La band friulana torna con un nuovo album aver diviso il palco con Motel Connection e Modena City Ramblers.
Attivi dalla metà degli anni 2000, i friulani Alba Caduca, tornano con il nuovo disco, Uomo Nuovo, dopo aver fatto parlare di sé più che positivamente la critica e ottenendo piccoli successi personali come la realizzazione del tour in Bosnia Erzegovina e l’aver diviso il palco con gruppi blasonati come Motel Connection e Modena City Ramblers.
Uomo Nuovo è aperto dalla furente “Vivo”, mix tra i Litfiba pre svolta commerciale e l’intera corrente Grunge, il tutto arricchito da liriche profonde e incentrate sui problemi attuali della nostra società. L’attacco di “NQO” ricorda la chitarra poderosa di Daron Malakian dei System of a Down, anzi, addirittura l’intero brano ha svolte orientaleggianti tipiche della band armeno-americana. Il tocco di classe è “Aniel”, la canzone che più mi ha colpito grazie a un chorus melodico piuttosto orecchiabile e ben costruito tra le seconde voci e il cantato principe di Massimo Dubini, il cui vibrato è una sorta di marchio di fabbrica della band. “Exodant” resetta ogni nostra certezza ricorrendo a una forte componente elettronica, finora solo paventata da sospetti non confermati. “Buco di Pietra”, primo singolo estratto dal disco, ritorna al Grunge delle prime tracce, mischiando sonorità tribali alla rocciosità dei vari Staind, Unjust e compagnia bella. La rarefatta “Scarti di Stelle” e la falsamente silente “Prenderti Mai” mantengono alte le aspettative, mentre l’ascolto volge all’inevitabile epilogo.
Togliendo qualche piccolo svarione stantio, Uomo Nuovo è un album dove cuore e cervello sono stati messi totalmente a disposizione della musica, quella vera, trasudante passione e autenticità. Consigliatissimo.
Alba Caduca Alt Rock autoprodotto Giovanni Panebianco Litfiba Modena City Ramblers Motel Connection Staind System of a Down Unjust Uomo Nuovo
Last modified: 20 Febbraio 2022