Nel 2014 la città di Ravenna vede la nascita di un’orchestra speciale, la Byzantium Experimental Orchestra, un ensemble che unisce Rock, Avanguardia, Jazz e musica Classica. L’orchestra è diretta e condotta da Bruno Dorella (Ronin, OvO, Bachi da Pietra), che nella conduzione si avvale della collaborazione di Nicola Manzan (Bologna Violenta).
La formazione dell’orchestra è in continua evoluzione; attualmente è composta da Francesca Amati (AmyCanBe, Comaneci), Bruno Dorella, Francesco Giampaoli (Sacri Cuori), Giovanni Lami, Nicola Manzan, Claudia Muratori, Cristian Naldi (Fulkanelli, Ronin), Angelo Maria Santisi, Tim Trevor-Briscoe, Vincenzo Vasi.
Per avere qualche informazione in più in merito a questo fantastico progetto, abbiamo fatto qualche domanda al direttore Bruno Dorella, che ci ha risposto così:
Ciao Bruno, cominciamo dalle basi. Perché Byzantium Experimental Orchestra? Da chi e come nasce l’idea?
L’ orchestra nasce dagli infiniti discorsi e scambi di vedute ed opinioni sulla musica tra me Chris Angiolini, che faceva parte della commissione per la candidatura di Ravenna a Capitale europea della Cultura 2019. I nostri incontri si trasformano spesso in “punti della situazione” sui massimi sistemi della musica. Nella Commissione c’erano anche altri validi membri, gente preparata che stava veramente facendo un buon lavoro, per cui ad un certo punto si è fatta strada questa idea di creare un’orchestra che fosse un patrimonio di Ravenna, e che unisse la composizione all’ improvvisazione, elementi di classica, jazz e rock, per sottolineare una delle caratteristiche di questa città, perla archeologica dove ogni angolo del centro ha 1000 anni, ma anche città di avanguardie, non solo nella musica ma anche, ad esempio, nel teatro. Tradizione e innovazione, insomma. Hanno scelto di affidarla a me per la mia attitudine eclettica ed eterodossa, e per il mio approccio pantagruelico ed antispecialistico alla musica (come alla vita), che mi permette di saper gestire generi e background molto diversi.
Da qui puoi cominciare anche ad intuire perché si siano voluti accostare il nome Byzantium (ovviamente legato alle origini della città e quindi alla tradizione) e l’aggettivo Experimental.
Com’è cominciata la collaborazione, per questo progetto, con Nicola Manzan dei Bologna Violenta?
Conosco e collaboro con Nicola da tanti anni, il primo album di Bologna Violenta uscì sulla mia etichetta (la defunta Bar La Muerte), e comincio a non contare più i dischi e le colonne sonore su cui mi sono avvalso dei suoi arrangiamenti d’archi. E’ stato il primo nome a cui pensato.
Dalle notizie recuperate sul web mi è sembrato di capire che la formazione dell’orchestra è in continuo movimento, vale a dire variabile. Scelta voluta o determinata da particolari esigenze?
Sicuramente vuole essere un’orchestra agile. Siamo nel 2016, le grandi orchestre chiudono per mancanza di fondi, ma noi veniamo dal Rock and Roll, sappiamo adattarci ai cambiamenti, non vogliamo diventare schiavi impiegatizi della musica. La BEO può presentarsi con formazioni diverse ed adattarsi al repertorio che si vuole proporre, allo spazio che ci ospita, e nei limiti del possibile anche alle possibilità economiche che ogni ente ha a disposizione. Non dimentichiamoci poi che tutti i membri sono musicisti poliedrici impegnati su molti fronti, ed è quindi normale pensare questa orchestra come ad una realtà modulare.
Sempre dal web apprendo che spetta a te scegliere, su chiamata, i componenti dell’orchestra. A parte le competenze in materia di musica, segui altri particolari criteri di scelta?
Il repertorio che si andrà a suonare e la mia particolare visione di ogni performance sono i primi criteri di scelta, ma ne seguono poi altri, dati dalla disponibilità dei musicisti in un dato periodo. Ma i veri requisiti necessari sono l’eclettismo e l’adattabilità. Ogni musicista della BEO deve sapersi muovere nei principali generi musicali, e deve saper improvvisare. L’attitudine poi è fondamentale. Non vogliamo star, vogliamo gente che sappia suonare e che dia il meglio, mettendosi a disposizione degli altri, divertendosi nel suonare insieme senza protagonismi. Siamo un’orchestra piuttosto orizzontale.
Sei direttore e conduttore della Byzantium Experimental Orchestra. Quali sono a tuo avviso gli aspetti più difficile da gestire per i ruoli che ti competono?
E’ tutto piuttosto divertente, ti dirò. Sono un autodidatta, non ho studiato composizione né conduzione, la mia esperienza arriva direttamente dalle migliaia di palchi che ho affrontato nella mia carriera. Coordinare persone, far convivere generi, rendere facile ciò che è all’apparenza difficile, sono skills che ho acquisito sul campo. Infatti poi nei concerti dell’orchestra io tendo a suonare (le percussioni), piuttosto che condurre.
C’ è un’idea, una suggestione, un progetto in particolare, ad esempio a livello di repertorio, che ti piacerebbe portare avanti con la Byzantium Experimental Orchestra?
Ricevere commissioni è molto divertente. All’inizio ognuna sembra una montagna da scalare, ma poi mi rendo conto che ogni richiesta deve venire affrontata come una sfida costruttiva, non come un’imposizione. Se mi viene chiesto di musicare “Deserto Rosso”, un film di due ore con dialoghi dal taglio psicologico ed una colonna sonora pesante come un macigno, devo trovare il modo più stimolante per me di affrontare la cosa. Se una commissione, dopo aver visto un programma musicale, lo giudica troppo duro e difficile e mi chiede di alleggerirlo, non devo vedere questa come un’imposizione, ma devo pensare a come alleggerire questo programma nel modo più creativo ed integro, insomma rendere ogni ostacolo una sfida artistica che porti ad un risultato soddisfacente per il pubblico, i committenti e noi stessi.
Detto questo, però, il mio sogno sarebbe di poter comporre e portare dal vivo un’opera lirica. Avrei già un’idea del testo di riferimento, ma si tratta di una cosa lunga e dispendiosa, non solo in termini di energie. Chissà, speriamo.
Quando potremo assistere alla vostra prossima esibizione?
Il 14 Aprile musicheremo dal vivo “Tempi Moderni” di Chaplin a Ravenna. E spero che poi ci saranno sempre più occasioni. Ci stiamo tutti prendendo gusto.
Grazie mille per il tuo tempo e per la tua disponibilità Bruno. Se c’è qualcosa che vuoi aggiungere all’intervista, è questo il momento per farlo.
Oltre a ringraziare te e tutti coloro che hanno permesso la nascita e la sopravvivenza di questo progetto, vorrei raccomandare a tutti di ascoltare musica senza preconcetti di genere o prestigio, senza lasciarsi spaventare dall’apparente difficoltà di alcuni brani o dalla banalità altrettanto apparente di altri . Ogni tipo di musica può darci emozioni ed interessarci, purché si sia disposti a “lasciarla entrare”.
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Last modified: 21 Febbraio 2019