Lennon Kelly | Intervista alla Folk band romagnola conquistata dall’Irlanda

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Abbiamo incontrato Vasco “Bartowski” Abbondanza, uno dei sette componenti dei Lennon Kelly in occasione della prima edizione del Folk’n Beer Festival di Pescara (ringraziamo l’organizzazione per la collaborazione). Il gruppo ha già nel suo curriculum un ep e un album ma soprattutto tanti concerti alle spalle, perché live sono davvero inarrestabili, una sorta di fiume in piena.

Partiamo con la domanda più scontata: da cosa deriva il nome Lennon Kelly?
Deriva da due parole celtiche composte che significano mantella e guerriera ed essendo appassionati di Tolkien e del Signore Degli Anelli abbiamo preso ispirazione da loro. Inoltre Lennon e Kelly sono le casate maggiori d’Irlanda e ci tenevamo a rispettare questa tradizione a livello familiare.

Il rapporto con l’Irlanda e l’Emilia è molto stretto quindi?
Beh a dire il vero noi siamo più della Romagna che dell’Emilia ma abbiamo trovato molti legami fra le due popolazioni; siamo andati anche spesso a fare dei viaggi di piacere (purtroppo non per suonare) e ci siamo accorti di questa connessione.

Anche per quanto riguarda la tradizione musicale?
Ci sono molte affinità quali l’uso del violino e della fisarmonica che accomunano le due terre. Abbiamo cercato di creare una sorta di comunione in un concetto solo.

Quali sono dunque le affinità e le divergenze fra il vostro omonimo ep e “Lunga Vita al Re”, primo full lenght album?
Diciamo che c’è stata una crescita più che altro a livello di concetto; noi siamo sette teste diverse, sette gusti musicali diversi e quindi siamo arrivati a un punto in cui non era più tempo di mettere le idee in un calderone unico ma di avere una linea ben definita che univa tutti i nostri sette processi musicali; non si gettava più qualche idea a caso ma si univano sette anime diverse e la canzone “Sette Nodi” testimonia  questa tesi.

Una curiosità personale: com’è nato il tributo a Steve Earle?
Ci siamo trovati ad innamorarci della musica popolare irlandese e da ignoranti i primi passi li abbiamo mossi suonando canzoni di cui non sapevamo l’origine; è il caso di “Galway Girl” di cui non conoscevamo l’autore; Steve Earle è uno che ha interpretato nella sua testa l’Irlanda un po’ come la stiamo vedendo noi; per questo abbiamo provato a creare un’asse, una sorta di triangolo Italia – Stati Uniti – Irlanda, anche se ammetto che è abbastanza “grande”.

Hai parlato dell’estero e mi viene quindi spontaneo chiederti dell’apertura alla Banda Bassotti e ai 99 Posse a Berlino. E’ una cosa abbastanza insolita per una band italiana suonare oltralpe. Come ci siete arrivati? Cosa vi ha lasciato quella esperienza e cosa hai notato di diverso rispetto alla realtà italiana dei live?
Abbiamo un’ottima agenzia, la Make a Dream, che ci concede determinati viaggi e trasferte tipo quella di stasera a Pescara (aprivano insieme a Zapha per i Modena City Ramblers ndr.). Ci troviamo molto bene e ci sta dando molte possibilità di andare in giro per l’Italia e l’Europa. Finora abbiamo fatto però solo la data a Berlino…
Certamente non è un punto di arrivo, ma di partenza. Tuttavia ci sono gruppi che hanno anche un’esperienza ventennale ma non sono mai riusciti a varcare i nostri confini.

Infatti ci riteniamo molto fortunati… Anche perché la Banda Bassotti e i 99 Posse sono band che stimo molto e che ho ascoltato sempre anche da piccolo. Questa sera poi suoniamo aprendo per i  Modena City Ramblers…Sono piccoli obiettivi che ti poni quando sei giovane e una volta arrivati verso i trent’anni riesci a realizzarli ma pensi: “non voglio fermarmi qui!”.

Pensa che io i 99 Posse li vidi una volta a Chieti prima ancora che pubblicassero il loro primo album ufficiale; insieme a loro c’erano alcune formazioni storiche teatine e suonarono anche una versione primordiale di “Curre Curre Guagliò”.
Sono queste le cose che ti rimangono e che invogliano una band giovane come noi…Abbiamo suonato prima di gruppi già affermati quali quelli citati precedentemente e la Bandabardò…Tuttavia ci hanno sempre tutti trattato alla loro pari.

Forse perché sono tutte persone umili e alla mano…
Sì concordo… Tornando invece alla domanda che mi avevi fatto, la differenza fra la Germania e l’Italia è che lì alle nove spaccate abbiamo iniziato a suonare in un locale da 1200 persone sold out…Lì ti danno una possibilità, una chance; se meriti poi magari ci ritorni, si ricordano di te, vendi pure dischi e per noi è stato come vivere una favola perché è stata una serata memorabile, con tanta gente venuta dall’Italia. Inoltre ti lascia anche un segno sia come condivisione di palco con gente che ormai è navigata ed affermata sia per l’atmosfera che si è creata col pubblico presente.

Di cosa trattano i vostri testi?
Più o meno ci mettiamo nei panni di chi come noi vive la quotidianità (gli affanni col lavoro e con la società, la politica, la disinformazione, le malelingue, gli invidiosi). Siamo persone umili, tre cugini, due fratelli e poi io e un altro ragazzo, un nucleo familiare felice fra le colline ed a volte siamo un po’ esenti da tutto il mondo che vive attorno a noi. Cerchiamo quindi di mettere un po’ di fermento e di impegno a livello di testi senza però perdere la semplicità, il sorriso e la lucentezza di chi c’è e non deve fare da comparsa…

Chi sono i tuoi riferimenti?
Dal mio punto di vista io vengo dal Punk Rock, dai primissimi Green Day, dai Rancid e dagli Anti Flag

Quindi dal Punk anni 90?
Esatto… Io sono figlio della terza generazione del Punk, quella proveniente dalla California, tipo i Bad Religion…Solo successivamente mi sono innamorato durante i miei viaggi del Folk e della musica popolare italiana ed irlandese ed ho mescolato un po’ le carte… Un po’ di Punk, un po’ di Folk, un po’ di musica irlandese ed ecco che viene fuori il riassunto di ciò che sono poi i Lennon Kelly.

L’ultima domanda di rito: cosa prevede il futuro del gruppo?
Semplicemente mantenere questo equilibrio fra noi… Poi tutto quello che viene è tanto di guadagnato.

C’è già qualcosa in cantiere?
Stiamo iniziando a comporre i brani del nuovo disco anche se siamo ancora in alta marea.

Siete quindi in una situazione da “demo”?
Diciamo che stiamo gettando giù un bel po’ di idee e di nuovi concetti ed anche qualche miglioria usando strumenti nuovi quali la cornamusa; tanta carne al fuoco quindi…

E ora presentati e manda un saluto ai lettori di Rockambula
Ciao a tutti io sono Vasco “Bartowski” Abbondanza, saluto tutti gli amici di Rockambula; grazie per l’intervista e grazie a te per essere venuto a vederci questa sera; noi Lennon Kelly cercheremo di dare sempre del nostro meglio per poter essere più trasparenti ed avere la fiducia, non solo come musicisti ma soprattutto come persone, da parte di chi ci ascolta.

Last modified: 21 Febbraio 2019

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