Alphabetagamma – Alphabetagamma

Written by Recensioni

Gli Alphabetagamma sono una band di Pesaro nata nel 2008 che quest’anno, dopo aver realizzato solo un demo, decide di regalarci il primo vero album, l’omonimo appunto ABG.
Giacomo Pieri (chitarra), Christian Del Baldo (voce/basso) e Stefano Aluigi (batteria) sono una band che ha deciso di mettersi in mostra nel modo peggiore possibile. Imitare. Come se non volessero fare altro che suonare quello che gli piace, senza sbattersi troppo, senza fottersene del giudizio mio o di chiunque dovesse ascoltarli. Imitare senza paura. Suonare senza troppo sforzarsi. Imitare per paura. Sottile la linea. Menefreghismo fasullo, di chi si pubblicizza sul MySpace. Menefreghismo illusorio di chi in fondo cerca giudizi positivi. Ingenuità o menefreghismo. Sottile la linea.
Lasciamo stare il discorso sulle ovvie influenze. Anche il più innovativo rocker di questo pianeta ne ha riversate tante nei suoi lavori. Parafrasando Dali’, quelli che non vogliono imitare qualcosa, non producono nulla. Lasciamo anche perdere il discorso sulle citazioni che, per quanto accettabili, dovrebbero essere quantomeno limitate. Qui abbiamo momenti in cui si sfiora l’assurdo.
Per capirci, la musica che sto ascoltando è un misto di Stoner Rock e Stoner Metal, che non disdegna di ricalcare i riff ossessivi e semplici del Grunge dei Nirvana o sfiorare il Post-Core e il Nu-Metal, soprattutto nelle parti vocali, avvicinadosi anche ai System of a Down, specie nel terzo brano.
Ora vi starete domandando perché questo sarebbe imitare.
Semplice. Premete play e capirete. Kyuss. Kyuss. KYUSS. Sono loro vero? Ovviamente in un momento di grave crisi artistica ed esistenziale ma questi sono i Kyuss. Sound potente e sporco, riff taglienti e ipnotici, percussioni rabbiose, voce che oscilla tra calma e follia urlata. Non sono queste, parole che usereste per descrivere lo Stoner Rock dei Kyuss di Odissey, tanto per citare un pezzo di riferimento? I Kyuss meno Blues e più Metal per capirci. Il suono caratteristico della band di Palm Desert è stato masticato, ingoiato, e digerito a lungo dagli Alphabetagamma che ora, con lo stomaco pieno, hanno deciso di vomitare tutto nelle nostre orecchie. E quella roba verde che ora sgocciola fino a terra non è certo blues per il sole rosso.
È delusione.
Oltretutto, se avrete la pazienza di arrivare al pezzo numero sette, avrete in cambio il disonore di ascoltare una chitarra che copia spudoratamente da quel folle genio di Steve Albini o meglio dai suoi Big Black, ( ai più giovani verranno in mente gli Shellac, altra band di Albini). Un sound inconfondibile che nessuno al mondo è riuscito e riuscirà mai a far passare per originale.
Dunque abbiamo tra le mani un lavoro che imitando i Kyuss, scopiazza qua e là, tra grunge e Big Black. Merda, penserete. E invece non direi. È questa è la cosa più odiosa.
La cosa che fa più rabbia è proprio il fatto che il disco non sia brutto. Il pezzo che apre l’album è anzi molto interessante. Concretamente superiore rispetto al resto. Mostra un’anima propria, cattiva, ci offre i denti come un cane rabbioso. La voce si districa splendidamente tra le lame della chitarra e le martellate della batteria e finisce per liberarsi e urlare carica, viva, pungente e stridula come metallo gelido. Sembra la strada, non proprio facile e in discesa, verso un sound personale, maturo. Il resto è un’altalena tra pezzi mediocri e improponibili e altri tanto interessanti, quanto sempre troppo legati a quella necessità di imitare dovuta alla paura di osare. Se è vero che l’imitazione è la più sincera delle adulazioni, il tempo dei falsi idoli deve però finire.
Il disco quindi non ha nell’aspetto estetico/musicale il suo limite primo. Ci sono tante cose da migliorare, un suono da sporcare e da personalizzare ma c’è qualcosa da cui partire. Ripartire da quella carica sparata nei primi minuti, da quel suono, da quella voce, quel timbro. Partire da li e cercare una strada nuova, diversa, una strada dove mai nessuno sia mai passato prima. È necessario che ogni nuovo pezzo acquisti una sua vita propria, sia distinto dal sound del gruppo e nello stesso tempo sia parte fondamentale per generare le caratteristiche proprie degli ABG. Partire da quei pochi minuti, guardando al resto come a un’ esperienza formativa e far si che la prossima volta che ascolteremo distrattamente musica, il nostro cervello possa ricordare il nome dei pesaresi ad ogni loro nuova nota.
Gli Alphabetagamma sanno suonare, hanno la carica giusta, hanno ora maggiore esperienza. Quello che resta da fare è osare. Staccarsi dal passato e buttarsi dal palazzo in fiamme. Qualcosa da fare troveranno nella discesa. E comunque volare anche per un solo minuto è sempre meglio che bruciare vivi.

