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Rebeldevil

Written by Interviste

I Rebeldevil sono un gruppo formato da icone del Metal tricolore: Dario “Kappa” Cappanera, GL Perrotti, Ale Demonoid e Paolucci. Esperti musicisti che ne hanno viste di tutti i colori tra successi e insuccessi. Abbiamo l’onore e il piacere di scambiare due chiacchiere con Dario “Kappa” Cappanera. Si è giunti a parlare del nuovo disco del gruppo, The Holder the Bull, the Harder the Horn, fino a scovare qualche piccola chicca. Non resta che gustarsi l’ intervista.

Ciao Dario e benvenuto su Rockambula. Cominciamo a dire come sono nati i Rebeldevil. Come è avvenuto l’incontro tra questi quattro big del Metal italiano?

KAPPA: Nel 2007 mi ritrovai con una manciata di brani finiti, che dovevano finire nel secondo ipotetico album per una reunion dei Cappanera (la band di Materializin Dream, Lucretia Records) ma la cosa non funzionò. Fu allora che una sera in giro per locali con Ale Demonoid si parlava del fatto che mi sarebbe dispiaciuto non utilizzare quel materiale, e di chi avrebbe potuto fare al caso mio per cantarli. Demonoid allora menzionò Gl Perotti, con cui ero già amico dal 1993. Provai a chiamare Gianluca, gli mandai il cd con dodici pezzi  e lui che tra l’altro veniva da un periodo parecchio triste, avendo appunto perso la madre da poco, si entusiasmò alla cosa, anzi fu per lui un esorcizzare i suoi mali; si buttò anima e corpo sui quei brani e poi scese giù a Livorno a farci ascoltare cosa aveva fatto. Provammo e qualche settimana dopo eravamo in studio al Larione di Firenze per la produzione di un demo, poco dopo l’album e uscimmo nel 2008 con Molten Metal Productions U.K, un marchio inglese gestito pero’ da un nostro amico di Firenze.

“The Holder the Bull, the Harder the Horn” è effettivamente il secondo disco dei Rebeldevil. Perché non ci spiegate di cosa tratta e a quali tematiche vi siete inspirati?

KAPPA: Beh gia’ dal titolo ci proponiamo di affrontare il fatto che anche per noi sono passati ormai venti anni, in giro tra palchi, dischi, glorie e fallimenti. Il mondo intorno a noi è cambiato radicalmente in peggio, la musica e’ ormai un completo deserto creativo e pur avendo un eta’ media sui quaranta, quarantacinque anni ci sentiamo già dei veterani.  In questo senso volevamo dimostrare che appunto “più vecchio è il toro, più duro e’ il corno”; senza esperienza e chilometri alle spalle non si crea niente di concreto o di qualità. Questo e’ il Rock n’ Roll, anni e anni passati tra sudore, lacrime, notti insonni, chilometri macinati, palchi, vittorie e glorie da una parte e fallimenti e delusioni dall’altra.

Come si è svolto il lavoro di ognuno di voi; cioè quale è stato il  contributo di ogni membro?

KAPPA: In questo senso, io purtroppo o per fortuna ho un mio modo di lavorare; nel senso che quando scrivo, scrivo di getto e finisco la canzone, in senso armonico e di stesura; su alcuni brani ho anche scritto testo e melodia vocale, (“Angel Crossed My Way”, “The Older the Bull the Harder the Horn”, e “Crucifyin You”) . Quando il brano è steso, lo passo a Demonoid che arrangia con me le parti di batterie, stessa cosa per Paolucci al basso. Il pezzo finito poi va a Gl che finisce linee melodiche e testi. Per questo album è stato ancora una volta così, ma abbiamo fatto tutto in studio insieme in quindici giorni complessivi, dalla scrittura, alla stesura, arrangiamento e tutto il resto;  tutto di getto, buono alla prima, senza menate, alla vecchia maniera. 1.2.3.4 Rock n’ Roll.

Il disco è un autoprodotto. Siete in cerca di un’etichetta o continuerete per questa strada? Ma soprattutto c’è qualcuna che vi ha contattato?  

KAPPA: Abbiamo fatto girare il demo dell album a due o tre etichette indipendenti italiane, ma non e’ interessato nessuno; abbiamo così optato per un’autoproduzione totale con la sola uscita in digitale, veloce e indolore, tutto fatto in casa.

