Bambara – Stray

Written by Recensioni

Il nuovo album della band di Brooklyn ci mostra il fracasso dell’oscurità più inquietante.
[ 14.02.2020 | Wharf Cat Records | blues rock, post-punk, noise ]

Nonostante attivi ormai dal 2007 e con cinque full length alle spalle, incluso questo, ammetto di essere in torto completo, avendo fatto la scoperta di questa band di stanza a Brooklyn solo con Stray; reo ma non reiterato mi immergo nel mix di post-punk, noise e blues del trio Reid Bateh (voce e chitarra), Blaze Bateh (batteria e voce), William Brookshire (basso e voce) a partire dall’omonimo fino ad arrivare ai giorni nostri, in questo tripudio di suoni e liriche possenti in un clima decadente e gotico.

Post-punk e blues che fonda le sue radici negli Ottanta dei Gun Club ricalcando con ancor più decisione lo stile di Nick Cave, specie quello di Henry’s Dream, vigoroso, brutale e misterioso; gothic rock e country come i più grotteschi e notturni Sixteen Horsepower, rumorosi quanto basta, cazzuti come degli Idles vestiti a funerale (vedi Ben & Lily, e non è un caso che abbiano anche fatto un tour con la band di Joe Talbot) ma capaci anche di allentare i toni quasi in uno slowcore in stile Devastations (e restiamo in Australia).

Insomma, i riferimenti in questo nuovo disco dei Bambara sono tanti e per nulla nascosti eppure riescono a far parte tutti di uno stile se non unico certamente riconoscibile e corroborato da una scrittura eccelsa e arrangiamenti perfetti per uno scopo che non è quello di rallegrarvi la giornata nonostante non manchino affatto brani carichi e veloci (Sweat).

Oltre alla musica e alle liriche strepitosa anche la voce baritonale di Bateh, che oltre al succitato Cave prende palese e dichiarata ispirazione anche da un certo Leonard Cohen, pur finendo in territori che si avvicinano più allo stile canoro della dark music di tanti decenni fa (pensate anche ai Cramps, ad esempio); voce che coadiuvata da ritmiche a tratti marziali e incalzanti (Machete) crea qualcosa di strepitoso che entra di diritto tra le cose che più ascolterò, insieme alla rabbia sociale degli Idles, in questi anni strani.

Con Stray, i Bambara ci mostrano il fracasso dell’oscurità più inquietante ma soprattutto ci mettono davanti ad uno specchio per mostrarci quanta di questa oscurità sia nascosta, in fondo, dentro le nostre anime.

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Last modified: 18 Marzo 2020