Last modified: 23 Dicembre 2011

14 Responses

  1. Point Break ha detto:

    Spero possiate ammirarli dal vivo, dove sprigionano una potenza ed una tecnica decisamente sopra la media.

  2. Max ha detto:

    Chi ha scritto la recensione oltre non conoscere la band mi da l’idea di un Pino Scotto da due soldi.
    Primo perchè vuole imitare Il Pino nel suo arrogante modo di fare, secondo perchè si contraddice continuamente….. e terzo perchè offende gratuitamente la sensibilità di chi crede in un progetto.
    Non credo che basti dire “Ok …mi hai mandato il materiale? questo è il mio parere!!!”
    Probabilmente i ragazzi hanno mandato il materiale nel posto sbagliato!!!
    Un po’ come se uno che scrive pezzi per popolo viola e decide un bel giorno indirizzare il suo articolo al Giornale di Feltri o a Libero di Bel Pietro …. cosa vuoi che pensino …. secondo voi pubblicheranno l’articolo??
    Io credo …. con molta umiltà carissimo Pizzica che prima di offendere le persone bisognerebbe un attimino pensarci bene …. a meno chè tu sia in sintonia con la logica di pensiero del personaggio noto in tutto il mondo per la sua tamarraggine e che ha governato l’Italia negli ultimi 3 anni.
    Ti auguro comunque buone feste sperando che il Natale ti porti un po’ di saggezza.
    Max

    1. Silvio Don Pizzica ha detto:

      Non credo di essere stato assolutamente offensivo (meno di te sicuramente) e neanche troppo duro. Se una band decide di farsi conoscere ovviamente incontrerà persone che apprezzeranno ed altre che odieranno la loro musica. Gran parte dei gruppi emergenti recensiti ci mettono tanta passione e duro lavoro. Non basta però questo per fare buone cose. Sarebbe molto comodo scrivere tutte recensioni positive, dare a tutti 5/5. Saremmo tutti felici, vero?
      P.s. Dove mi sarei contraddetto? Forse qualche passaggio non ti è chiaro. Se vuoi, possiamo parlarne.
      P.p.s. Io cerco di dire la mia su quello che ascolto e cerco di essere costruttivo nel dare giudizi. Fidati, recensioni che mettono in mostra i limiti di una band, sono molto più salutari di inutili parole di finta esaltazione.

      1. Theodor ha detto:

        Sono quasi d’accordo con l’ultima parte della tua risposta anche se sono abbastanza curioso se nell’ultimo periodo hai ascoltato solo kyuss, mica per niente,sono uno che conosce i kyuss abbstanza bene e sinceramente non riesco ad accostare ABG a codesti (sicuramente avresti fatto più bella figura ad evidenziare i target dei tool nelle sonorità di ABG)…recensione volgare a mio parere,avresti potuto utilizzare termini più diplomatici a 31 anni e con un linguaggio appropriato!!!

      2. Max ha detto:

        Mi scuso con Margherita per il mio modo di scrivere …. Purtroppo quando scrivo ho la brutta abitudine di non rileggere … ma credo comunque che si sia capito molto bene sia quello che intendevo dire, sia il mio stato d’animo nel vedere tanta cattiveria riversata su un lavoro che chiedeva semplicemente di essere recensito senza parole come: MENEFREGHISMO FASULLO, MOMENTI IN CUI SI SFIORA L’ASSURDO, VOMITARE TUTTO NELLE NOSTRE ORECCHIE … e ancora “Oltretutto, se avrete la pazienza di arrivare al pezzo numero sette, avrete in cambio il disonore di ascoltare una chitarra che copia spudoratamente da quel folle genio di Steve Albini”!! … e comunque non credo che una band o un progetto si debba per forza o AMARE o ODIARE!! … è qui la differenza tra il rispetto e l’arroganza … OLTRE ALL’ODIO E L’AMORE ESISTE LA TOLLERANZA!!
        Gli ABG come tantissime band che dopo anni di live passati a suonare in cantina e nei locali vogliono semplicemente essere recensiti per il lavoro prodotto, ed il linguaggio poco ortodosso di MOLTI (purtroppo) che scrivono in fanzine o riviste specializzate non fanno altro che produrre un effetto negativo.
        Ci sarebbe anche da precisare se vogliamo parlare di tecnica o originalità che i Kyuss (che vengono citati quasi come una bestemmia) oltre al sound potente e lisergico non risultano affatto una similitudine x la band …. infatti in quasi tutti i brani gli ABG adottano ritmiche con tempi che quasi mai si limitano ai quattro quarti.
        Mi scuso ancora con Margherita per eventuali errori grammaticali …. ma ho un debole per la cultura nativo americana e saprai bene che non esisteva la scrittura nella loro cultura …. non tutto è perfetto … c’è chi si esprime in musica, in letteratura, in poesia, in pittura ecc… e ogni modo e forma per comunicare è bella e essenziale, ma più che la forma sono importanti le idee e i contenuti … e questi a prescindere dal livello qualitativo meritano comunque rispetto.
        Buone feste!!!

