Tutto improvvisamente prende un sapore dolciastro nonostante le vuote giornate spese a fare niente. Gli Amycanbe suonano freddi in una macchina immobilizzata dal gelo dell’inverno appena iniziato, il nuovo disco “Mountain Whales” impreziosisce la fama di questa omogenea band. La voce persuasiva scava incavi profondi fin dove le nostre braccia deboli non possono arrivare schiacciando tutte quelle incomprensioni con le quali siamo costretti quotidianamente a fare i dovuti conti. Tutto sembra essere semplice, spaziare con la fantasia per sentirsi liberi di trasportare la mente dove meglio si crede. Ma comunque freddo polare. L’occhio tagliato di Bjiork e il sound decisamente nord europeo ambientano il tutto in altre storie lontane dal nostro medio sedersi sulle situazioni, boschi innevati e la paura di perdersi per sempre. Il sogno si rende elemento chiave dell’intero lavoro elettro sentimentale che raccoglie maturo l’eredità pesante del precedente disco “The World is Round”, un tripudio di esaltazioni sperimentali arrangiate come la tradizione insegna e forse anche in maniera superlativa.
Niente può essere meglio degli Amycanbe, roba italiana doc da tenere sotto stretta presa per non perdere quello che di meglio possiamo esportare all’estero con petto rigonfio di fierezza e orgoglio nazionale. “Mountain Whales” riamane comodamente piazzato in quel sottile confine che distingue il sogno dalla realtà regalando a chiunque ne voglia una pura sensazione di piacere. Una band ormai affermata che non deve dimostrare il proprio valore a nessuno. Anche questa volta micidiali.
Last modified: 21 Dicembre 2011