Parlando appunto di futuro, i Rebeldevil sono un progetto che avrà una concreta costanza? Insomma il gruppo continuerà ad esserci?

KAPPA: Beh noi vorremmo, ma sta diventando sempre più difficile poter tenere in vita una band del nostro livello senza finanziamenti da parte di terzi (leggasi case discografiche). Quindi non so, per questo anno siamo usciti, abbiamo fatto un grande album di canzoni che ci ha dato molta soddisfazione personale, abbiamo organizzato una manciata di concerti, che stiamo ancora facendo in giro, se pur non molti. Prendiamo quel che viene e cerchiamo di divertirci, poi si vedrà.

Che differenze ci sono tra “The Holder the Bull, the Harder the Horn” ed il vostro primo disco, “Against You”, pubblicato nel 2008?

KAPPA:  Beh Against You era un album più Metal, se vogliamo, inteso come “metal moderno”, molto aggressivo e incazzato, sempre con un retrogusto Blues ma pur sempre Metal; quest’ ultimo e secondo album è arricchito da brani più Rock e Blues, ed altri molto più Hair Metal anni 80. C’e’ decisamente un Flavour Heavy anni 80 in alcuni brani ed il resto più Southern Hard Blues, credo.

Avete in progetto di girare un nuovo video?

KAPPA: Siamo riusciti a malapena a far uscire “Rebel Youth” con i nostri ridotti budget autofinanziati; volevamo farne un secondo per “Remember” ma i budget scarseggiano. Insomma qua questo Metal non paga più, e diventa appunto difficile investire da noi in nuovi progetti, abbiamo famiglie, responsabilità ed una vita pure noi.

Questo nuovo disco come è stato accolto dal pubblico e come dalla critica? 

KAPPA: In questo non sbagliamo mai, la critica recensisce i nostri album sempre come Dischi dell’ Anno, come qualcosa che non si sente dai tempi che furono:  grandi elogi, grandissime recensioni e questo ci fa molto piacere. Allo stesso tempo però ci fa pure girare i coglioni: la consapevolezza di essere così bravi a fare il nostro lavoro ma senza raccoglierne i frutti meritati ci ha davvero rotto il cazzo.

Bene Dario, l’ intervista si chiude qui. Concludi come meglio ti pare…  

KAPPA: Beh innanzi tutto grazie a tutti voi per questa chiacchierata, siamo sempre grati e riconoscenti a chi ci supporta; se potete venite ai nostri show, non vi deluderanno. Un’ora con noi equivale ad un’ora passata ad ascoltare grande musica suonata impeccabilmente e con molta passione. Se invece non vi va, andatevene affanculo e continuate a scrivere le vostre stronzate su Facebook !!!!

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Orme Music Show 23 luglio

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Cantautori, ballerini, cabarettisti il 23 luglio a Santa Croce di Magliano in Largo Chiesa San Giacomo per l‘ORME MUSIC SHOW. Tra musica e divertimento si esibiranno Floriana Colella, Nicholas Di Lella, Luigi Farnaccio, Ilario Palma, gli SGHEPTS e tantissimi altri artisti.

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The Jon Spencer Blues Explosion per la prima volta in Campania

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Per la prima volta in Campania The Jon Spencer Blues Explosion in concerto (open act Elli De Mon). Il concerto si terrà sabato 29 Agosto dalle ore 19.30 presso PompeiLab di Via Astolelle, Pompei (Na).
ll trio di New York City presenta il nuovo album Freedom Tower – No Wave Dance Party 2015 uscito a marzo su etichetta Mom+Pop Music.

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Eagles of Death Metal – Tre date a Dicembre in Italia

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Gli Eodm di Jesse Hughes & Josh Homme arriveranno in Italia per 3 date a dicembre per presentare il nuovo album Zipper Down, che uscirà il 2 ottobre su T-Boy/Universal Music e anticipato dal singolo “Complexity”.
Di seguito riportiamo le tre date. Le prevendite saranno disponibili dal 18 luglio.

