderno (Pleasure Pen) per chi ama voci distorte e Tame Impala, seguita da brani più volutamente ottimisti come Happy Happy Happy e Leave Your Cares Behind, che ci ricordano – o forse vogliono solamente farci credere – che tempi migliori esistono.

L’artista stesso ha dichiarato che nella sua band precedente (Tigercub) non era mai riuscito a parlare apertamente di sé e delle sue insicurezze per paura di sembrare fragile in un mondo guidato dalla self-confidence. “Oggi sono fiero di chi sono, sono grato di non essermi mai omologato e di essermi sentito un outsider. Quest’album celebra me, è il mio coming out party. Freaks of the world raise a glass, here’s to not giving a fuck anymore.”

Hall si sente libero, terrorizzato ma pronto a parlarci di sé. E così fa per tutto l’album, trasportandoci nel suo mondo dal sound Lo-fi classico con pezzi dal ritmo contagioso come Never Gonna Wake (Up), seguito da Dear Life Give Me a Sign That I’m Not Alone, traccia dal titolo eloquente, che non ha bisogno di spiegazioni. Non facciamo in tempo a sentirci tristi per questa ballad che ci lascia con un “I tried but I was wrong / and you took it all”, che subito Nancy ci prende la mano con tracce psych-rock come Don’t Pass Me By e Clic Clac e torna a farci sentire felicemente spensierati.

Psycho Vision è una traccia per i fan degli Animal Collective che vogliono sentir parlare di amore: in quest’album c’è qualcosa per ognuno di noi. Un lavoro estremamente introspettivo che si conclude con Deathmarch, che grazie al tono solenne degli organi potrebbe benissimo essere una traccia scritta con la self-confidence di una personalità forte come quella di Josh Homme: “you’ll get your turn / in the eternal void” chiude un album che in solamente mezz’ora ha reso pure noi pronti ad accogliere le nostre paure se confortati dal sound giusto. Un debut intimo e pieno di ironia di un artista da tenere d’occhio.

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Last modified: 13 Aprile 2021