Riccardo Merolli Author

Presidente emerito di Rockambula. Non studia non lavora non guarda la tv non va al cinema non fa sport.

ESCE AD APRILE “LET THE SUN” IL NUOVO E.P. DEI MARIGOLD PER DEAMBULA ED ACID COBRA RECORDS

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L’E.P. E’ COMPOSTO DA UN BRANO INEDITO, “LET THE SUN” NATO DALLA COLLABORAZIONE CON ALESSANDRA GISMONDI (PITCH, SCHONWALD)
E DA TRE BRANI LIVE, FOTOGRAFIA DELL’ULTIMO TOUR DELLA BAND.

L’USCITA SARÀ ANTICIPATA L’ 08 MARZO 2012 IN FORMATO DIGITALE MAXI E.P. SU ACID COBRA RECORDS.

PER L’OCCASIONE IL DISCO CONTERRÀ LA RISTAMPA DELL’ULTIMO ALBUM DELLA BAND “TAJGA” (PRODOTTO DA AMAURY CAMBUZAT) ALBUM ELOGIATO E APPREZZATO DA PUBBLICO E STAMPA.

LABEL >>> DeAmbula Records (DEAR 014) | Acid Cobra Records (AC 019)
PRODUCED & MIXED >>> Amaury Cambuzat | Marco Campitelli
DISTRIBUTION >>> DeAmbula Records | Acid Cobra digital | Venus

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Ciao Lucio..

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C’è chi lo ha chiamato poeta della canzone italiana…
Io penso che sia piuttosto limitativo definirlo in tal maniera…
In fondo Lucio era uno di noi, ma con un talento snaturato per la musica e una cultura infinita che da sempre riversava nei suoi testi.
La sua era una genialità che forse in Italia hanno avuto solo Fred Buscaglione e Fabrizio De Andrè, due artisti totalmente diversi ma che hanno rivoluzionato la storia della musica italiana.
Così ha fatto anche Lucio, che in oltre cinquant’anni di carriera è stato capace di districarsi in generi come il jazz e la canzone d’autore.
I versi di “Caruso” e “Attenti al lupo” o di “Com’è profondo il mare” e “Canzone” erano sì antitetici ma entravano subito nella testa delle persone.
Non ha mai attraversato una crisi in fatto di vendite perché il pubblico lo ha sempre amato e rispettato.
Anche lui però amava il suo pubblico…
Lo dico perché ho avuto la fortuna di incontrarlo in un paio di occasioni grazie a un mio carissimo amico.
Voglio però raccontare della prima volta che lo vidi, a L’Aquila, dove arrivò sulla sua macchina nel pomeriggio di un giorno d’estate di alcuni anni fa.
Eravamo un nutrito gruppo di persone, ma finchè non firmò l’ultimo autografo e fatto l’ultima foto non se ne andò via.
Gli piaceva il contatto con la gente, era sempre ironico e scherzoso con tutti.
Nell’ultimo tour con Francesco De Gregori nel 2010 venne invece invece a Pescara in inverno, dopo l’annullamento della data estiva allo stadio Adriatico.
Fu un concerto molto intenso, in cui due mostri sacri della canzone si alternavano nelle loro hits a volte anche improvvisando.
A fine spettacolo però, dopo due ore di musica suonata volle stringere la mano a tutti coloro che si erano avvicinati al palco e firmò autografi a tutti (me compreso) insieme al suo collega.
Non racconto questi episodi per vantarmi, ma solo per far capire che Lucio era una persona umile, che amava il suo mestiere e ancor di più il suo pubblico.
E così citando alcuni suoi versi: “caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò…”
Ciao Lucio!
La tua opera vivrà per sempre.

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Modì – Il Suicidio della Formica

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Perdersi nella nebbia di queste plumbee giornate diventa quasi obbligatorio, farlo con la giusta colonna sonora (Di venerdì tutto succede) diventa un lusso che non tutti possono permettersi. Almeno chi non conosce il genio artistico di Giuseppe Chimenti per la musica Modì. La malinconia potrebbe iniziare a piacervi di brutto, l’ossessione dell’errore bussa alla mente accendendo ricordi di amori perduti, rimpianti, la solitudine del sentimento umano. E proprio de Andrè a vegliare su un album di cantautorato introspettivo e dalla singolare bellezza, la creatura di Modì prende il nome de Il suicidio della Formica, una chitarra spezza il confine tra sofferenza e liberazione.

