Perché la vita di ognuno di noi è già di per sé incredibile a suo modo.
[ 10.03.2020 | Vina Records | itpop ]
Le persone a cui vuoi bene, le cose per cui stai male e poi stai bene e poi ci ridi e piangi un po’, l’amore, i tuoi, la montagna, una chitarra, i fogli pieni, il telefono come registratore, lo studio di un amico, la musica, la sincerità. Ho scritto delle canzoni che poi ho fatto sentire ad un amico che ha chiamato un suo amico! Tvb perché sei qui, cioè non solo perché sei qui, ok mi sono incartato, comunque hai capito, facciamo cosi’, tvb perché sei.
È questo il “manifesto” artistico itpop fino al midollo di Pattoni e le parole con cui presenta il suo album d’esordio Oceano, Ora. Indie già nelle sue origini, con canzoni scritte quasi per gioco in un diario necessario a esorcizzare le paure del futuro e scacciare i fantasmi del passato; e sincero, che piaccia o no, nel raccontare le sue storie banali, per qualcuno, come potrebbe essere banale la vita di ogni ragazzo qualsiasi su questa terra.
Ordinario eppure tanto importante. Normale come la malinconia di un ventenne, come quel senso di solitudine che ci pervade in mezzo al mondo quando poggiamo il telefono e siamo soli davvero. Normale come un addio, come l’amore negli occhi di chi non è innamorato, scialbo come la nostra esistenza consueta. Banale che, l’avrete capito, si traduce in naturale, umano: perché le storie di Oceano, Ora sono racconti che parlano di tutti senza sforzarsi di cercare nulla di straordinario perché la vita di ognuno di noi è già di per sé incredibile a suo modo.
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Lo stile di Pattoni è lontano dall’itpop più attuale e parte invece dalle origini, dal cantautorato di Dente e Brunori, senza frasi a effetto ma con una scrittura delicata alternata a strumentali a dare conferma del desiderio di essere solo se stesso.
Oceano, Ora come ogni solito disco d’esordio è pieno del suo autore, pregi e difetti tutti inclusi, come la voce non troppo ammaliante e la scrittura “greggia”; nulla che vi faccia sobbalzare dalla sedia e del resto l’unica cosa che sembra chiedere è che gli dedichiate il tempo di un ascolto, come quell’amico che v’invita a prendervi un caffè per raccontarvi della sua ultima, ennesima, delusione d’amore ma in fondo sapete che ha solo bisogno di parlare con qualcuno.
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Last modified: 16 Marzo 2021