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Ho Visto una Canzone: premio al brano musicale originale scelto tra le colonne sonore dei film della 72.a Biennale di Venezia

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Assomusica, l’Associazione Italiana degli Organizzatori e Produttori di Spettacoli di Musica dal Vivo, in occasione della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, presenterà la seconda edizione di “Ho Visto una Canzone”, premio collaterale della Mostra di Venezia riservato al brano musicale originale di particolare rilevanza artistica, scelto tra tutte le colonne sonore dei film rappresentati alla 72. Mostra.
Il Premio verrà consegnato giovedì 10 settembre, ore 12, al Lido di Venezia, presso lo spazio della Fondazione dell’Ente dello Spettacolo, Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior.
Ad attribuire il Premio la giuria composta da: Saturnino, musicista, compositore e produttore discografico italiano, dal ’91 bassista di Jovanotti; Stefano Mainetti, compositore e direttore d’orchestra, autore di colonne sonore; Salmo, rapper, beat maker e writer; Simon Luca, cantautore, compositore, produttore musicale, autore e sceneggiatore; Renato Tortarolo, giornalista e critico per Il Secolo XIX; Michele Anselmi, critico cinematografico e giornalista; Stefano Senardi, discografico.

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Gli Stearica annunciano il nuovo tour europeo di Fertile

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Dopo la partecipazione ad alcuni dei più prestigiosi festival estivi italiani (A Night Like This Festival, Vasto Siren Fest) gli Stearica annunciano il loro nuovo Tour Europeo di Fertile che, a partire dal mese di ottobre, partirà dal Belgio ed arriverà fino in Spagna, a Barcellona, dove il trio torinese si esibirà presso il prestigioso AMFest, festival di culto per gli amanti delle migliori band strumentali da tutto il mondo. Molte altre le date in arrivo, qui di seguito trovate quelle fino ad oggi confermate:

24/10 Gent (BE) @ Achterban
25/10 Liège (BE) @ Cercle du Laveu
26/10 Darmstadt (DE) @ Oetinger Villa
29/10 Berlin (DE) @ Urban Spree
30/10 Chemnitz (DE) @ Club Atomino
04/11 Madrid (ES) @ Wurlitzer Ballroom
05/11 Tolosa (ES) @ Bonberenea
06/11 Barcelona (ES) @ La 2 – AMFest w. And So I Watch You From Afar, Maserati, El Ten Eleven
and many more…

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La Band della Settimana: Any Other

