E’ proprio vero, nei moment peggiori della vita, avere nel circondario un amico che ti può tendere più che una mano oltre che far comodo, è un miracolo dal quale devi rendere conto finche i tuoi piedi calcheranno vivi questa terra, e l’Iguana Iggy se ne ricorderà per tutti gli anni a venire. Il miracolo di cui sopra si chiama Bowie, amico da tempo di Iggy Pop, quest’ultimo drogato fradicio e in uno stato depressivo cianotico per via dell’assenza (da due anni) dei suoi sodali Stooges, allontanatisi per incongruenze e dissapori con lui stesso, e Bowie, colto da pietà artistica lo invita nel suo regno inglese e – dopo non poche storie – riesce a farlo contrattizzare in seno alla casa discografica Virgin.
Bowie in quel periodo era già attivo con lo stupendo album Heroes ed in pochissimo tempo scrisse quasi tutti gli arrangiamenti, le musiche e timbriche per l’album dell’amico mentre James Newell Osterberg Jr. (questo il vero nome di Pop) ne scrive i testi e le metafore bollenti in quello che sarà per la storia del rock, il caposaldo e faro per una marea infinita di band a venire; “Lust For Life” è il disco della rinascita personale dell’artista di Muskegon, il disco scuola del rock universale, la colonna sonora di una generazione di strapazzati e ai limits del bad thing lussurioso, tracce suonate dal fior fiore di musicisti che Bowie assoldò per l’occasione quali, oltre a Bowie stesso al piano, Carlos Alomar e Rick Gardiner alle chitarre ed i fratelli Sales alle percussioni, ed il resto è pura cronaca di storia.
Disco di blues sguagliato e tenace matrice garage che riemerge come sangue bollente; chi non si è mai eccitato o se ne è andato in giro fumatissimo con negli orecchi con le celeberrime “cattive compagnie sonore” di “Lust for life”, “Sixsteen”, la dinoccolata “The passenger”, tutto l’ìimpossibile di droghe, alcool e sesso depravato che scorrono in “Tonight” e nel blues sbavato di “Turn blue” o fatto l’amore con la ragazza del momento mentre sullo stereo scorreva la deviante “Fall in love with me”? Chiunque vedeva e vede in Iggy Pop l’arma ed il corpo contundente fatto uomo che – per antonomasia – il rock abbia mai creato, e questo fulminante disco non era altro che il primo gradino della rinascita di un artista che ancora oggi – a distanza di anni ed anni – incute rispetto e fa architrave dell “ascolto grande”
Last modified: 12 Novembre 2012
Ecco, m’hai fatto venire voglia di passarci la domenica!