  3. margherita ha detto:

    gentile signor max, non entro nel merito del suo giudizio sulla recensione perché ritengo che ognuno sia libero di esprimere il proprio parere, le chiedo però cortesemente di ripassare le basi della grammatica italiana poiché il suo messaggio è pieno di errori. E gli errori formali indeboliscono i contenuti. Stia bene.

    1. Theodor ha detto:

      Margherita non condivido quello che dice,penso che i termini diretti siano i più significativi e sopratutto i più chiari per evidenziare determinati punti.
      Il titolare della recensione ha voluto utilizzare termini appropriati (secondo lui) ma sicuramente poco,molto poco chiari (che infatti ha capito solo lui)…

      mi faccia sapere se ci sono errori anche nel mio commento cosi che possa imparare a scrivere al vs livello.

  4. Silvio Don Pizzica ha detto:

    Spero comunque di vederli dal vivo. Come ho scritto “Gli Alphabetagamma sanno suonare, hanno la carica giusta…”. Dove e quando?

  5. Chiodo ha detto:

    La “recensione” sarebbe proprio da non commentare, ma vorrei farlo ugualmente vista la nonchalance con cui a volte si pubblicano certe cose su internet, e soprattutto quando queste cose hanno una tale infondatezza che si sposa con l’ignoranza. Purtroppo per ora, digitando su Google “alphabetagamma recensione” come prima scelta compare proprio il testo di Silvio Don Pizzica, ma tanto cosa vogliamo farci, questo è il bello e il brutto di internet.
    Perchè dico questo? Perchè per scrivere una recensione, come per scrivere un pezzo giornalistico, per affermare una tesi o l’altra bisogna avere tra le mani informazioni fondate o certezze fondate. Pizzica scrive: “Il suono caratteristico della band di Palm Desert è stato masticato, ingoiato, e digerito a lungo dagli Alphabetagamma..” e continua con riferimenti al vomitare tutto questo nelle nostre orecchie. Innanzitutto queste parole sfiorano l’assurdo, direi che non sono proprio degne di un recensore. Sopraututto perchè il cantante degli alphabetagamma fino ad oggi non conosceva proprio la band di Palm Desert, ogni componente della band pesarese ha un suo bagaglio musicale differente. Come chiamare questo? Un buco nell’acqua del recensore? Per non commettere questo errore bastava semplicemente che Pizzica non caricasse il tutto con una spocchia che nemmeno possiede l’Aldo Grasso della musica. Non è bello imitare i grandi Pizzica, è come indossare un vestito elegante e accorgersi che i pantaloni sono troppo corti e mostrano le caviglie… suona ridicolo; e poi è lei stesso a dirlo.
    Perciò prendendo ad es. il nostro simpatico recensore uso il suo stesso metodo per recensirlo a sua volta: “il carattere del testo mostra una esuberanza tipica di una personalità al primo stadio della sua giovinezza, cioè entusiamo incontrallato che soppianta ogni logica e/o ragionamento a priori. E’ chiara la giovanissima età del recensore, molto chiara, chiarissima. Altrettanto chiari sono i differenti momenti in cui Pizzica ha scritto la recensione. Nella prima parte assisteva alla sconfitta della sua squadra del cuore, pervasa com’è la scrittura da sconforto e rabbia. Nella seconda parte siamo al secondo tempo della partita, e la sua squadra del cuore ha rimontato e pareggiato. Non può non essere che così, è chiaro, chiarissimo. Un’ultima cosa: scrive giustamente che i Kyuss hanno un suono potente e SPORCO. Poi sventola per tutta la recensione l’ignominia che reca con sé l’imitazione, cosa ha sua detta priorità degli ABG. Poi verso la fine consiglia agli stessi ABG di sporcar di più la loro chitarra… perchè? Lungi da loro
    imitare il suono SPORCO della band di Palm Desert”.

