Che in Italia sapessero fare cose tanto belle in ambito Indie Folk non è proprio cosa scontata. Del resto, se è vero che gli States hanno sfornato anche nel recentissimo passato talenti puri come Bon Iver, Sufjan Stevens o Bright Eyes, non altrettanto si può dire della nostra penisola dove, tolti artisti come Bob Corn, restano solo semi sconosciuti o copie malriuscite degli originali yankee.
È vero che non stiamo parlando di qualcosa di legato alla nostra cultura; e come potrebbe esserlo, del resto, il Folk in inglese, con quella sua ricercata bassa fedeltà, appassionato e acustico? È anche vero, però, che oggi come non mai i confini sono sempre meno barriere, e contaminazioni, mescolanze di culture diverse, tradizioni e, perché no, musica popolare (in senso ampio) stanno diventando quasi una necessità più che una volontà.
Ben venga quindi un album come quest’opera prima del cagliaritano Enrico Spanu aka The Heart and The Void, nata in collaborazione col produttore Fabio Demontis di palesata ispirazione The Tallest Man On Earth, Passenger e Conor Oberst. Un disco fatto di dieci splendide canzoni, curate per quanto possibile e affascinanti nelle melodie, un lavoro lontano dalla perfezione stilistica di album come Carrie & Lowell o For Emma, Forever Ago, che non nasconde i suoi limiti (dalla voce non proprio tra le più coinvolgenti mai ascoltate, alla registrazione non impeccabile, passando per qualche reiterazione uggiosa e una semplicità che spesso diventa banalità, specie nel suono) ma che proprio per questo si fa apprezzare nel suo essere umano.
Ciò che manca a The Loneliest of Wars è proprio quello che potrebbe elevarlo a grandissimo disco; ma per ora possiamo accontentarci.
#music 2018 autoprodotto Bob Corn Bon Iver Bright Eyes Carrie & Lowell Conor Oberst facebook For Emma Forever Ago Indie Folk indie pop Italia Musica Passenger recensione review Rockambula Sufjan Stevens The Heart and the Void The Loneliest of Wars The Tallest Man On The Earth Webzine youtube
Last modified: 18 Febbraio 2019