La lettura, come l’ascolto di un album, è un momento intimo, un dialogo privato tra il lettore – o l’ascoltatore – e una dimensione altra, un mondo che in principio si presenta come estraneo a chi vi si avvicina e che poi si fa pian piano fitto di corrispondenze e di ritrovamenti perduti, come pure di illuminazioni e chiarificazioni. 1 LIBRO + 1 DISCO è la rubrica di Rockambula che mette in collegamento due percezioni diverse, lontane tra loro e spesso ignare l’una dell’altra, per arricchirci la vita di nuove storie.
“Quella cosa intorno al collo” di Chimamanda Ngozi Adichie + “Infinite Worlds” di Vagabon
Grace, Ujnuwa, Kamara, Nikem, Ikenna: questi alcuni dei nomi dei protagonisti di “Quella cosa intorno al collo”, raccolta di racconti della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, edito da Einaudi per la traduzione italiana di Andrea Sirotti. I suoi sono personaggi che hanno lasciato la Nigeria da anni oppure sono tornati a viverci dopo molto tempo, non senza aver aver assistito a guerriglie, esplosioni, scene di panico, uccisioni sommarie. Uomini, ma soprattutto donne, che vivono sospesi tra la propria cultura di appartenenza e quella di adozione, personaggi che sopravvivono non senza fatica a certi stereotipi ancora tristemente vivi sul continente africano, a certe egoistiche banalizzazioni sulla varietà e la complessità culturale che lo caratterizzano. Si regge sul filo di questa fusione tra culture differenti, la capacità straordinaria della Adichie di osservare e illuminare le sfumature del reale.
Dopo un libro del genere, un disco come Infinite Worlds è quel che mi è sembrato più adatto. Uscito a febbraio dello scorso anno per Father/Daughter Records, si tratta della seconda prova di Vagabon, al secolo Laetitia Tamko, artista camerunense trapiantata da qualche anno negli USA, precisamente a New York City. La scelta è motivata non solo da alcune piccole corrispondenze (non ultima quella del trasferimento) tra i personaggi dei racconti della Adichie e la cantautrice stessa, ma soprattutto dalle atmosfere che questa giovane artista riesce a creare, atmosfere ogni volta diverse, all’interno dello stesso album. Il suo è un disco pieno di sorprese: vocalmente la timbrica di Vagabon è versatile, la giovane riesce ad interpretare con grande naturalezza ogni brano, nella sua musica la leggerezza cammina a passo stretto con la profondità; i suoi pezzi poi, narrano la quotidianità, le piccole difficoltà momentanee, le incertezze con cui siamo destinati a convivere. Fusione dunque, un’altra volta, ma anche forza, autenticità, bellezza, unicità.
Buona lettura e buon ascolto.
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Last modified: 15 Marzo 2019