Last modified: 4 Aprile 2012
Michele Di Toro
Oggi a Milano nella storica sede della Rai di Corso Sempione per una nuova puntata di Piazza Verdi su Radio 3.
Tra gli ospiti anche il pianista Abruzzese Michele Di Toro che presenta il suo nuovo disco “Echolocation”…disco che sta riscuotendo importanti riscontri di critica e di pubblico.
Incontriamo il maestro Di Toro nei corridoi della Rai e gli rubiamo delle domande di rito, ispirate alla sua musica, al suo talento, al suo essere pianista.
Da poco ospite nella prestigiosa trasmissione PIAZZA VERDI di Radio RAI 3. Un passaggio importante per celebrare al meglio questo nuovo disco…
Infatti è stata una bellissima occasione per portare avanti nel migliore dei modi l’avventura di Echolocation. In radio si respira un bel sapore, molto intimo e si riesce ad avere un’ottima concentrazione.
Dove e quando nascono le tue composizioni?
L e mie composizioni nascono nei momenti più inaspettati. Sicuramente c’è una elaborazione a tratti inconscia del cervello che assimila emozioni, eventi, figure, sapori. Tutto ciò, partorisce in me un irrefrenabile desiderio di tradurre “il mio vissuto” in musica.
ECHOLOCATION: l’origine del suono. Michele Di Toro l’ha trovato questo punto sorgente?
Non sono sicuro di esserci riuscito pienamente, comunque ci provo… Non è facile su un pianoforte – che è uno strumento meccanico per alcuni aspetti – trovare l’origine del suono.
Mi affascina tuttavia continuare su questa strada!
Un maestro pianista decisamente versatile. Nei tuoi live si spazia dai classici alle sperimentazioni, dal jazz alla musica leggera, dal blues alle grandi opere orchestrali. In quale di questi mondi ti vedi più a tuo agio?
Mi sento a mio agio quando riesco ad essere sincero e autentico con me stesso e quindi con la mia musica. Non è importante il genere trattato.
Tasti bianchi e tasti neri. Il pianoforte può essere metfora di questa vita?
In un certo senso si. Anche la vita, il nostro quotidiano, è fatto di chiari-scuri, proprio come i tasti di un pianoforte.
E per concludere. Un grande artista che ti ha dato molto e un grande artista che vorrai incontrare musicalmente…
Ogni artista con cui suoni ti da sempre qualcosa di nuovo e importante. Ci si conosce sul palco e nelle prove. Sicuramente negli anni di studio a Milano, Franco Cerri insieme ad Enrico Intra sono stati due Maestri che mi hanno insegnato molto sotto il punto di vista umano e artistico.
Scegliere un’artista con cui vorrei confrontarmi sarebbe un’ingiustizia verso altri che stimo ugualmente.
L’importante è fare progetti con musicisti che si riescono a sintonizzarsi perfettamente con la propria sensibilità.
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