Voce storica dei Ritmo Tribale, Stefano Rampoldi in arte Edda ritorna nel 2008, dodici anni dopo aver lasciato la scena musicale, con alcuni brani fatti in casa che segneranno il suo debutto da solista creando nuova curiosità attorno alla sua emblematica figura.
(foto di Antonello Campanelli)
Con l’uscita del suo nuovo Graziosa Utopia il cantautore milanese è tornato in tour e viene accolto dalla piacevole atmosfera dell’Hi-Hat Play Live, dove un nutrito gruppo di fedelissimi e alcune giovani leve incuriosite dal suo eclettismo sono pronte sotto il palco.
Prima del live Stefano si aggira per il locale, sembra a suo agio, chiacchiera con tutti, scambia due parole anche con me.
Dopo l’introduzione a cura della formazione abruzzese degli Axound, alle 22.30 comincia lo spettacolo. Chitarra, basso, batteria e voce, coi pezzi di Graziosa Utopia che si alternano a quelli dell’album precedente, Stavolta come mi ammazzerai?.
Brani come “Signora”, “Benedicimi”, “Un pensiero d’amore” e “Mademoiselle” vengono cantate con trasporto dal pubblico, che rimane per tutto il concerto molto coinvolto fino al momento più intimo del live, quando Edda si siede, prende la chitarra e ci regala versioni viscerali di “Spaziale” e di “Saibene”.
Questo nuovo album convince anche dal vivo. I suoni forse sono meno graffianti del suo predecessore. Probabilmente una scelta consapevole, come se la rabbia di Edda si fosse attenuata – almeno in parte – ma i testi restano una certezza e continuano a trattare tematiche crude, legate al vissuto del cantautore. Tuttavia in questo album i testi vanno in netta antitesi con le musiche creando un paradosso linguistico-musicale mai banale o snaturato.
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Last modified: 15 Marzo 2019