Certo che stiamo parlando di musica suonata con i contro cazzi, questo è un dato di fatto. Nessuno metta la mano sul fuoco, brucia. I Sùr sono tre ragazzi piemontesi forse troppo legati agli anni novanta per far esplodere e trasmettere le proprie idee artistiche negli avanzati anni zero. Ascolti immortali come Alice in Chains, Stone Temple Pilots, Kyuss e tutta la schiera forte di quel periodo devono aver toccato indelebilmente le menti di questi ragazzi che non riescono proprio ad uscirne fuori, ascoltare la loro EP Brainshift per rendersene conto. Indubbiamente quattro pezzi (belli lunghi lunghi) suonati a regola d’arte, è poca la differenza che si nota tra loro e un dinosauro del genere ma l’imbarazzo dell’epoca mette stranezza nei miei ascolti. Qualcosa rende il tutto stranamente insopportabile, il gusto di una cover band è troppo forte per passare inosservato, qualche piccolo accenno di nu-metal mi riporta quasi all’attualità ma è veramente poco per poter giudicare un lavoro di queste intenzioni. Sicuramente i giudizi positivi fioccheranno da tutte le parti, questo è ovvio, sono tecnicamente bravi e fanno musica giá testata e sperimentata venti anni fa, in più la fanno bene. Ma questo non basta per essere vincenti, bisogna caricarsi di nuove responsabilità sulle spalle, avere delle idee da mettere in pratica, sentirsi orgogliosi di essere i creatori di se stessi. Chi non lavora non fa l’amore.
Brainschift rimane nei miei ricordi come una buona demo suonata alla perfezione ma senza cervello, i Sùr sono una band che attualmente preferirei vedere in un pub piuttosto che comprare un loro disco. Rischiare ragazzi è un obbligo morale nei confronti di chi vi ascolta, avere una propria personalità vi aiuterà a fare il salto di qualità di cui avete bisogno, le altre carte le avete tutte.
Last modified: 14 Marzo 2012
Sono andato a cercarli sono poco personali vero però sono meglio di molta roba che si ascolta oggi. Stiamo dimenticando la tecnica? Comunque concordo