10 dischi del 2015 da NON ascoltare (una lista semi-seria)

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Che la musica sia il nostro mestiere, un hobby che ci ruba l’anima, una passione eterna o un momento di svago, ad ognuno sarà capitato di imbattersi nell’ascolto di dischi che ci hanno fatto bestemmiare e pensare di aver buttato al vento un’ora della nostra vita che avremmo potuto ottimamente impiegare in attività quali toglierci i rotolini di nero tra le dita dei piedi o leggere gli ingredienti del bagnoschiuma seduti sulla tazza del cesso. Sono quei dischi che superano il muro dei nostri pregiudizi (pregiudizi che ci permettono di non ascoltare l’ultimo di Jovanotti o della Pausini) e che finiscono, per colpa di amici, webzine o macabra curiosità, nelle nostre orecchie stuprandole in una maniera inumana. Questa lista, non è dunque una specie di classifica delle cose più brutte uscite nel 2015, ma raccoglie alcuni degli album che, in tempo di classifiche e chiacchiere, potreste ritrovarvi ad ascoltare dopo averne sentito parlare. Vi consigliamo vivamente di risparmiare il vostro prezioso tempo oppure, se siete masochisti cronici, buon ascolto (ma trovateveli da soli)!

Xiu Xiu – Kling Klang

Hanno fatto cose eccezionali in passato e dal vivo mi hanno emozionato come pochi ma stavolta, non si capisce bene se ci stiano prendendo in giro o semplicemente erano a corto d’ispirazione. Novecentonovantanove vibratori rosa e un’installazione in cui l’ambiente, le persone, si mescolano all’arte. Magari dal vivo saranno state otto ore intense, ma su disco siamo ai limiti dell’imbarazzo e resta il dubbio che quei vibratori siano un delicato messaggio subliminale a noi che ci siamo presi la briga di ascoltarli.


Reazione tipo alla tanto attesa fine dell’ascolto del disco

Gang of Four – What Happens Next

Dei Gang of Four è rimasto ormai solo il chitarrista Andy Gill, oltretutto l’artefice dei brani di questo What Happens Next. La mitica formazione demiurgo di almeno un paio di capolavori tra 70 e 80 è solo un ricordo e, quello che resta, è un appellativo a racchiudere poca forma e zero sostanza. Non basta a tenere in vita una leggenda.

Kenya. Rift Valley province. Kasambara (20 km from Nakuru). Four black men from the Kikuyu tribe wait for a food distribution, organised by the swiss non-governmental organization (NGO) running the Rhein-Valley hospital. The men are all IDPs. From left to right: Mjoroge Mgure from Molo, Moses Marina Kaiman from Eldama Ravine, Paul Kimani Wainana from Kisumu, James Wustitu Karanja from Kasabara. Internally displaced persons (IDPs), people forced to flee their homes because of the inter-ethnic strife, but who, unlike refugees, remain within their country's borders. The Kikuyu are Kenya's most populous ethnic group. © 2008 Didier Ruef

La probabile prossima formazione dei Gang of Four

Coldplay – A Head Full of Dreams

Non sono un grande ammiratore del Pop smielato di Chris Martin e soci ma neanche potrei mettere in dubbio che, in passato, abbiano scritto dei pezzi (a volte plagiato) di una bellezza incantevole. Sono quei brani che ne hanno decretato la grandezza e hanno fatto innamorare una generazione. Quelli di oggi, sono solo una macchina strizza fegato (vedi Compagno di Sbronze) per ragazzini troppo cresciuti buoni solo a masticare pezzi Pop Rock banali ma che andranno in radio lo stesso perché “noi siamo i Coldplay, cazzo”. Forse “cazzo” neanche lo direbbero mai.

