Candies for Breakfast – Candies for Breakfast
[ 2018 | autoprodotto | Alternative Rock ]
La band cremonese capitanata dalla voce di Giulia Dagani arriva all’esordio sulla lunga distanza scegliendo la strada del più classico Alt Rock in inglese, con qualche divagazione stilistica che riesce comunque a farsi apprezzare senza troppa fatica. Tanta energia quella sprigionata dalle dieci tracce del disco omonimo (più una ghost track), un buon uso della materia prima, qualche limite evidente nel suono ma soprattutto poche idee che possano rendere il disco in questione qualcosa di più dell’ennesima uscita Alternative italiana ma filo-britannica, che guarda un po’ da una parte e un po’ dall’altra senza focalizzare mai una propria strada. Il Rock dei Candies for Breakfast non è per questo sgradevole senza se e senza ma. Se amate le melodie Pop cantate con attitudine Punk, se amate le voci femminili cazzute, se amate quei ritmi Rock che quasi vi fanno venire voglia di smuovere il culo e ballare, questo disco potrebbe prendersi qualche ora del vostro tempo. Se cercate qualcosa che sappia stupirvi, girate per altri lidi.
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Lennon Kelly – Malanotte
[ 2018 | Indie Box Music | Folk Rock ]
Se mai qualcuno dovesse essersi chiesto chi avrebbe raccolto l’eredità dei Modena City Ramblers, ora abbiamo la risposta. Risposta che avevamo già avuto, in realtà, tre anni fa, con l’uscita dell’esordio Lunga Vita al Re ma che ora è qualcosa di più concreto e tangibile. Il nuovo album dei sette Lennon Kelly prende a prestito la musica Folk irlandese, caricata di attitudine Punk Rock e con melodie cantautorali in italiano. Già l’avrete sentita questa descrizione, e infatti non è certo sull’effetto sorpresa che puntano i romagnoli, quanto piuttosto su un suono che possa essere magico e allegro, che possa raccontare storie senza annoiare e soprattutto che, quando deflagrante nelle piazze, possa ridarci la voglia di fare festa ma festa davvero, che è quello che piano piano ci stanno rubando più di ogni altra cosa tra allarmismi, crisi economica, e bombardamento elettronico. Qualcuno potrebbe dire che dei Modena City Ramblers non abbiamo certo bisogno di cloni e che un disco come questo non ha molto senso di esistere oggi come oggi; forse qualche ragione l’avrebbe ma io sotto il palco a sudare con loro mi ci lancerei volentieri.
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The Shalalalas – Boom
[ 2018 | Bassa Fedeltà | Alt Pop, Pop Rock ]
Dopo l’autodefinito Dream Folk dell’esordio full length There are 3 las in Shalalalas, una serie incredibile di concerti in Europa, compresa l’apparizione al Primavera di Barcellona e la finale di Sanremo Giovani nel 2016, il duo romano, ora quartetto, sforna la sua opera seconda puntando su sonorità moderne da Indie Rock britannico di nuovo millennio, lingua inglese, ritornelli e melodie orecchiabili, senza rinunciare alle strutture del Folk acustico e a quell’aria distesa che ne ha già fatto la fortuna in passato. Boom è un disco semplice all’ascolto ma tanto complicato da inquadrare, italianissimo certamente, vista l’origine dei musicisti, eppure dal sapore d’oltremanica, che sfrutta le atmosfere delle band regine del panorama dreamy come i Real Estate ma lo fa con mezzi diversi. Nessuna next big thing per ora all’orizzonte, ma se cercate un album con cui accompagnare le vostre giornate di primavera mentre vi gustate il tramonto affacciati al balcone, con un bicchiere di vino e una Marlboro tra le dita, questa è la giusta colonna sonora; e fate finta di non aver visto quella copertina che fa tanto Miami (non la città).
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Last modified: 18 Febbraio 2019