Il racconto elettronico di dieci giorni a Tegallalang.
[ 31.01.2020 | Leaving Records | tribal ambient ]
Opera prima di un collettivo in cui figurano i newyorkesi Tristan Arp e Kaazi e Melati Malay di Jakarta, Temporary Music è stato registrato in circa dieci giorni a Tegallalang, distretto di Gyanyar in Indonesia famoso per le sue risaie a terrazze. Melati Malay è solita tornare annualmente dagli Stati Uniti nelle sue terre d’origine e proprio in uno di questi viaggi, accompagnata dai suoi compagni, ha realizzato quest’opera tribal ambient in una casa immersa nella giungla creando uno studio temporaneo in cui i brani sono stati registrati seguendo la strada della libera improvvisazione.
Elettronica minimale e ripetitiva come nella migliore tradizione tribal ambient, in cui la voce affoga come uno degli altri strumenti utilizzati, e musica che riesce ad avvolgere l’ascoltatore come una nuvola. A fare da padrone sono i ritmi caldi e morbidi e la voce di Melati usata con cura e oculatezza; una commistione perfetta che crea un’atmosfera sfuggente e profondamente incline a trascinarci nei paesaggi naturali del sud est asiatico grazie ad un’andatura ipnotica e suoni quasi di derivazione new age.
Brani che se non fosse per la durata breve (massimo quattro minuti e mezzo) sarebbero perfetti gamelan d’accompagnamento alternativi. Un disco che non raggiunge la perfezione del genere per una ricerca non scrupolosa dei suoni e un minimalismo forse eccessivo anche a livello sostanziale.
Un album che mai ci sogneremmo di mettere di fianco ad opere come Dreamtime Return di Steve Roach, The Remote Viewer dei Coil o Music for the Quiet Hour di Shackleton e neanche ce la sentiamo di paragonare il trio a nomi come Jon Hassell & Brian Eno o Dead Can Dance ma se siete appassionati di questo stile e cercate un’uscita attuale e abbastanza rilassante senza troppi fronzoli, Temporary Music è il disco per voi.
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Last modified: 11 Aprile 2020