Cool World, il mondo senza futuro raccontato dai Chat Pile

Written by Recensioni

Il secondo album della band sludge-noise americana ci mette davanti agli orrori di tutti i giorni, senza scuse: ora dovete guardare.
[ 11.10.2024 | The Flenser | sludge, noise rock ]
Un Midwest americano che sa tanto di Nordest italiano.

Il cielo plumbeo indica che ha già piovuto, e a breve pioverà di nuovo. L’aria odora di asfalto bagnato e tubi di scarico. Le nuvole sono basse, abbracciano le montagne in lontananza, oltre ai tetti e alle antenne. Qualche albero completa l’orizzonte, ma è tutto grigio: le chiome delle magnolie, i tetti delle case, i muri dei condomini. Quell’atmosfera grigia che rappresenta il nordest in ottobre, qualcosa che nemmeno il cambiamento climatico sta riuscendo a cancellare.
Un’atmosfera perfetta per scrivere di una band che sembra uscita direttamente da questo meteo, che da queste nuvole, da questo grigio, da questa nebbia, crea materia musicale, ammassa riff e ritmi che inspirano bruttezza ed espirano canzoni che te lo fanno prendere a pugni, tutto questo grigio.

I Chat Pile da Oklahoma City hanno la faccia di chi ne ha viste fin troppe. Cool World è il loro secondo album, ed il titolo nasconde nemmeno troppo velatamente un’ironia rivelata già dai primi secondi di I Am Dog Now, quando quel muscoloso caracollare di chitarra, basso e batteria che avevamo imparato ad amare nel debutto di God’s Country si ripropone bello pieno e familiare, il suono che abbiamo imparato ad amare.

@ Matthew Zagorski
Un disagio necessario.

Remember, everyone bleeds!” sbraita Raygun Busch (nome ben poco vero), con versi che cadono all’interno dei pezzi come barre di metallo sul pavimento. “No cage, nowhere to go at all”, esseri umani trattati come non-persone, di cosa ci stupiamo se si comportano come animali? 

Il sociale, i reietti, non solo. Tutti temi che già in God’s Country erano ben presenti e centrali (“I’ve never had to push all of my shit around in a shopping cart, have you?” cantava Busch in Why) e che in Cool World vengono riproposti su scala globale. Dopotutto siamo passati da uno Stato al mondo intero, non c’è da stupirsi che buona parte dell’album parli di guerra.

“It’s just a big anti-war statement, the whole album – every song is about how much I hate war. Man’s greatest shame.” afferma Busch in un’intervista con Crack Magazine. E forse la potenza – e il relativo successo, ovviamente da mettere in prospettiva – di una band come i Chat Pile sta proprio in questa totale mancanza di autocensura, che dopotutto è la cosa che ti fa vendere i dischi e scalare le classifiche di popolarità.

Quando sei una band di persone che hanno superato da un pezzo i trent’anni e che suona un poco sexy ibrido di sludge e noise, l’ultima cosa che ti preoccupa è autocensurarti. In tal senso, un pezzo come Shame (forse l’apice dell’album) è il manifesto anti-guerra definitivo, una vera e propria war-song capace di appendere al muro azioni e moventi dei politici di mezzo mondo, riuscendo al tempo stesso ad essere anche il brano più orecchiabile della carriera dei Chat Pile.
Il tutto, parlando in rapida successione al cuore (“In their parents arms, the kids were falling apart / Broken tiny bodies holding tiny still hearts”) e allo stomaco (“There are myriad ways to destroy human skin / Red flesh exposed raw over and over again”).

Perennemente in guerra.

Se God’s Country si comportava come un massiccio blocco unico di rumore, rabbia e acredine, in due pezzi Cool World mostra già una varietà compositiva quasi inaspettata per una band apparentemente così rozza.
Frownland e Funny Man riprendono il filo dal pantano di I Am Dog Now, mentre Camcorder dilata i toni, le chitarre si fanno liquide (l’acqua è pur sempre putrida e limacciosa, mettiamolo in chiaro), la voce di Busch sembra quella di Nick Cave dopo 12 ore in miniera e infinite sigarette di dubbia marca, il racconto dell’orrore trasmesso in mondovisione: “And they were back, out in the world then / And their skin was cold to the touch” cambiamo canale e “Let’s watch it again”.
Anche Tape, pur riprendendo i guizzi noise a cui siamo abituati, vibra insieme alla chitarra imbizzarrita di Luther Manhole (lol), che flickera come il neon di una sala interrogatori, o di un obitorio (“They made tapes / It way the worst I ever saw”).

Un assaggio di questi Chat Pile musicalmente più liberi lo avevamo già avuto con Masc, il secondo singolo estratto, che mischia lo sludge con i primi Korn (di cui la band dell’Oklahoma è grande fan), tratteggiando stavolta una storia più personale, che anche dal video si può interpretare come quella di una donna che indossa una metaforica maschera per sopportare la MASColinità tossica del marito, poiché sa che le conseguenze di un comportamento diverso sarebbero fatali (“It’s your world / So cut / Cut me open”).
La guerra dopotutto non si combatte solo in quei posti lontani che vediamo al TG mentre ceniamo, Palestina, Ucraina, Libano, ma anche dentro molte case, molto più vicine a noi di quanto pensiamo (o di quanto scegliamo di non vedere).

Un Cool World inquietante all’orizzonte.

Cool World non è un disco di argomenti glamour, e soprattutto non è un disco che fa stare bene. Se i brani suonano alla grande è perché dietro ci sono dei musicisti eccezionali che con le loro idee e i loro ideali prendono un qualcosa che senza contenuti potrebbe risultare monotono e lo elevano allo step successivo.

E non è nemmeno un album che offre un raggio di luce.
From the time you were born it was over / Dreams shattered on the ground” esordisce la traccia di chiusura, No Way Out: e, se ti fermassi per un attimo a pensare al futuro che c’è per questo mondo, cosa diresti? Quel cool world – solo in apparenza – cosa nasconde sotto al tappeto? E quante di quelle cose, magari alla luce del sole, ci hanno ormai anestetizzato a tal punto da considerarle normali?
Ecco, a volte dischi così fanno bene perché – musicalmente e non – vogliono solo prenderti a cazzotti in faccia.

***

Non più tardi di ieri, i Chat Pile hanno annunciato una data italiana per il 2025, la loro prima in assoluto: un’ottima occasione per vedere dal vivo una delle band più interessanti attualmente in circolazione.

LINK

Sito web
Bandcamp
Instagram
Facebook
X

SEGUICI

Web • Facebook • Instagram • Twitter • Spotify • Telegram

Last modified: 18 Ottobre 2024