03 Dicembre 2015 – Treviso – New Age
www.newageclub.it

04 Dicembre 2015 – Roma – Orion

05 Dicembre 2015 – Torino – Cap10100
www.cap10100.it

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Il Video della Settimana: Valentina Lupi – Partenze Intelligenti

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Dopo il successo, quattro anni orsono, di Atto Terzo torna Valentina Lupi con cinque brani che ne svelano tutta il telento Pop pur trasudando una profonda malinconia figlia di personali e tristi vicende familiari. “Partenze Intelligenti” è il video che abbiamo scelto per questa settimana e lo troverete in homepage fino a sabato prossimo.

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Bianco: il nuovo video dei Plunk Extend

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“Bianco” è il nuovo video dei Plunk Extend, terzo estratto dal disco Prisma uscito a dicembre 2014. Come i precedenti episodi, il clip è stato realizzato da Michele Vairo, Claudio Roveda e Francesca Manuele e continua il percorso musico-visuale della band milanese, che ha deciso di realizzare un brano per ciascuna delle cinque tracce del suo ultimo lavoro.

Come gli altri video estratti da ‘Prisma’ – raccontano i Plunk Extend – anche ‘Bianco’ rappresenta un percorso che in qualche modo è una fuga. In un’ambientazione fuori dal tempo, lungo le sponde di un fiume, un uomo è affascinato da un mistero che non sa spiegarsi. L’impossibile, o quanto meno l’improbabile, diventa così la spinta che lo porta a cercare una ragione, o forse uno scopo. Ancora una volta è il viaggio a rappresentare la ricerca di una verità. Cosa troverà l’uomo alla fine del suo percorso? Ciò che cercava, ciò che ha lasciato dietro di sé, o un indizio sulla vera natura della sua ricerca?

“Bianco” è il nuovo singolo dopo “Rosso” e “Nero” tratto da Prisma, lavoro di soli cinque brani – ciascuno intitolato come un colore – che i Plunk Extend considerano come un disco a tutti gli effetti. Prisma è infatti un concept album dove i colori sono una metafora per raccontare storie dal carattere esistenziale, accomunate da un desiderio di fuga e di rifiuto della realtà così come è. I brani sono tutti contraddistinti da un suono art-rock multicolor che ha lo spirito dei Settanta ma si muove nel presente mescolando indie-rock, pop, psichedelia, hip hop, cantautorato, prog e molto altro.

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Ritorna Arenasonica Festival

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Al via la XV edizione di Arenasonica, l’ecofestival gratuito dal 29 luglio al 2 agosto all’Arena Parco Castelli di Brescia.
Wire, Tre Allegri Ragazzi Morti accompagnati dalla Abbey Town Jazz Orchestra, Fast Animals and Slow Kids, Le Capre a Sonagli: ecco i nomi della XV edizione del festival Arenasonica, da mercoledì 29 luglio a domenica 2 agosto all’interno dell’Arena Parco Castelli di Brescia.
La Una manifestazione partirà il 29 luglio con Le Capre a Sonagli, che hanno dato alle stampe il nuovo disco, Il Fauno, lo scorso marzo. Si continua il 30 con i Fast Animals and Slow Kids, usciti lo scorso ottobre con Alaska, mentre il 31 è il turno di un nome di spicco della scena internazionale, Wire, in Italia per due sole date, che presenteranno il nuovo album omonimo, uscito lo scorso 13 aprile per Pink Flag Records.
Il primo agosto chiudono le danze i Tre Allegri Ragazzi Morti accompagnati dalla Abbey Town Jazz Orchestra per la presentazione del disco Quando Eravamo Swing, una rilettura in chiave swing dei successi del trio di Pordenone.
L’ultimo giorno del festival, il 2 agosto, è affidato alle band locali, in versione acustica.

Programma

Mercoledì 29 luglio
Palco acustico e area food: dalle 19
Main Stage: Le Capre a Sonagli
Opening act, dalle 21: Verbal + Sdang!

Giovedì 30 luglio
Palco acustico e area food: dalle 19
Main Stage: Fast Animals And Slow Kids
Opening act, dalle 21: Endrigo

Venerdì 31 luglio
Palco acustico e area food: dalle 19
Main Stage: Wire
Opening act, dalle 21: Dead Candies + Waka Waka

Sabato 1 agosto
Palco acustico e area food: dalle 19
Main Stage: Tre Allegri Ragazzi Morti & Abbey Town Jazz Orchestra

Domenica 2 agosto
Palco acustico e area food: dalle 19

INDICAZIONI STRADALI
IN AUTO: Autostrada A4 uscita Brescia Ovest – Tangenziale Ovest direzione Ospedale/Stadio. Il Parco Castelli si trova a ridosso della Curva Nord dello Stadio Mario Rigamonti.
IN TRENO: Nel Piazzale della Stazione di Brescia, prendere la Metropolitana direzione Mompiano, scendere alla fermata Europa. Seguire verso nord, il parco si trova a 500 mt.

