An Evening with Giorgio Moroder @ Big Bang! OGR Officine Grandi Riparazioni, Torino | 30.09.2017

Written by Live Report

È stato bello tornare a varcare l’ingresso delle OGR di Torino, ed è stato ancor più bello scoprire che questa lunga riqualificazione (ben 3 anni di lavori) non ne ha alterato il grande fascino.


Sembra di essere a teatro: saranno le prime parole di Moroder sul palco, ed è verissimo, un meraviglioso teatro post-industriale con alle spalle oltre 120 anni di storia, purtroppo – probabilmente anche vista la cospicua presenza di politici e VIP – non ancora totalmente visitabile dal pubblico durante questa serata inaugurale.
Qui due foto all’interno di una zona dell’ala nord, per l’esattezza la cosidetta Sala Fucine, quella che si dedicherà all’arte in tutte le sue forme, quella dove tutti sperano si vedranno grandi cose (fin qui già annunciati Kraftwerk per C2C, le Piano Lessons con Ezio Bosso, Brad Mehldau, Yann Tiersen e Michael Nyman, uno show speciale dei New Order in collaborazione col Manchester International Festival, ed OGR Award per Artissima): due foto che forse non dicono molto, ma se visiterete questo imponente spazio di persona ne sarete inevitabilmente conquistati.

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A dare il la a questa nuova vita della struttura è stato Alva Noto, che ha presentato il suo ultimo progetto audio-visivo UNIEQAV preceduto, e sul finale di set accompagnato, da Anne-James Chaton. Purtroppo a questo show hanno potuto assistere solo pochissimi fortunati, ma grazie alla piattaforma globale Boiler Room è stato comunque possibile seguire lo spettacolo in diretta in ben 150 paesi del mondo (eccovelo, se vi interessasse).
Un inizio in grande stile dunque, prima dell’attesissimo primo spettacolo aperto al grande pubblico, il concerto di Giorgio Moroder, il vero inizio di una festa denominata Big Bang! che scalderà i motori di questa cattedrale della storia industriale di Torino e d’Italia anche durante i primi due sabati di ottobre.

Sul palco con Moroder i 36 musicisti dell’Heritage Orchestra (della quale fanno parte anche tre coristi) e dell’Ensemble Symphony Orchestra, dirette dal maestro Jules Buckley che hanno riarrangiato con estrema cura i brani presenti in scaletta. Violini, contrabbasso, batteria, percussioni, fiati, gli immancabili synth, ed a tutto questo aggiungete le due voci soliste, agli antipodi nel modo di tenere il palco, di Shingai Shoniwa (The Noisettes) ed Hayden Thorpe, che immagino alla sua prima uscita dopo il recente scioglimento degli Wild Beasts.

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Il buon vecchio Giorgio, in realtà, ha più che altro fatto da presentatore e distributore di aneddoti più o meno conosciuti, partecipando attivamente allo spettacolo, alla voce, solo durante “From Here to Eternity” e “Giorgio by Moroder”, quel brano dei Daft Punk che ha contribuito alla riscoperta ed alla riesplosione del fenomeno trentino, col quale si è chiuso il live, con gli inchini di Thorpe e della Shoniwa al cospetto del grande producer.

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Le orchestre hanno ovviamente arricchito molto i vari brani e si è assistito a momenti che hanno esaltato il dialogo tra i molti strumenti presenti sul palco con bei bilanciamenti tra suono orchestrale e sintetico, e grandi crescendo collettivi, soprattutto durante i pezzi esclusivamente strumentali, tra i quali “Chase” (dalla colonna sonora per Fuga di Mezzanotte che valse al Nostro il primo Oscar), “Night Drive” (da American Gigolò) e “Tony’s Theme” (da Scarface, altro Oscar).

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Shingai Shoniwa, che non avevo mai visto prima di questa sera, è salita sul palco stretta in un abito dorato che non passava inosservato per confrontarsi, con un’energia (fisica e vocale) veramente pazzesca, con un paio di pezzi di Donna Summer, tra i quali una “Love to Love You Baby” dall’arrangiamento naturalmente più fervido e ‘rock’, cosa che ha esaltato la presenza scenica e la capacità di coinvolgere il pubblico della vocalist dei Noisettes rendendo però il brano meno orgasmico.

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Assai più compassato l’atteggiamento di Hayden Thorpe, capace però di catturare l’attenzione di tutti grazie alle sue interpretazioni, tra le quali una “Take My Breath Away” (Berlin da Top Gun) che il Nostro si veste addosso aumentandone ulteriormente la carica drammatica e trasformando così per 5 minuti la festa in un funerale, ed una “Cat People (Putting on Fire)” estratta dalla colonna sonora de Il bacio della pantera, nella sua versione originale interpretata dall’immenso David Bowie.

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Paragrafo a parte meritano anche i tre coristi, il loro impasto vocale è sempre ottimo e quando i brani richiedono di venir fuori con più forza paiono una dozzina, inoltre ognuno dei tre interpreta un brano, e se l’uomo ha l’onore di duettare con Giorgio durante “From Here to Eternity”, alle due donne spettano “What a Feeling” (da Flashdance), tra i brani che più esaltano i presenti, e la canzone di Moroder e Donna Summer per eccellenza, “I Feel Love”, brano che nel 1977 ostacolò Bowie e Brian Eno nell’impresa di trovare la musica del futuro: ad arrivarci prima di loro fu un baffuto ragazzo italiano di Ortisei di nome Giorgio.

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Abbiamo dunque assistito ad un bel concerto ed ad una una buonissima prima delle nuove Officine Grandi Riparazioni e del loro Big Bang!. Una prima purtroppo macchiata nel successivo live di Ghali ed Elisa dallo stupido gesto di un singolo che ha fatto interrompere le esibizioni rendendo l’aria irrespirabile con uno spray urticante (fortunatamente la sala è stata svuotata senza problemi e senza grandi tensioni).
Sperando prima o poi la mamma dei cretini la smetta di partorire, auguriamo buona e lunga vita alle OGR, auspicando che questa grande realtà possa far capire a chi di dovere che di arte e di musica si può anche provare a vivere, ed augurandoci che scoprendolo si vada maggiormente incontro alle numerosissime piccole realtà che con passione e fatica da sempre tengono viva la cultura, in questa bellissima città come in tanti altri posti d’Italia.

Last modified: 21 Febbraio 2019

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