Quattro chiacchiere con la giovane formazione toscana in cartellone al Mi Ami 2019.
(di Anna Signorelli)
Qualche settimana fa ho attraversato Milano per andare a sentire live Tonno, band fiorentina che io, in realtà, chiamavo erroneamente “i Tonno” (non fatelo, ho chiesto conferma personalmente, l’articolo non va messo). Il pubblico era super entusiasta, la gente pogava e cantava a squarciagola, e a me sono piaciuti talmente tanto che, mentre mi trovavo in Toscana, sono stata anche all’Ottobit Art Lab, dove si sono esibiti durante un’eliminatoria per il contest Rockunmonte.
Se non sapete chi sono vi consiglio caldamente di farvi un giro sui loro social e fare un bel tuffo nel loro immaginario, che vi darà un’anteprima fedele di quello che poi sentirete suonare sul palco da Alessio (voce e basso), Fabio (chitarra), Nicolò (tastiera/chitarra) e Federico (batteria).
Che genere fanno Tonno? Fanno “musiche punk bamboccine”, a detta loro, e qualcuno li ha definiti i Camillas emo: io, a voce molto bassa, azzardo una similitudine con gli Skiantos, soprattutto per quanto riguarda la parte musicale.
Per farveli conoscere meglio, ho scambiato due chiacchiere con loro: leggete un po’ qua sotto la prima intervista ufficiale (!) a Tonno per chiarirvi le idee, avere info esclusive sul loro video e soprattutto scoprire dove sentirli live prossimamente.
Chi o cosa è Tonno? Breve presentazione per chi ancora non vi ha ascoltato.
Tonno è la tribute band ufficiale degli Zaino, suoniamo esclusivamente musica normale da due anni, abbiamo fatto un EP normale e ora vorremmo fare un album normale.
I vostri testi spesso sono surreali – come nascono le vostre canzoni? C’è una mente dietro oppure contribuite tutti?
Alessio: Le canzoni, di solito, non nascono come canzoni, ma come immagini o frasi che scrivo o disegno, e che poi trovano il loro posto sugli accordi quando ci troviamo in sala prove. Di solito sono un flusso di coscienza e non ci interessa dare un senso esatto, ci piace scoprire il senso un po’ alla volta come se fossero le canzoni di qualcun’altro.
Federico: Il testo scritto, di conseguenza, è l’ultimo elaborato che viene fuori, dopo che la canzone è stata suonata venti volte e ogni volta con qualche differenza. Entriamo in sala e cominciamo a suonare, improvvisiamo tutti, nel mentre registriamo con l’iPhone di Fabio e durante la pausa cicchino-birrino ci gasiamo sulle rec. Così si ritorna in sala e riparte il tutto.
Avete uno stile molto riconoscibile, chi c’è dietro le vostre grafiche?
Alessio: I disegni li faccio usando i pennelli brutti di photoshop e screenando le frasi che scriviamo su Facebook per lo più io e Fede, ci piace usare i social come un diario su cui scrivere le cose che poi forse diventeranno canzoni (praticamente i testi di tutti gli inediti sono già sparsi sul nostro IG con disegnini annessi).
Federico: Quello che scriviamo su Facebook non lo facciamo passare da nessun filtro, in questo senso ci rappresenta molto, descrive la nostra personalità… cioè, per strada diciamo le stesse cazzate che scriviamo su Facebook.
Come mai avete scelto una croce al contrario e il Game Boy come vostro logo?
La croce è in realtà la T minuscola di tonno (come quella che regge il Savonarola nella copertina del disco). Il Game Boy satanico è un’immagine che riassume il nostro ideale di satanismo kawaii per tutta la famiglia, che ricorda un po’ il modo in cui scriviamo le nostre musiche punk bamboccine.
L’ultima volta che ci siamo visti abbiamo parlato delle easter eggs che vi piace inserire in quello che fate; vi va di svelarcene qualcuno?
Guida alle Easter Eggs del video di VHS:
a. All’inizio si vede la faccina sbroscina e dopo che il protagonista sposta le pentole appare glitchata
b. Sulla stessa parete si vede il ritratto del cantautore Theo Wise, Franek Windy e il flyer dell’evento Piero For Christmas ambientato a Genova.
c. Sulla parete a destra della porta della sala ci sono i ritratti di Montag e dei Tropea, ma ci siamo scordati di inquadrarli.
d. Alla fine c’è un messaggio audio subliminale in reverse.
e. Se premi Alt+Ctrl+F8 quattro volte, versi due gocce di sangue sulla tastiera e mangi un Kinder Bueno guadagni una vita.
