L’Italia è nella merda fino al collo, forse di più, ma questo ormai è sotto gli occhi di tutti, l’hanno cantato gli Zen Circus nel loro ultimo disco, vogliono ricordarcelo con il loro inconfondibile violino gli Io?Drama registrando in pochissimo tempo il loro ep Mortepolitana. Bene, non siamo ancora sicuri della nostra fine orrenda, siamo un popolo a cui piace cuocere a fuoco lento senza diritto di riscatto, più soffriamo e più godiamo.
Quattro pezzi come sempre sopra le righe compresa una rivisitazione di Samarcanda del buon Vecchioni, la chiave indie folk a dettare i tempi (di crisi) di un piccolo gioiellino di casa nostra, il sapore alternativo delle sporche vicende italiane che vedono i propri scenari tra precariato (L’amore ai tempi del precario) e social network (Il mio profilo). La persona che perde la propria identità nascondendola dietro uno squallido monitor, si perde il coraggio di mostrarsi sotto la naturale luce del sole, di fare l’amore, di avere sangue caldo nelle vene. Di essere persone. Il precariato poi diventa l’ABC del nostro quotidiano, non avere delle sicurezze dovrebbe stimolare, invece ammazza l’animo della gente. Ma noi non facciamo nulla, ci flagelliamo l’orgoglio pensando che dopo una grande salita c’è sempre una grande discesa. Mortepolitana suona come una scontata denuncia alla società, la musica deve essere mezzo di protesta, liberta d’azione, una chitarra incide più profondamente di qualsiasi lama. Particolarmente adorabile anche la confezione dell’ep in edizione limitata con le illustrazioni di Cristian Sonda. E’ dura non pensare che questo tassellino artistico dei Io?Drama possa passare senza ricevere i giusti apprezzamenti, un ep importante e maledettamente sincero. Ragione per cui apprezzo l’intensità ragionata di questo lavoro.
Last modified: 21 Maggio 2012
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