Il talento hyperpop pone le basi per il nuovo suono del futuro.
[ 25.03.2021 | autoprodotto | hyperpop ]
Dopo quella figata intitolata Girlgirlboy del 2019 a nome Milkfish, altre produzioni con SixImpala, Papaya & Friends e Curryrice e diversi singoli col moniker Underscores, ecco finalmente il primo full length che dovrebbe o potrebbe confermare un incredibile talento per l’artista californiano di stanza a New York.
Fishmonger è un album versatile, variegato, non rivoluzionario ma che legge in maniera impeccabile il presente, con le sue melodie pop, l’utilizzo oculato dell’elettronica, la future bass che incontra la trap e il glitch. Un album che da l’idea di come dovrebbe essere oggi un disco alternativo per non suonare anacronistico ma che, incastonandosi perfettamente nell’attuale, finisce per protendersi verso il futuro, verso un suono che si scorge ma non ancora c’è, fatto di riletture r’n’b, emo, elettronica e contaminazioni commerciali.
Un disco in grado di suonare agevole ed appetibile grazie ad una pregevole ricerca melodica ma che raggiunge picchi emotivi quasi impossibili in contesti più plastici e tesi ad una illusoria pseudo perfezione estetica.
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Hyperpop, abbiamo detto, o più semplicemente ed evitando lungaggini didascaliche, elettronica che incontra il pop mantenendo un’animo libero ma rinunciando anche alla pulizia del suono in favore di una maggiore grinta data dalla spigolatura del rumore qui usato come parte integrante della musica.
La traccia che apre il disco (70%) è un violento e irriverente garage noise pop che pare disattendere ogni considerazione sul disco ma, in realtà, non farà altro che preparare il terreno a qualcosa di ben diverso ma non antitetico. Second Hand Embarrassment è la prima vera traccia che racchiude tutte le caratteristica di questa “nuova ondata del futuro”, come la definisce lo stesso Underscores: ancora troppo pulita e legata al passato nella prima parte ma che presto mostrerà tutto il potenziale dell’intera opera rivelandosi una delle tracce più intriganti insieme alla successiva.
Bozo bozo bozo introduce i già citati elementi future bass e trap a favore di ideali gender fluid e in contrasto con la misoginia del genere mentre Kinko’s Field Trip che parte come uno strano ed intimo pezzo folk darà davvero l’idea di quel suono nuovo di cui abbiamo parlato. Se Where Did You Fall rappresenta quasi un intermezzo stilistico e sarà dalla successiva Spoiled Little Brat, quasi un delirante brano japan power pop, che il disco inizierà una lieve mutazione che appiattirà l’opera sulle sue radici hyperpop.
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In conclusione, Fishmonger riuscirà a proporci un suono freschissimo, apparentemente spensierato, sessualmente fluido, potente ma di facile ascolto: pop punk futuristico su voci hyperpop e brani divertenti, con una buona varietà stilistica che da un lato suggerisce possibili strade alternative anche per produzioni mainstream, dall’altro fornisce una mappa con percorso inverso dal mainstream al diy.
Tuttavia, tante saranno le idee suggerite, a volte anche con una perdonabile aria confusionaria, ma non portate a compimento e l’assenza di pezzi davvero memorabili farà del disco solo la possibile base di qualcosa che dovrà ancora venire.
Per la nuova ondata del futuro c’è ancora da attendere: per ora teniamoci un disco emozionante che non smetteremo presto di ascoltare e rimandiamo parole più grandi di noi al secondo full length, sperando non arrivi quando il futuro sarà già passato.
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Last modified: 12 Aprile 2021