CONTATTI
www.arenasonica.net
Facebook: www.facebook.com/arenasonica

Info line: +39 328 8433150
Mail: blodiorama@gmail.com

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L’Orso arriva al Carroponte

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Al parco ex-Breda, domenica 19 luglio, arriva il progetto musicale L’Orso. La band nata nel 2010 da un’intuizione di Mattia Barrio porterà sul palco la sua inconfondibile ricetta musicale, un mix di empatia, umanità e ricerca che ha saputo conquistare sempre più estimatori portando la band anche oltre i confini nazionali sugli stage di Parigi e Bruxelles. La band si esibirà sulle note del nuovo disco Ho Messo la Sveglia per la Rivoluzione, uscito per Garrincha Dischi il 3 febbraio. Un album che conferma il trend positivo de L’Orso, infatti, il primo singolo estratto, “Giorni Migliori”, è riuscito a piazzarsi al dodicesimo posto assoluto della classifica dei singoli più venduti su iTunes, raggiungendo il primo posto nella classifica alternative. Ad aprire il concerto il pop/electro della band lombarda Doc Brown.

Apertura cancelli ore 20, inizio spettacolo ore 21.30. Ingresso gratuito.

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A Night Like This Festival: il Cast Definitivo

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A Night Like This Festival, il festival di musica indipendente immerso nel suggestivo borgo medievale di Chiaverano (TO) che si terrà sabato 18 luglio, chiude la sua line up con alcune piccole chicche per prendere l’esperienza del festival ancora più particolare.
Dopo l’annuncio dei nomi sui palchi principali, saranno tre artisti ad incantare sul pontile del Lago Sirio la mattina di domenica 19 luglio dalle 12: Morning Tea, una voce e una chitarra, Bea Zanin, violoncellista che spazia in tutti i generi musicali e Fade, musicista eclettico che spazia in molti sottogeneri della musica elettronica.
A far ballare fino a notte inoltrata sabato 18 l’aftershow al Camping dei Laghi ci sarà Capibara, producer romano un’anima sensibile travestita da nerd.