    1. Chiodo ha detto:

      mi scuso dell’a con l”h” finale

  6. Chiodo ha detto:

    da vomito direi, per anticipare Pizzica

  7. Silvio Don Pizzica ha detto:

    Sporcare è inteso come sinonimo di “personalizzare”.
    Ho 31 anni.
    Essere ignorante verso (scusa il francesismo) una band quando ascolto il loro primo disco è alla base di un giudizio obiettivo.
    Non credo non conoscan i Kyuss. Altrimenti sarebbe una casualità incredibile (non che sia impossibile, sia chiaro).
    Buon Natale!

  8. Chiodo ha detto:

    Sporcare inteso come sinonimo di personalizzare? Passiamoci sopra. Nel dizionario sinonimi-contrati non l’ho proprio trovato. Certo immaginavo lei non avesse avuto 15 anni, usavo solo il suo stesso metro di giudizio, fondato sull’infondatezza.
    Il cantante non conosceva i Kyuss, gli altri due componenti del gruppo sanno chi sono ma solo perchè conoscono quella scena musicale, niente di più. E non è proprio come scrive lei: “suonare senza sbattersi troppo, senza fottersene del giudizio mio o di chiunque dovesse ascoltarli. Imitare senza paura. Suonare senza troppo sforzarsi…”, non sono un gruppo di ragazzini che stanno lì a far niente scimmiottando il gruppo idolatrato di turno. Hanno la sua stessa età ed anche di più, suonano in una vecchia casa di campagna dismessa e che cade a pezzi, costretti a provare nella stalla dove le lascio immaginare a quanto può abbassarsi la temperatura d’inverno senza riscaldamenti. E fanno di tutto per non calcare la merda che circola oggi, musicalmente parlando. Adesso magari sto anche esagerando, non voglio farli passare da martiri, dunque mi fermo qui. Detto questo, voglio sinceramente rivelarle che lei mi sta simpatico, sì…questo sì, è simpatico…. Buone feste e buon anno Pizzica.

  9. Giacomo Alphabetagamma ha detto:

    Buongiorno Don Pizzica,

    per quanto riguarda la tua domanda su un nostro live, al momento non abbiamo date fissate ma appena ne rimediamo una ti faremo sapere senz’altro.

    Quanto alla recensione, in effetti i tuoi toni e alcune delle tue argomentazioni ci hanno lasciato abbastanza contrariati. Non perché non accettiamo le critiche costruttive o crediamo che il nostro album sia un capolavoro. Tutt’altro.
    Il fatto è che non ci riteniamo degli ingenui o dei menefreghisti, degli imitatori che scopiazzano qua e là, che imitano per paura o ancora peggio per pigrizia, come sostieni tu. In particolare non ci riteniamo degli imitatori dei Kyuss. E ti spiego anche il perché, fornendoti alcune motivazioni estetico/musicali.
    Alla base della nostra musica c’è spesso e volentieri un meticoloso lavoro di ricerca sulle ritmiche. Molte delle canzoni hanno tempi dispari o contengono poliritmi, e via dicendo. Questa caratteristica non la ritrovo nei Kyuss. Già questo basterebbe a dimostrare come il punto di partenza delle nostre composizioni non sia il blues o l’hard rock anni ’70 che il gruppo di Palm Desert ha saputo rielaborare così bene. Da noi c’è dell’altro.
    Se poi vogliamo parlare di suono, non mi pare che il missaggio del nostro album ricordi l’impasto sonoro stracarico di frequenza basse che ha fatto la fortuna dei Kyuss. Anzi direi che per certi versi andiamo in direzione opposta. Personalmente, se davvero avessi voluto copiare i Kyuss, per prima cosa avrei saturato la distorsione della chitarra e magari aggiunto un po’ di phaser. Cosa che non ho fatto.
    E poi ancora le differenze sulla struttura delle canzoni, sull’utilizzo della melodia, e il nostro approccio in generale più scarno e minimale. Non ne sono sicuro, ma non credo che i Kyuss abbiano canzoni in cui per intere strofe non viene suonata neanche una nota di basso. Noi l’abbiamo fatto.
    Tutto questo per dire che magari abbiamo delle caratteristiche che richiamano i Kyuss (vedi sound potente e sporco, riff ipnotici ecc.), ma dietro non esiste alcuna volontà di imitare o idolatrare nessuno.
    Quanto ad Albini, lo apprezzo molto come musicista e soprattutto come produttore. Non a caso abbiamo deciso di registrare il nostro album al Red House Studio. Tutto qua.

    Per il resto, devo ammettere che nel tuo delirio di onnipotenza critica hai centrato anche dei frammenti di verità, e ci hai fornito degli input di cui sicuramente faremo tesoro.

    Saluti

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