Written by Novità

Adele, Erica, Marco. E adesso cosa faccio, smetto di suonare? Questo si dev’essere chiesta un po’ spaesata la ventunenne Adele Nigro un anno fa, provando a mettere insieme il puzzle di un passato prossimo appena imploso con le Lovecats e un futuro tutto da scrivere. E invece, come nelle storie che vanno a finire bene, Adele non smette di suonare, alza la posta in gioco e comincia a trovarsi delle date da sola, portandosi in giro la chitarra acustica e alcuni pezzi nuovi che le giravano in testa. Nasce così il progetto Any Other: parte dal rimettersi in gioco, dal piazzare al centro le proprie canzoni ritrovandosi un anno dopo con un disco, Silently. Quietly. Going Away. Dieci brani che raccontano chi è Adele, cosa le succede, cosa le piace e cosa no, cosa ascolta e cosa sa fare con una chitarra in mano. Così l’iniziale “Something” diventa il ponte ideale tra quello che era e quello che è adesso, da cui partire per entrare in un mondo fatto di chitarre e piccola poesia, un indierock che sfiora il college delle origini – quello caro ai Modest Mouse, ai Built To Spill, a Waxahatchee – cantato con la sfacciata sicurezza che ricorda la giovane Alanis Morrissette. Un disco che scorre con assoluto piacere per quaranta minuti, con la voce di Adele a dipingere storie dalle tonalità diversissime, che parlano di distacchi difficili (“Gladly Farewell”), o di paesaggi immaginifici suscitati dallo studio della poesia di Coleridge (“Blue Moon”). Perché Adele ha talento, sensibilità ed una incredibile solidità per i suoi ventuno anni appena compiuti: doni preziosissimi, che permettono di cominciare a vedere il mondo per quello che è davvero ma di non farsi comunque prendere troppo male: così canzoni come “His Era” o “365 Days”, pur percorse da un filo di malinconia, non perdono mai la loro freschezza. E lo stesso vale per le chiacchiere con la propria parte razionale (“Roger Roger, Commander”), anche nei momenti più complicati (“I will try to keep the guilt separated from my temptation of blaming it all on me” in “5.47 p.m.”). Ma qui non c’è solo Adele: canzone dopo canzone, arrangiamento dopo arrangiamento, i giovanissimi Erica Lonardi (non ancora ventenne) e Marco Giudici sono diventati parte imprescindibile degli Any Other, ormai un trio a tutti gli effetti, capace di offrire soluzioni diverse andando oltre il classico pattern chitarra-basso-batteria (come in “Teenage”, in cui Marco suona anche il synth), o dando respiro a ogni dinamica e a ogni tema, compresa l’unica canzone d’amore dell’album, “Sonnet #4”. Si finisce con “To The Kino, Again”, appoggiata su una base di basso e batteria molto serrata che di colpo rallenta, si calma, per poi crescere ancora sul mantra finale, lo stesso che dà il titolo a questo esordio. Due giorni intensi per registrare tutto, a Ravenna, un po’ di tempo in più per mixare il disco a Milano e poi il master di Andrea Suriani (I Cani, Capra, My Awesome Mixtape): il risultato è qui e ha dell’incredibile, se si pensa alla loro giovane età e alla grande autonomia con cui i ragazzi hanno realizzato il disco, a dimostrazione che aver continuato a suonare alla fine è stata una scelta felice. Così felice da essere avvallata dalla nuovissima Bello Records che ha pubblicato Silently. Quietly. Going Away.

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Muse – Drones

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Quando uscì The 2nd Law, penultimo album degli inglesi Muse, le recensioni e i commenti dei fan non furono generosi. “Si sente troppo l’influenza dei Queen”, “statico e pacchiano”, “perché i riferimenti alla dubstep?”, “si sono allontanati troppo da quello che erano”. Sì, forse non era un album del tutto a fuoco, ma c’è qualcosa di peggio per una grande band del provare ad evolversi e non fare immediatamente centro: ripetere la versione standard di sé stessi per tentare di riacquistare punti agli occhi degli ammiratori mediocri. Drones non è un album brutto – d’altronde non potrebbe esserlo del tutto essendo i Muse a suonare-, ma non è un album che può farli stimare di più di prima, anzi. “Dead Inside”, “Mercy”, o “Defector” sono pezzi molto prevedibili per i Muse, ben confezionati ed eccellentemente suonati, percarità, ma di cui si possono trovare omologhi anche di miglior fattura nei primi album della band. Musicalmente il fil rouge dell’album, che ancora una volta è un concept su disumanizzazione, indottrinamento da parte del sistema e conseguente ribellione, è la potenza del suono, tiratissimo in pezzi come “The Handler”, e il ritorno alle chitarre. Con risultati alterni però: se “Reapers” rappresenta il pezzo migliore dell’album nonostante gli eccessi barocchi e virtuosistici, “Revolt” coi suoi riff potrebbe figurare anche in un album di Bon Jovi. Nell’ultima parte l’album rallenta un po’, lasciando spazio ad “Aftermath”, che suonerà come il perfetto inno da concerto in uno stadio (quando i Muse torneranno a farne), oppure “Drones”, unica traccia esclusivamente vocale ma soprattutto versione riarrangiata di Sanctus et Benedictus del rinascimentale Giovanni Pierluigi da Palestrina. Anche questo riferimento ad un periodo musicale tanto definito non è una novità nelle composizioni dei Muse. Sulla buona fede del progetto e del ritorno al Rock inteso in maniera più classica da parte della band non ci sono dubbi ma insomma, riassumendo, in Drones troviamo: il falsetto di Matthew Bellamy, suoni epici e piacevolmente tirati, riferimenti alla musica rinascimentale e barocca, strumenti suonati magistralmente, numerosi cambi di tempo e di tono, testi che invitano alla ribellione contro il sistema. Un settimo album che è un bignami dei Muse. Ma non un bignami della loro creatività, bensì di ciò che ci si può aspettare mediamente da loro.