Si parte con A Place To Bury Strangers, la band noise rock psichedelica di New York che porterà sul palco del festival l’acclamato nuovo album Transfixiation, quarto lavoro in studio pubblicato lo scorso febbraio, nonché il primo registrato con il nuovo batterista Robi Gonzales.
Poi i Drink To Me, band di Ivrea tra le più quotate della scena italiana grazie al suo elettro-pop brillante, che presenteranno il loro ultimo album, Bright White Light, uscito ad ottobre per 42 Records.
I Jennifer Gentle sono un nome ormai storico dell’indie italiano e una delle band nostrane più conosciute all’estero, anche grazie alla firma per la leggendaria etichetta statunitense Sub Pop. Una sicurezza live, cosa che stanno dimostrando ancora nel tour di supporto ai Verdena di questi mesi.
Un altro nome straniero sono i Girls Names, band di Belfast che è passata da un art rock molto scuro a suoni molto più elettronici senza perdere la vena dark.
Altro nome degno di attenzione e sulla bocca di tutti nell’ultimo periodo: i C’mon Tigre, misterioso collettivo internazionale fondato da due musicisti che mantengono ignota la propria identità, lasciando parlare per sé la loro world music che viaggia tra Africa, Mediterraneo e deserti statunitensi.
Populous è un musicista e producer salentino che ha attirato molta attenzione anche all’estero con il suo ultimo album Night Safari, un viaggio esotico tra suoni world e ricerca elettronica, tra antichi strumenti etnici e i bassi della 808.
Nuovo disco da ascoltare dal vivo anche per IOSONOUNCANE, che con il secondo album Die, pubblicato a marzo, propone un collage di suoni che mescola il digitale di campionatori e sintetizzatori con i suoni degli strumenti tradizionali, tra chitarre, organi, flicorni, canti tenorili e molto altro ancora.
I Welcome Back Sailors sono un altro dei nomi di punta di un certo modo tutto italiano di fare electro-dream-pop, e la riprova si è avuta con l’uscita del loro ultimo album Tourismo, definito da tutti uno dei pochi dischi italiani di respiro internazionale.
Oltre a loro Stearica, Edipo, gli Albedo, gli Abiku, Joan Thiele, i The Circle, Giorgieness, i Rame, i Finistère, gli L-Noir, i Parados i Victoria Station Disorder e gli Ongaku Motel.
In apertura ai concerti l’inedito set di organo, voci e rumori della polistrumentista Carlot-ta, costruito ad hoc sulle sonorità dell’antico strumento della Chiesa di San Silvestro di Chiaverano, dove si svolgerà lo spettacolo, tra un cupo e sofferto blues e malinconie folk.
Anche quest’anno A Night Like This Festival non offrirà solo ottima musica: la fotografia avrà un ruolo importante all’interno della rassegna, con due mostre fotografiche realizzate dall’Associazione Culturale Reflextribe. Si rinnova inoltre la collaborazione con la community Instagram IGWORLDCLUB, che promuoverà un contest con l’hashtag #altrevisioni della durata di 12 settimane, al termine delle quali verranno selezionate le 12 foto che faranno parte di un calendario in vendita al festival, il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione ONLUS Piccolo Carro di Chiaverano. Torna inoltre per il secondo anno consecutivo la mostra a cielo aperto di artisti emergenti, anche per questa edizione a cura di Gianluca Gramolazzi; l’esposizione si intitolerà (E)coesistenze ed avrà tema green, con al centro del concept l’interazione uomo-natura.
Ormai giunto alla sua quarta edizione, A Night Like This Festival promette un viaggio ipnotico e coinvolgente, in una location mozzafiato. Strutture convenzionate e servizi navetta collegheranno la vicinissima stazione di Ivrea all’area concerti e al campeggio sulle sponde del Lago Sirio, nelle cui acque è possibile (e consigliato!) nuotare circondati da un paesaggio magico.

SABATO 18 LUGLIO 2015
Chiaverano (TO)
Piazza Ombre, 1

www.anightlikethisfestival.com
www.facebook.com/ANightLikeThisFestival
twitter: @anightlikethisfestival

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Carmen Consoli – L’Abitudine di Tornare Tour

Written by Live Report

La premessa è d’obbligo.

Non ero mai stata a un concerto di Carmen Consoli.

E suono in una band di sole donne.

E sono donna. Eterosessuale. Con una vita sentimentale attualmente ai limiti del ridicolo.

La “cantantessa”, così la chiamano da sempre. Ma fin dai primi secondi, si scopre che è molto di più di una poetessa che canta. Un animo Rock che non si è neppure sopito con l’età, con la gravidanza e la maternità, col ritiro dalle scene per cinque anni, dopo la morte del padre e tutte quelle storie di cui all’ascoltatore deve fregare ben poco. Sul palco in tre. Tre donne, le nostre “geishe per una sera”. Della ragazzina coi capelli assurdi degli anni ’90 non è rimasto davvero niente. Carmen è l’esempio lampante di una donna che ha acquistato una grandissima consapevolezza di sé, del suo ruolo di donna, nelle miliardi di sfumature che implica. Sexy in una t-shirt nera un po’ larga, ancora più sexy dopo il primo cambio palco, quando indosserà la maglietta del Piam Onlus con la scritta “L’accoglienza fa bene”. Nessun imbarazzo in tutta questa femminilità dirompente e spontanea, ma soprattutto un’energia incredibile.

Apertura ruffianissima e azzeccata, che strizza l’occhio al passato: “Geisha”, “Mio Zio” e soprattutto “Sentivo l’Odore”. E queste tre (con lei Fiamma Cardani alla batteria e Luciana Luccini al basso) hanno una pacca sorprendente. Composte, con solo alcuni movimenti ritmici del corpo delicati e mai volgari ma letteralmente un muro di suono che fa vibrare tutta la piazza. Ci guardiamo stupiti. Non che la Consoli da cd non sia già più di qualcosa, ma accidenti dal vivo: c’è pathos, davvero, come non fossero vent’anni che canta quelle canzoni, e c’è una pulizia sonora e una precisione tecnica invidiabile, senza che ci si lasci mai andare a virtuosismi e inutili arabesque.