Non sempre giocare con le parole porta a risultati apprezzabili soprattutto se si osa sopra le proprie capacità, Modì amalgama con ingegno musica e testi portando alla luce canzoni artisticamente valide (Carnevale) senza buttare macigni di elevata cultura sulle spalle dell’ascoltatore, semplicemente musica per chi ne vuole. Un ambient noir e la riscoperta di poeti maledetti, un cuore martoriato e reminiscenze fanciullesche, una cicatrice indelebile sulla pelle, Baudelaire capirebbe di cosa stiamo parlando. La solitudine in Suicidio in Stazione alza notevolmente i parametri di musica interiore, il collasso mentale dell’indifferenza, un concetto di esasperata voglia di chiudersi alle spalle una vita indegna di essere vissuta. Ci vuole un cuore grande e una sensibilità come pochi per vivere e scrivere un disco con queste intenzioni, cerco di viverlo spalmandomelo sulla faccia per non perderne neanche un piccolo frammento, ne sono rapito senza scampo. Un timido sole si affaccia tra le nubi, non ho nessuna voglia di accoglierlo, oggi è un altra storia. Modì ti entra dentro come un demone dantesco, la sua musica scava senza alcun indugio dentro la vita quotidiana delle persone. Questo è l’obbiettivo essenziale di ogni cantautore che si rispetti. Modì è un cantautore dei giorni nostri, Il Suicidio della Formica ne è la prova inconfutabile.

 

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DRINK TO ME // S TOUR 2012

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Comincia l’8 marzo dal Circolo degli Artisti di Roma il tour dei Drink To Me, per presentare il nuovissimo album S, in uscita il 9 marzo per Unhip Records. La band piemontese, tornata a quattro con l’ingresso di Roberto Grosso Sategna (meglio conosciuto con il moniker Ten Dogs), promette di incendiare i palchi della penisola, in attesa di partire per un nuovo tour europeo.
Qui di seguito le prime date annunciate:
08/03 ROMA – Circolo degli Artisti w/Appaloosa+tba
09/03 FIRENZE – Ex Fila w/Piede
10/03 BOLOGNA – Locomotiv Club w/M+A
14/03 TORINO – Astoria
17/03 VERONA – Interzona
18/03 MILANO – Elita @ Teatro Parenti
23/03 SCHIO (VI) – CSC
24/03 CUNEO – Lo Spaccio
31/03 VIGONOVO (VE) – Studio 2
22/04 GUAGNANO (LE) – Arci Rubik
24/04 COSENZA – TBA
25/04 CASTELBUONO (PA) – Romitaggio
28/04 MESSINA – Retronouveau
01/05 GUASTALLA (RE) – Handmade Festival
5/05 TREVISO – Apartamento Hoffmann

www.unhiprecords.com :: info@unhiprecords.com
www.locusta.net :: jacopo@locusta.net

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Arrivano i NoMoreSpeeck

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“NoMoreSpeech” è l’album di debutto, composto da 11 brani, dell’omonima band milanese capitanata da Alteria, già nota come speaker nella web-radio Rocknrollradio.it, per la conduzione di programmi musicali su Rock TV e per la collaborazione in pianta stabile, insieme ad altri famosi artisti italiani, al progetto “Rezophonic”, per il quale ha registrato anche un brano in duetto con L’Aura nell’ultimo disco (Rezophonic II), i cui proventi vengono utilizzati per la realizzazione di pozzi d’acqua in Africa.
Il crossover rock dei NoMoreSpeech non segue regole o cliché. Intriso di riflessioni sulla vita crea atmosfere ed effetti sonori assolutamente suggestivi ed emozionanti.
L’album uscirà il 2 Marzo su ALTERHEAD PRODUCTIONS e sarà distribuito da SELF.
I NoMoreSpeech hanno all’attivo più di 50 live show all’anno tra club e festival dal 2007 a oggi, vincendo anche L’Heineken Jammin’ Festival Contest nel 2010, che ha dato loro la possibilità di suonare come opener degli Aerosmith.
NoMoreSpeech TOUR 2012:
01/03 @ Ghinea (Marina di Ravenna, Ra)
02/03 @ Voodoo (San Giuseppe di Comacchio, Fe)
03/03 @ Mephisto (Lu Monferrato, Al)
04/03 @ Officina Della Musica (Lc)
08/03 @ Garage Club (S. Martino Di Lupari, Pd)
09/03 @ Messico Live (Arqua Polesine, Ro)
10/03 @ Midnight (Bovisio Masciago, Mi)
17/03 @ Red Zone (Luino, Va)
22/03 @ The Rockin (Lt)
23/03 @ Sea Legend (Pozzuoli, Na)
06/04 @ Pepe Club (Garlasco, Pv)
07/04 @ Audiodrome (Moncalieri, To)
12/04 @ Lime Light (Mi)
Segui la band su http://www.nomorespeech.com

