La genuinità di poche canzoni, una voce e una chitarra.
[ 20.03.2020 | autoprodotto | cantautorato ]
Poco più che ventenne, la cantautrice ferrarese Arianna Poli non perde tempo per passare dalle cover caricate su YouTube e registrate nella sua camera a scrivere canzoni originali transitando per una breve esperienza nel mondo dell’alternative rock.
Esordisce con Ruggine nel 2018 grazie alla presenza del produttore Samuele Grandi, che la porterà in giro per l’Italia e a condividere il palco con Giorgio Poi, Gomma e tanti altri. A marzo scorso, Arianna pubblica il suo nuovo EP, tre canzoni per undici minuti di musica, chitarra e una voce splendida che abbiamo avuto il piacere di ascoltare in una diretta streaming di presentazione che si è sostituita al concerto previsto prima dell’emergenza.
Un piccolo lavoro che rappresenta un momento cruciale per il percorso dell’artista e che diventa il compendio del lungo tour in cui, in pochi minuti, cerca di riversare ciò che questi live le hanno lasciato, artisticamente ed emotivamente. Tre brani che entrano nel repertorio di Arianna già nel tour e che ora la musicista ci propone in una chiave più intima; frammenti perfetti per esaltare la sua voce e la sua timbrica singolare ma non troppo da poter suonare antipatica a qualcuno e una chitarra suonata con cura e perizia senza inutili virtuosismi.
Da questa premessa, nasce la nuova versione dell’opening Finchè esisto, brano già noto ai suoi fan affezionati e qui in una veste nuova e sensuale, involucro in cui la voce calda e intensa da l’idea di sentirsi a proprio agio. La vera novità dell’EP è Ryanair, pezzo più malinconico e compassato del precedente sia per liriche sia per struttura ma non per questo meno interessante; anzi, proprio per le divergenze dal precedente, brano necessario per capire tutto lo spettro emotivo che Arianna riesce ad abbracciare con così pochi mezzi a disposizione.
Stessa identica cosa la troveremo nel brano di chiusura, Quando tornerai dall’estero, ovviamente cover di una delle più famose canzoni di Vasco Brondi cui Arianna ha detto più volte di dovere tanto. Anche in questo caso, il brano ridotto ai minimi termini mette in luce tutta la bellezza della sua voce e le sue capacità di evocare sensazioni; del resto, se è vero che comunemente un brano ridotto tanto all’osso è considerato più semplice da eseguire rispetto alla sua versione con arrangiamento, effetti e tutto il resto è anche vero che proprio l’essenzialità è la prova del nove per scoprire la squisitezza pura delle canzoni e delle qualità del suo esecutore.
In Grovigli, Arianna mette in luce tutto il suo incanto muscoloso e aggraziato con una sfrontatezza genuina che ci lascia con quel sorriso appagato di chi sa che sarà una voce che riascolteremo tanto in futuro, magari stavolta in abiti eleganti.
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Last modified: 27 Aprile 2020