Avranno di certo un buon impatto dal vivo i Portoflamingo, band che mi piace immaginare in una piazza di paese piena di gente che balla e si dimena con dentro tanta voglia di spensieratezza e birra fresca. Nati a Prato nel 2000, questi sei vivaci musicisti iniziano a calcare la scena con i loro trascinanti live in giro per l’Italia ma è nel 2008 che si fanno notare davvero vincendo al MEI, con il video di “Sotto Vuoto Spinto”, il premio per il miglior soggetto. Con il loro ultimo lavoro, Lamoresiste, quarto album in studio, i Portoflamingo intraprendono un viaggio sonoro verso un’utopica felicità, tutto all’insegna del Folk Rock o, se vogliamo, della World Music. Dodici tracce dal ritmo brioso,fatte per cantare tutti insieme allegramente e, perché no, dimenticarsi per un po’ che la vita a volte è proprio una merda. Lamoresiste contiene brani innegabilmente ispirati alle ballate popolari e scanzonate della Bandabardò (in particolar modo “Zanzare” e “Cellophane”); non a caso i nostri hanno avuto occasione di esibirsi con la band di Erriquez nel 2007 al Mantova Musica festival. In alcuni pezzi, vedi “Elezioni” ed “È Vero”,si percepisce l’audace tentativo, non proprio riuscito, di attingere a un cantautorato italiano più impegnato. Ma dopotutto, non avrebbe senso chiedere ai Portoflamingo di essere troppo “impegnati”, andremmo a “inquinare” la loro leggerezza di fondo, che non è superficialità, ma è solo voglia di ironizzare e giocare col senso della vita almeno per quarantatre minuti. Quello che sento è anche un po’ di sana tenerezza per chi, in anni bui come questi, tenta ancora di portare la buona novella nei cuori della gente con “Un disco pensato, scritto e suonato per ricordarci che il male vince sempre…ma l’amore esiste lo stesso”.
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Last modified: 20 Febbraio 2022