Pills devetnaest tjedna (consigli per gli ascolti)

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Alle Pills! La causa di e la soluzione a tutti i problemi della vita!

Silvio Don Pizzica
Daft Punk – Random Access Memories   (Fra 2013)   Nu Disco     3,5/5
Un disco pieno di collaborazioni, con unhype enorme alle spalle e che si divide tra brani disco old style, momenti leggeri e altri dalla forte impronta Daft Punk. L’album che non ti aspetti e che sembra urlare la consapevole grandezza del duo parigino.
Luminal – Io Non Credo   (Ita 2011)   Alt Rock   3,5/5
Terza settimana e terzo e ultimo disco dei Luminal, secondo in ordine temporale. Tutti i difetti dell’esordio vengono smussati ma siamo ancora lontani da Amatoriale Italia. Resta un Rock poco originale pur se con testi interessanti.
The National – Trouble Will Find Me   (Usa 2013)   Indie Chamber Pop   3,5/5
Album che mi ha creato non poche difficoltà. Nessuna novità rispetto al passato e per un sound cosi pulito come il loro il rischio di annoiare è tanto. I National sembrano meno carichi ma al terzo ascolto cominci a entrare e innamorarti dei pezzi in maniera insospettabile.

Max Sannella
16  Horsepower –  Low Estate   (Usa 1997)  Folk   4/5
Il tono anticonformista delle roots music americane
Skunk Anansie – Paranoid & Sunburnt   (Uk 1996)   Rock   4/5
Carisma, abilità e aggressività in un esordio lirico e prestante e selvaggio.
Slayer – Hell Awaits   (USA 1985)   Trash Metal   4/5
Violenza elettrica e alte quotazioni metalliche, un campo minato in cui non si sa dove mettere i piedi.

Lorenzo Cetrangolo
Otis From Rigor Monkeez  – L’Unità Singola   (Ita 2012)   Rap   3/5
Primo disco di 1/3 degli emergenti milanesi Rigor Monkeez. Alti e bassi, in cui però spiccano originalità, umiltà e voglia di non livellarsi su cliché stantii. Aspettando il full-lenght d’esordio del gruppo, in uscita a breve.
L’Aura – Okumuki   (Ita 2005)   Pop   3,5/5
Esordio discografico della cantautrice bresciana. 11 tracce di pop/rock leggero e sbarazzino, con una voce caleidoscopica e qualche ingenuità di troppo nelle liriche.
Junius – The Martyrdom of a Catastrophist   (Usa 2009)   Art Rock, Post-Rock   3,5/5
Rock artistoide e “post” cupo e profondo, equidistante fra certe sonorità metalliche e melodie distanti e nebbiose.

Maria Petracca
Gustavo Cerati – Bocanada   (Arg 1999)   Pop Rock   4/5
Quando ti capita di dire tanto è sempre la stessa musica, non ti resta che andare dall’altra parte del mondo per scoprire come certi ritmi tribali, certe melodie e la lingua spagnola possano dare una veste del tutto nuova alla tua musica di sempre. E’ questo il  Rock della terra del tango.
Tori Amos – Under The Pink   (Usa 1994)   Alternative Rock   4/5
Tori Amos è un’indiscussa regina di bellezza e terrore insieme. E questo  disco, che sa sussurrare piano all’orecchio, può provocare anche stati d’inquietudine di alto livello.

Diana Marinelli
I Quadro – Un Altro Giorno   (Ita 1970)   Rock, Hard Rock   5/5
Primo album dello storico gruppo rock conversanese ritornato sulle scene qualche anno fa per riproporre la storia del Rock e soprattutto i suoi bellissimi brani originali come “Al Conte Pub” e “Ninna Nanna”.

Marco Lavagno
KT Tunstall – Tiger Suit   (Sco 2010)   Pop, Alternative Rock   3,5/5
Maturo, più spigoloso e meno immediato rispetto al passato. Sarà Berlino (il disco è registrato nei mitici Hansa Tonstudio), sarà semplicemente l’età che avanza (e a vederla comunque per lei avanza bene), ma la cantautrisce scozzese stupisce ancora. E il folk si sente meno ma rimane ben incanalato nelle vene.
Frank Turner – Poetry of The Deed    (Uk 2009)   Folk Punk   3/5
La rabbia dei Million Dead è lontana e la carriera solista di Frank parte con un disco discreto. Chitarra acustica, qualche sprazzo di melodia e di elettricità. Paga onestamente il suo tributo a Joe Strummer, ma nulla di più.

Marialuisa Ferraro
Thievery Corporation – The Richest Man in Babylon   (Usa 2002)   Dub, Trip Hop   3/5
Tantissime sono le suggestioni che caratterizzano questo lavoro: anzitutto il continuo scarto sul piano linguistico, in continua oscillazione tra l’inglese, lo spagnolo , il portoghese, il francese e persino il persiano. E poi anche i riferimenti musicali sono i più disparati, nel tentativo di realizzare brani sperimentali ma non pesanti, elaborati ma mai eccessivamente artificiosi. Non è sempre un disco immediato o coinvolgente, ma sicuramente riesce a risultare molto piacevole.

Last modified: 25 Maggio 2013

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