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Thomas Silver: tour in Italia e Francia a ottobre

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Dopo il successo della data perugina dello scorso luglio, School Of Rock Milano è lieta di annunciare il ritorno di Thomas Silver per promuovere il suo primo full length album di prossima uscita con 5 date in Italia e 4 tappe anche in territorio francese (in collaborazione con Torpedo Production).

Italia
Mercoledì 14 ottobre @ Traffic Club, Roma
Giovedì 15 ottobre @ Alchemica, Bologna
Venerdì 16 ottobre @ Grindhouse, Padova
Sabato 17 ottobre @ Elyon, Rozzano (MI)
Domenica 18 ottobre t.b.a.
Francia
Giovedì 22 ottobre @ Mondo Bizarro, Rennes
Venerdì 23 ottobre @ Le Zebre, Paris
Sabato 24 ottobre @ Pinky Bar, Nommay
Domenica 25 ottobre @ La Marquise, Lyon
 

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“Dovresti Alzare il Volume” è il singolo di esordio di Sara Loreni

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“Dovresti Alzare il Volume” è il singolo di esordio di Sara Loreni ed anticipa l’uscita imminente di Mentha (Maciste Dischi, 14 Settembre 2015). La produzione artistica del brano, così come di tutto l’album, è a cura di Martino Cuman (Non Voglio che Clara) e si presenta come una perla synth pop, pur strizzando l’occhio in maniera sapiente all’alternative rock di St. Vincent e Tune Yards. La regia del videoclip è stata affidata a Stefano Poletti (Baustelle, Tre Allegri Ragazzi Morti, Tricarico…).

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Lady Rose: l’album di debutto del chitarrista bresciano Red Morris

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Uscirà il 28 Settembre 2015 Lady Rose, il debut album del chitarrista bresciano Red Morris. Affidiamo la descrizione del disco alle parole del leader Maurizio Parisi (a.k.a. Red Morris): “Lady Rose è un album che affonda le sue radici in un clima Rock dalle sonorità Progressive degli anni ’80; le tracce interamente strumentali di questo CD lasciano spazio alle esecuzioni e ai virtuosismi dei singoli componenti che hanno collaborato all’arrangiamento dei brani. Il progetto nasce da idee strumentali maturate in me già in età giovanile, dove i mezzi e le disponibilità di allora non permettevano la realizzazione di un disco. La perseveranza di voler produrre un album di alta qualità strumentale rimase dentro di me fino al 2014, anno in cui incisi delle tracce demo di alcuni brani inediti di mia composizione che attirarono l’attenzione anche del mio amico batterista Claudio Amadori, il quale fin da subito credette nel progetto. Claudio si mise alla ricerca degli altri strumentisti per completare la line-up. Il primo a venire coinvolto fu Renato Mombelli, bassista, il quale espose il progetto all’amico tastierista Beppe Premi

Tracklist:
1. Golden Angel
2. Lady Rose
3. Mystery
4. Independence
5. Black’s Eyes
6. Celtica
7. My Life Blues (Go Go)
8. My Sea’s Echoes

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Yours, Dreamily: l’Album di debutto dei The Arcs