Seguono tre tracce dall’ultimo disco, L’abitudine di Tornare: la quasi title track “Tornare è un’abitudine”, “La Signora del Quinto Piano” e la splendida “Ottobre”, un paesaggio sul finire dell’estate con dettagli finissimi sulla vendemmia che mi fanno sentire il caldo della Sicilia e soprattutto con quel verso maledetto piuttosto che il limbo avrei scelto l’inferno, che chiunque può riempirsi a piacere di significato prima di farsi attraversare da un brivido.

“Matilde Odiava i Gatti” e “Per Niente Stanca” sono praticamente coperte dalla voce del pubblico, molto più eterogeneo di quanto mi aspettassi: donne, uomini (che a sorpresa sanno tutti i testi e li urlano più di quelle che invece ti aspetteresti), mezze età, under30, curiosi sopra i 20 che a mala pena andavano all’asilo quando la Consoli ha debuttato, alternativoidi, gente con le Hogan, coppie di fidanzatini che si tengono per mano incuranti che il 99% di ciò che viene cantatato su quel palco sono lacrime d’amore e che hanno parecchie possibilità di immedesimarcisi per bene tra qualche tempo.
Mi rendo presto conto che di Carmen e i miei 20 anni ho conservato memoria per i brani d’attitudine più Punk-Rock, così avevo rimosso “Fino all’Ultimo”. Inutile dire che sulla soglia dei 30 anni e con le premesse fatte all’inizio, sia stato uno dei momenti pelle d’oca di tutto il concerto e che probabilmente adesso non la dimenticherò più.

Il concerto prosegue con “Bonsai #2”, “Sintonia Imperfetta” e la seducente “Stato di Necessità”.
Carmen parla poco, molto poco. Fino a qui forse ha giusto ringraziato un paio di volte tra qualche larsen di fine brano. Per “Esercito Silente” però, due parole le spende: «Da bambini ci dicevano sempre “Chi fa la spia non è figlio di Maria”. Io ho sempre odiato quella frase, perché educa all’omertà». Per simmetria, nel testo del brano (anche questo dall’ultimo disco) ci si chiede se il buon dio perdonerà il silenzio. Davvero una costruzione acuta e finemente letteraria del proprio pensiero. E di nuovo, per un numero di volte che ho smesso di contare da quando il concerto è iniziato, mi trovo piena di ammirazione per questa donna.
Seguono “Fiori d’Arancio” e “Contessa Miseria” e ancora una volta è manifesto che nulla è lasciato al caso, neppure la vicinanza di due brani che affrontano tutt’e due la tematica dell’abbandono sull’altare, il primo di una giovane sposa, il secondo di una donna alle porte dei sessanta, disperatamente sola, la vita ibernata a vent’anni. E come per rabbia, parte una potentissima “Venere”: tra noi siamo quasi stanchi di continuare a ripeterci quanto siano fighe queste tre là sopra, nell’accezione totalizzante del termine.
E Carmen parla di nuovo (lo farà solo più per ringraziare Fiamma e Luciana, oltre al pubblico) nel presentare il brano scritto con Max Gazzè, “Oceani Deserti”.

Il primo encore è una mitragliata di pezzoni: “Parole di Burro” (intonata da sola con l’accompagnamento della semplice chitarra), “Confusa e Felice”, l’ironica “AAA Cercasi” e “Besame Giuda”. Un climax, di suoni, di luci, di urla. La cantantessa ha due corde vocali forti almeno come i coglioni metaforici di cui l’hanno e si è fornita nel corso della vita.

Il secondo encore è di un’intensità incredibile. Un fondale blu, lei sola e la sua acutica: “Blu notte” ci pietrifica letteralmente perché non è una canzone facile sotto nessun punto di vista, dall’estensione all’intonazione di certi finali di verso dissonanti, passando per l’interpretazione, per altro nella scelta così musicalmente scarna. Eppure Carmen carica ogni singola parola di aria e di intensità, come se la ricordasse ancora quell’occasione che l’ha portata a scrivere quel testo.

Ho i brividi di nuovo a scriverne.

Beddhra Carmen.

