Secondo album da solista per Giovanni Imparato, Corallo prende una piega d’autore decisamente più compiuta.
[ 20.03.2020 | Bomba Dischi | cantautorato ]
Giovanni Imparato si è messo in mostra oltre un decennio fa con i Chewingum, trio marchigiano alfiere di un indie pop allora veramente autentico ed originale. Nel 2017 è avvenuto il suo esordio solista con Pulviscolo, che uscì in piena fase post-Calcutta e forse non ebbe la giusta attenzione che meritava. Se quello fu un diamante grezzo che risentiva ancora dell’eccentrica influenza della band di origine, Corallo – il nuovo disco targato Colombre – prende invece una piega d’autore decisamente più compiuta.
L’album suona come una lunga canzone dell’amore perduto: negli otto brani che lo compongono l’artista pesarese canta della fine di una relazione, di tutto quello che resta dopo, di amanti che ormai non riconosciamo più e di sentimenti tenuti dentro fin troppo. A livello musicale le influenze provengono a tratti dai Baustelle, ma soprattutto da Brunori Sas, con cui Colombre condivide sensibilità, raffinatezza e una comune passione per Dalla e Rino Gaetano.
Arcobaleno, uscito già qualche mese prima come singolo, si conferma il pezzo più riuscito dell’intero disco, con un arrangiamento patinato e leggiadro che non lascia indifferente l’ascoltatore. Notevole anche la chiusa del disco di Anche tu cambierai, una ballad dal sapore retrò scritta a quattro mani con Letizia Cesarini ai più nota come Maria Antonietta. Scelta di certo non casuale, dato che Colombre con Maria Antonietta condivide i natali e da qualche anno una relazione sentimentale, coltivata negli anni della crescita musicale comune avvenuta nello stesso ambiente, quella Pesaro solare e creativa da cui sono uscite piacevoli realtà artistiche tra cui anche I Camillas del geniale Zagor, che pochi giorni fa ci ha lasciato troppo presto.
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Last modified: 19 Aprile 2020