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L’album di debutto di The Arcs Yours, Dreamily è uscito venerdì 4 settembre su etichetta Nonesuch Records. The Arcs sono Dan Auerbach, Leon Michels, Richard Swift, Homer Steinweiss e Nick Movshon. Nell’album sono presenti anche Kenny Vaughan e Mariachi Flor de Toloache.
Come ha spiegato lo stesso Auerbach, non sarebbe giusto considerarlo un progetto solista perché “non sono stato solo io a renderlo speciale. Quando ci troviamo insieme con gli altri c’è un’ alchimia speciale. Nel corso degli ultimi 5 anni abbiamo scritto 50 o 60 pezzi, perché per me funziona così, ho sempre amato suonare con altri musicisti, fin dall’inizio dei Black Keys, e ho sempre creato musica con altre persone”.
Il risultato finale sono i 14 brani di Yours, Dreamily, dove i musicisti hanno ricoperto diversi ruoli sia a livello strumentale che vocale. Co-prodotto da Auerbach e Michels, l’album è stato registrato in due settimane circa di sessioni spontanee e informali attraverso gli USA al Sound Factory di Los Angeles, al Diamond Mine nel Queens, agli Easy Eye Sound di Auerbach a Nashville e in una lounge room all’Electric Lady di Manhattan. Tchad Blake ha mixato l’album nella sua fattoria in Galles. La voce e la chitarra di Auerbach sono sempre riconoscibili in un album ricco di sonorità diverse, ma perfettamente omogenee nell’insieme.

Yours, Dreamily, track list:
1.Once We Begin (Intro)
2.Outta My Mind
3.Put a Flower in Your Pocket
4.Pistol Made of Bones
5.Everything You Do (You Do for You)
6.Stay in My Corner
7.Cold Companion
8.The Arc
9.Nature’s Child
10.Velvet Ditch
11.Chains of Love
12.Come & Go
13.Rosie (Ooh La La)
14.Searching the Blue

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Il Video della Settimana: Paolo Tocco – “Da Questo Tempo che Passa”

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Delicato quanto intimo, dai sapori francesi che restituiscono alla mente quel retrogusto di chitarre di Pierre Bensusan, rivestendo di gustosi dettagli che solo il dialogo armonico tra una chitarra classica 7 corde e una fisarmonica sa come restituire. Si intitola “Da Questo Tempo che Passa” ed è il quarto video estratto dal nuovo disco del cantautore abruzzese Paolo Tocco dal titolo Il Mio Modo di Ballare. Questa volta un brano decisamente inserito nello scenario della classica canzone d’autore italiana, niente radio e brani dagli incisi forti che si fanno ricordare. Un piccolo scrigno in cui custodire l’intima esperienza di una malattia, quella di un padre come quella di tanti, i suoi pensieri a volte scomodi a volte romantici, a volte ironici a volte drammatici, quelli utili da fare per lasciar passare il tempo che tanto va bene lo stesso e quelli pronti ad esorcizzare una condizione con cui è difficile convivere. Il quarto video per continuare a tener alta l’attenzione verso un disco davvero ben accolto dalla critica di settore e non solo. A breve anche le prime date live. Sul palco una piccola sezione acustica e nuovi arrangiamenti per un disco prodotto stando attenti a curare ogni minimo particolare.


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Daniel Norgren, in Italia a Febbraio per due date

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Daniel Norgren, cantautore svedese, originario di Borås, annuncia il suo arrivo in Italia con The Green Stone. Preannunciato dal singolo “I Waited For You”, il nuovo lavoro, in uscita il 16 Ottobre per Superpuma Records, arriva a soli 6 mesi di distanza da Alabursy.
The Green Stone è un disco molto personale che evoca le immagini familiari di Norgen: la sua casa, le persone che ama e di cui sente la mancanza.