Tipici fan dei Coldplay

Tipici fan dei Coldplay

Miley Cyrus – Miley Cyrus & Her Dead Petz

Pensavo che sarebbe stata l’ultima roccaforte dei miei pregiudizi ma quando un collaboratore (non me ne voglia) mi ha consigliato di ascoltare il nuovo disco di Miley Cyrus ho miseramente ceduto. Si parlava dei migliori album del 2015 e ha indicato questo, spiegando che, in parte, la sua era una provocazione. Ho pensato che più che una provocazione era come gettare un boccale di birra sulla folla dal primo piano di un pub (devi avere una certa età per capire di che parlo). Meglio così, perché i miei pregiudizi ne escono più forti di prima. Un disco lungo, troppo lungo, di quelli che neanche un bimbominkia sarebbe arrivato alla traccia numero tre senza il suo nome, quello di Miley, a fare da “garanzia” (notare il sarcasmo) di non si sa bene cosa.

La Cyrus che si rilassa dopo aver usato tanto la bocca (per cantare)

La Cyrus che si rilassa dopo aver usato tanto la bocca (per cantare)

Mumford & Sons – Wilder Mind

Sembravano ormai sul punto di esplodere artisticamente e definitivamente ma poi decidono di farsi saltare in aria. Mettono da parte la loro anima Folk e mirano dritti a un Pop Rock senza personalità, inutile, senza brani incisivi e destinato a sparire nell’oblio delle centinaia di uscite simili. Risparmiatevelo che la vita è breve.


Briatore commenta l’ultimo disco dei Mumford & Sons

Six Organs of Admittance – Hexadic

Quanto erano fighi i Six Organs of Admittance di The Sun Awakens? ma anche quelli prima, quanto ci hanno infiammato? Tornate ad ascoltare quelli che in Hexadic vi aspetta solo noia e povertà.

L'enorme fila per accaparrarsi una copia di Hexadic

L’enorme fila per accaparrarsi una copia di Hexadic

Muse – Drones

Quando un mio amico, sfegatato fan, ha deciso di rivendere il suo biglietto per il concerto a seguito dell’ascolto di Drones, ho capito che dovevo premere play. Quest’album è la giustificazione perfetta che ogni denigratore della band dovrebbe avere sempre con sé. Un ammasso enorme e pesante di cliché e stereotipi, una sorta di musicale e continuo anagramma delle loro stesse note, una massa informe d’inutilità che si trascina a forza verso il baratro. Ma i loro concerti sono spettacolari, che ve ne frega della musica?!


Muse live a Latina

Twin Shadow – Eclipse

Forse non lo conoscete e quindi, in questa lista, non dovrebbe starci ma lo cito lo stesso perché il suo precedente album del 2010, Forget, mi aveva folgorato. Sembrava avere un grande futuro davanti il dominicano George Lewis Jr e invece tutto si è fermato a cinque anni fa. Adoro i cambiamenti, adoro chi suona senza preoccuparsi di piacere per forza. Se il risultato è un obbrobrio però, come direbbero a Roma, te tocca.

Madonna – Rebel Heart

Anche con una cornice d’oro massiccio, un Teomondo Scrofalo (devi essere vecchio come me per capire) resta sempre un Teomondo Scrofalo. Per lei si sono spese tante di quelle definizioni (icona Pop, icona gay, provocatrice, ecc…) e tanti di quei commenti sul suo aspetto da Milf che neanche in un’impossibile e triviale discussione da bar tra Miller, Bukowski e Céline. Ci sarebbe solo da inchinarsi davanti ad un personaggio tale, che è riuscito a restare “vivo” anche con tanti anni sulle spalle, ma poi c’è la musica e questa è tutta un’altra storia.


La Madonna che adoriamo

Il Teatro degli Orrori – Il Teatro degli Orrori

Ho paura a parlar male di Capovilla; poi lo sogno di notte che viene ubriaco a pestarmi. Statene alla larga e risolverete tutti i problemi.


Capovilla al telefono con un critico

Last modified: 20 Febbraio 2019

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