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Jazz d’oltreoceano a Mattinata, sabato 18 luglio Wayne Tucker in concerto

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Dopo Otmaro Ruiz, Maurizio Rolli, Rocco Zifarelli e band, sabato 18 Luglio riprendono i grandi concerti del Mattinata Festival 2015, targati MAD, con un astro nascente del jazz, il trombettista, compositore e arrangiatore newyorkese Wayne Tucker e il suo Orguitan Quartet.

Il concerto, ad ingresso libero grazie al patrocinio e al contributo del Comune di Mattinata, avrà luogo a partire dalle ore 21.30 in via Vittorio Veneto.

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Il nuovo big del jazz Wayne Tucker, in ascesa su scala mondiale, sarà accompagnato dal talentuoso pianista jazz campano Alessio Busanca all’organo elettrico, da Massimo Barrella alla chitarra e da Stefano de Rosa alla batteria.
Tucker proviene da Syracuse-NY e, nonostante la sua giovane età, vanta già prestigiose collaborazioni con molte star del jazz contemporaneo e icone pop come Elvis Costello e Taylor Swift. Ha suonato in alcuni dei più importanti club Americani e in molti festival in giro per il mondo. “When I was a child” è il titolo del suo debutto discografico per la One Trick Dog Record come band-leader, compositore e arrangiatore.

Prossimo appuntamento domenica 26 luglio con il gruppo folk Uaragniaun, band di ispirazione etnica e popolare, con un progetto di ricerca e rivisitazione della musica del popolo delle pietre, con corde, fiati e tammorre.
La direzione artistica del MAD fa sapere, inoltre, che a breve saranno recuperati i concerti rinviati la scorsa settimana dell’Orchestrina Biancosarti e di Mario Salvatore.

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Dal 20 al 23 agosto, i Calexico e molti altri all’Ariano Folkfestival

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Quest’anno l’Ariano Folkfestival festeggia il suo ventennale e porta in Irpinia, tra gli altri, gli indiscussi re dell’alt country, i Calexico.

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Frontera è la parola d’ordine ed il filo conduttore di questa edizione.
Dal 20 al 23 agosto quindi ad Ariano Irpino si incontreranno, generando un incredibile melting pot, culture e suoni dal Sud e dal Nord del mondo.
Il Folkfestival sarà anche cinema, arte e gastronomia, per rendere definitivamente imperdibile uno tra i più interessanti appuntamenti europei dedicati alla world music.

Frontera perché Ariano Irpino è una frontiera. Al centro dello stivale, stretto fra Campania, Puglia e Basilicata sa di essere un posto di confine dove le culture possono mischiarsi più facilmente che altrove. La frontiera come ospitalità, come scambio pacifico di culture, come integrazione, come possibilità di differenze che sono ricchezze è il tema portante di questa edizione dell’Ariano Folkfestival e forse più in generale la sua missione da sempre.
Negli anni passati la manifestazione ha ospitato oltre 200 band provenienti da 20 diverse nazioni con nomi del calibro di Gogol Bordello, Vinicio Capossela, Goran Bregovic, Bombino, Instituto Mexicano del Sonido, Balkan Beat Box e Tony Allen, Seun Kuti + Egypyt 80, Alborosie, Dubioza Kolektiv e tanti altri.

Ecco il programma completo dell’edizione 2015, giorno per giorno, a partire dalle ore 22.

giovedì 20 agosto
FORRO’ MIOR (Italia)
ORCHESTRA CESARIA EVORA original (Capo Verde)
MAU MAU (Italia)
LORD SASSAFRASS (Spagna)

venerdì 21 agosto
HOLLIE COOK (Uk)
EL V GARDENHOUSE feat SERGENT GARCIA (Italia/Francia)
BATIDA (Portogallo)
DJ SCRATCHY (Uk)

sabato 22 agosto
LUCA BASSANESE E LA PICCOLA ORCHESTRA (Italia)
TINTURIA (Italia)
MASCARIMIRI feat NUX VOMICA (Italia/Francia)
LORD SASSAFRASS (Spagna)

domenica 23 agosto
DEAD COMBO (Portogallo)
ORKESTA MENDOZA (Usa/Az)
CALEXICO (Usa/Az)
DJ SCRATCHY (Uk)

Biglietti
singola serata / 10 euro
abbonamento con t-shirt / 30 euro
concerto Calexico / 15 euro + d.p. / al botteghino 18 euro

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