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Colapesce: nuovo video e nuove date del tour

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Nuovo video per Colapesce: dopo l’allegra iconoclastia di “Maledetti Italiani”, le atmosfere nouvelle vague di “L’altra Guancia” e le scorribande animate nel cinema di genere di “Reale”, Lorenzo Urciullo torna con un clip che rende omaggio alla storia e all’iconografia delle TV locali che imperversavano in Italia negli anni ’80 e ’90. Stiamo parlando di quel mondo popolato da presentatori improvvisati, vallette improbabili, performer privi del più elementare senso del ridicolo e maghi e cartomanti a ruota libera. Gli studi erano raffazzonati, il green screen onnipresente, gli effetti visivi grossolani,: nonostante tutto questo, le TV locali hanno contribuito a creare un immaginario pop i cui echi si sentono ancora oggi. “Brezsny”, il quarto estratto da Egomostro che deve il titolo al più celebre oroscopista del mondo occidentale (conosciutissimo anche in Italia grazie alla traduzione dei suoi pronostici settimanali fatta da Internazionale) è una delle canzoni più atipiche di Colapesce, grazie a delle sonorità che rimandano ad alcuni nomi storici del pop italiano e internazionale (su tutti, i Matia Bazar di “Vacanze Romane” e Talking Heads di “Remain in Light”).

09 SETTEMBRE – SESTO SAN GIOVANNI (MI) – CARROPONTE W/DI MARTINO “COINQUILINI”
12 SETTEMBRE – BIELLA – BIELLA FAKE FESTIVAL c/o Castello di Verrone
18 SETTEMBRE – ROMA – MONK CLUB
19 SETTEMBRE – NAPOLI SUO.NA.

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Nuovo disco e nuovo tour per il Teatro degli Orrori

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A tre anni di distanza dal precedente Il Mondo Nuovo, esce venerdì 2 ottobre il quarto, omonimo album de il Teatro degli Orrori: dodici tracce che dipingono l’affresco di un’Italia allo sfacelo con disarmante ironia e sarcasmo. Un viaggio nella società italiana affrontato con la rabbia viscerale e lo struggente disincanto che contraddistinguono la band.
Il Teatro degli Orrori (La Tempesta Dischi / Artist First) è un disco che si spinge verso un rock più definito ed essenziale ma anche più ricercato, sottolineando il nuovo corso intrapreso dal gruppo, dove spicca l’attenzione poetica ai testi che da sempre contraddistingue la scrittura di Pierpaolo Capovilla.
Un album pensato e scritto per essere suonato live, la dimensione naturale de Il Teatro degli Orrori dove la band si esprime al meglio e sviscera tutta l’energia e la furia dei propri brani.

Queste le prime date confermate del tour, in partenza il 22 ottobre:
-22 ottobre al CSO Pedro di Padova
-23 ottobre all’Hiroshima Mon Amour di Torino
-24 ottobre a Il Deposito di Pordenone
-29 ottobre al Black Out di Roma
-30 ottobre alla Casa della Musica di Napoli
-31 ottobre al Barbara Disco Lab di Catania
-6 novembre all’Arci App Colombofili di Parma
-7 novembre al Circolo Magnolia di Segrate (Milano)
-14 novembre al The Cage Theatre di Livorno
-20 novembre alla Latteria Molloy di Brescia, il 21 novembre al Vidia di Cesena (Forlì-Cesena)
-27 novembre al Demodè Club di Modugno (Bari)
-28 novembre all’Urban Club di Sant’Andrea delle Fratte (Perugia)
-4 dicembre al Teatro Miela di Trieste
-5 dicembre al CSO Rivolta di Marghera (Venezia)
-7 dicembre al Container Club di Grottammare (Ascoli Piceno)
-11 dicembre al TPO di Bologna
-12 dicembre all’Auditorium Flog di Firenze
-18 dicembre all’Emporio Malkovich di Verona.

Prima dei live in tutta Italia, la band incontrerà il pubblico e presenterà Il Teatro degli Orrori in un instore tour. Queste le prime date confermate:
-2 ottobre a La Feltrinelli (Piazza Piemonte) di Milano
-6 ottobre a La Feltrinelli di Torino
-8 ottobre a La Feltrinelli di Bologna

 

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