Nella vita di un musicista il viaggio è di certo una componente essenziale. Chilometri su chilometri, giornate intere passate in furgone, nottate insonni, pasti al limite della decenza, orde di automobilisti impazziti a rallentare viaggi lunghissimi e poi infine il palco, l’energia, il sudore, i sorrisi, il calore del pubblico e tanta voglia di rimettersi in viaggio per suonare ancora. E se il viaggio non fosse solo questo? Se il vero viaggio fosse l’intera esperienza musicale?
Questa settimana abbiamo chiesto a Olden, nome d’arte di Davide Sellari, perugino trasferitosi a Barcellona che ha da poco pubblicato il suo ultimo lavoro Ci Hanno Fregato Tutto, di immaginare la sua vita a contatto con la musica come un lungo cammino che sta in realtà ancora percorrendo. Ecco cosa ci ha risposto.
♦ “Chi siete? Quanti siete? Dove andate? (Un fiorino!)”
Sono Olden e diciamo che sono solo, anche se non completamente autonomo…durante i miei live ho una band che mi supporta/sopporta e che viaggia insieme a me.
La risposta alla seconda domanda é: “vado avanti”, come ho sempre fatto, cercando di migliorare il mio posto, un po’ come fanno tutti in questo mondo.
♦ È tempo di bagagli. Dischi, canzoni e artisti da portare con te.
Il White Album dei Fab Four, Pet Sounds (Beach Boys), Songs of love and hate (Leonard Cohen), The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (David Bowie), The Stranger (Billy Joel), Hai paura del buio? (Afterhours), Guccini Live Collection (Francesco Guccini), Andare camminare lavorare e altri discorsi (Piero Ciampi).
Tra le canzoni, a parte tutte quelle che fanno parte di questi album direi “Alfonsina y el mar” (Mercedes Sosa), un pezzo senza il quale dimenticherei il senso intrinseco dello struggimento e…non sia mai…
♦ Le cose da dimenticare a casa.
Il 90% della musica pubblicata negli ultimi 15 anni, il 90% dei politici degli ultimi 30 anni, instagram e tutte le credenze religiose del mondo, senza distinzioni.
Niente crocifissi né moschee, solo un grande prato verde (“dove nascono speranze” diceva il buon Morandone nazionale)
♦ Luoghi e incontri che hanno reso più interessante il cammino.
Vi rispondo cosí: “La vita, amico, é l’arte dell’incontro” frase identificativa del Club Tenco e del suo “manifesto artistico”, presa a sua volta dal titolo di un album di Vinicius de Moraes, Sergio Endrigo, Giuseppe Ungaretti (robetta, diciamo…)
Al Tenco (Premio Tenco, al quale ho partecipato durante le ultime tre edizioni) sono arrivato per una serie di curiose coincidenze, la prima, quella di vivere a Barcellona, la seconda, quella di aver “incontrato” persone simili a me, che fanno dell’incontro, come si diceva, un’arte.
♦ Deviazioni di percorso. Ce ne sono state? Come sono state affrontate?
Nessun arresto, nessuna segnalazione alle autoritá (ah si’, forse sí, ma cose lievi, storie di schiamazzi notturni, tanti anni fa, ormai sono prescritte…no? O vale solo per alcuni?). Per cui, deviazioni, no, non ne abbiamo.
♦ I migliori compagni di viaggio.
Quelli che ancora devo incontrare, gli altri già sono parte di me.
♦ Mete sognate, ma non ancora raggiunte.
Non sogno più da qualche anno, piuttosto pianifico, lavoro e al limite spero, ma sognare, quello che si dice sognare, direi che non è più roba per me, non c’è tempo e troppo spesso piove.
Molto meglio sperare di raccogliere quello che si semina, e poi ricordare ad occhi chiusi le mete raggiunte.
♦ Cartoline da lontano: dopo tutta questa strada, cosa scriveresti ad amici/nemici (o a chi vuoi) ?
“Pensavate di conoscermi bene, di sapere il mio nome…ed invece, guardate che vi ho combinato! Il 22 maggio è uscito il nuovo album Ci Hanno Fregato Tutto.
E… non finisce qui!” (come diceva Corrado… vi ricordate?).
Ai nemici avevo deciso di non dire nulla ma ci ho ripensato e allora gli dico questo:
“Peggio per voi, io vi avevo avvertito che avevo ragione io…”
♦ “Cheeeeeese”. La foto che meglio ti rappresenta.
Ci Hanno Fregato Tutto Intervista Olden viaggi musicali
Last modified: 21 Febbraio 2019