Nominate un sacco di volte gli Zaino, presentandoli come la vostra cover band. Ma chi sono davvero questi Zaino?
Alessio: Gli Zaino sono stati un progetto post-musicale fondamentale per la mia crescita artistica. La line up era formata da me, il producer Simone Orlandi e il glitch artist Gabriele Martella e forse Gianluca. Poi ci siamo laureati e ci siamo sciolti. Non c’era la musica perché nessuno suonava, ma c’era tutto il resto. Hasta lo Zaino siempre.
E se voi, Tonno, doveste fare la cover di una canzone, quale scegliereste?
Alessio: Una qualsiasi di Mitski.
Federico: Una volta abbiamo coverizzato Beautiful della Aguilera e All the things she said delle t.A.T.u, e ci siamo gasati.
Nicolò: Io continuerei a coverizzare gli Zaino.
Fabio: Sono d’accordo con Nicolò. Ultimamente poi vanno molto di moda le cover band, e di questo noi siamo molto felici.
Parlando di cose più serie, quali sono le vostre influenze musicali? Avete tutti lo stesso background?
Alessio: Io ultimamente ascolto solo una playlist su Youtube che si chiama “Lofi hip hop radio – Beats to relax/study to” (la trovate alla fine di questa intervista, ndr), mi piacciono molto alcune cantanti prese maluccio tipo Mitski o Angel Olsen e ogni tanto mi risento il metalcore. Sulla musica italiana Battisti, Gaetano e Battiato.
Federico: Anche io come Ale ultimamente solo la playlist con la studentessa e il gatto lo-fi, intramontabili The Clash, White Stripes, ma in generale estendo il mio orecchio a qualsiasi cosa, tipo le sigle dei cartoni animati 90’s e colonne sonore di film e videogiochi.
Nicolò: principalmente ascolto musica degli anni 60-70 inglese e americana, potrei quasi dire che grazie a Tonno mi sto avvicinando alla musica italiana. Poi non rinnegherò mai l’amore adolescenziale per il grunge e per i RHCP.
Fabio: Si, pochi gruppi ascoltati fino allo stremo per me, comunque principalmente dal garage americano fino all’elettronica stile MGMT, Beach House.
Domanda per Alessio; so che hai un altro progetto, che si chiama La Gerberette, che già dal primo ascolto è totalmente diverso. Come mai questo cambio radicale di estetica e di linguaggio?
Alessio: Sia io che Fabio e Nic abbiamo altri progetti (rispettivamente La Gerberette, I Casablanca e Lukas and the Strawfires) ma credo che Tonno dia voce in qualche maniera a quello che ascoltavamo e che volevamo essere a 17 anni, che non necessariamente è quello che ci piace individualmente ora. Poi mi piace quando la scrittura dei pezzi è influenzata dagli strumenti usati: ne La Gerberette il mood cantautorale deriva dagli strumenti semi acustici usati (anche se stiamo cambiando sound), in Tonno suono male il basso e credo che il mio essere estremamente limitato su quello strumento abbia dato una estetica lo-fi molto precisa al progetto.
Ci sono artisti nel panorama italiano che ammirate o con cui vi piacerebbe collaborare?
Sì, ma sono morti.
Lascereste i vostri lavori per Tonno, se questo progetto avesse successo?
Alessio: Non credo, perché anche se dovessimo mai avere successo non saprei come trasformare il successo in un lavoro. Non credo sia scontato e meno che mai nella musica, in cui tutto è un’inculata costante.
Federico: Dipende da che lavoro troverò, ma sto studiando architettura e mi piacerebbe molto fare il progettista. Personalmente non voglio che l’una elimini l’altra e viceversa, vorrei una vita integrale.
Nicolò: Anch’io la vedo come gli altri, la musica è un terreno instabile… poi vale il detto “non succede eh, ma se succede…”
Fabio: Fare musica è più una cosa che uno fa a prescindere dal resto, non è un lavoro. Inoltre, almeno per me, staccare e fare altro periodicamente serve anche per elaborare nuove idee.
Quando vi potremo vedere di nuovo live?
Suoniamo l’11 maggio, sempre all’Ottobit Artlab, per la finale del RUM contest. Dopodiché vorremmo organizzarci per registrare le canzoni nuove e poi speriamo di portarle a spasso come un cane storpio ma comunque bellino.
Fatemi uno dei vostri disegni per salutare i nostri lettori.
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Last modified: 1 Maggio 2019