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SIMONA SALIS: ecco il video di S’ARRIU DE SU CORU

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La cantautrice sarda, già vincitrice del Premio Tenco e in procinto di essere distribuita all’estero con la versione spagnola del suo album, esce col video del brano già in classifica su 105 e Montecarlo e in vetta sull’I Tunes store (cat. Jazz)

“S’Arriu De Su Coru” – Official Video

Un’esplosione di sensazioni nuove, speranza e certezza per tutto ciò che di bello e brutto ci accade nella vita. Questo è il brano S’arriu de su coru della cantautrice sarda, per un futuro sognante, ma allo stesso tempo, pieno di verità, la stessa verità che porta Simona ad esprimersi nella sua lingua madre: il Sardo Campidanese, addolcito in maniera tale da confondersi con le lingue latine. Un’ Artista lontana dagli schemi, ma vicina ai gusti di un mondo sempre più in cerca di novità e cambiamenti.

“D’ogna arriu currit a mari est sa sola beridadi”…
ogni fiume arriva al suo mare e’ la sola verità, un messaggio di speranza e di pace, racchiusi in una canzone che porta con se suoni e colori di tutto il mondo. Musica autentica che viene dal cuore, musica suonata. Un invito a ritrovare la verità’ e la semplicità’ nel vissuto quotidiano.

S’ARRIU DE SU CORU (tratto dal cd “Chistionada de mei”)
Simona Salis – voce e cori
Carmelo Isgrò – contrabbasso
Mark Harris – tastiere
Enrico Guerzoni – violoncello
Ivan Ciccarelli – percussioni, hang, udu

La sua storia in quanto cantautrice ebbe inizio in un pomeriggio d’estate, quando con la sua prima chitarra che possedeva da pochi giorni, scrisse la sua prima canzone. Aveva 14 anni. Trascorre gli anni sino al diploma nella sua bella isola, partecipando a progetti musicali diversi tra loro per stile e genere, essendo la sua natura mutevole e molto curiosa. Piu’ tardi si iscrive all’universita’ “lettere con indirizzo storia della musica e dello spettacolo”, quindi si trasferisce a Siena dove impara le basi jazz e poi a Milano. Mette su il suo nuovo repertorio, questa volta in inglese. Fondamentale in quel periodo fu l’incontro con il suo attuale produttore Ivan Ciccarelli che noto’ il suo talento. Dopo un’esperienza a Londra riprende la sua marcia conscia di aver ritrovato se stessa le sue origini. Infatti, i 10 capitoli musicali che compongono il suo album d’esordio “Chistionada de mei” (parla di me), incarnano perfettamente l’esigenza di Simona di trovare le risposte alle sue domande; scritto in lingua sarda, una lingua antica dai colori forti, si presenta facile all’ascolto; fondamentale e’ stato il contributo del suo produtore Ivan Ciccarelli il cui approccio totalmente libero da preconcetti discografici e radiofonici e’ entrato in simbiosi con l’idea che Simona ha della musica. Un disco difficile da etichettare dalle mille influenze, insomma un mix di vissuto e di tanti generi musicali ascoltati. In febbraio partecipa a sanremo rock&trend2005, arrivando tra i primi tre della categoria cantautori. Nel giugno dello stesso anno partecipa al festival di Mantova vincendo il premio logic studios per vivacita’, ricerca linguistica e sonorita’, per il saper trasmettere al pubblico le radici delle tradizioni sarde rivisitandole con verve e presenza scenica. Parte un live che da alcune citta’ europee arrivera’ in Tasmania e Australia. Nel settembre 2006 e’ tra i 5 finalisti del Premio Tenco, categoria: migliore opera prima e vince il premio “scrivendo canzoni” a Sermide nel medesimo anno;Dal 2007 al 2009 scrive e lavora su “Janas e dimonius” titolo del suo nuovo progetto discografico ed editoriale. Il disco prodotto da Ivan Ciccarelli e’ pronto dal 2009 cosi’ come il libro che accompagna e completa il lavoro musicale tutto dedicato alle leggende sarde. Il lieto evento della piccola Lara posticipa l’uscita discografica e del libro nel 2012.

SIMONA SALIS – Official Site
http://www.simonasalis.com/

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Alessandro Arcangelelli – Compendio ragionato sull’educazione della natica

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La nonna me lo diceva sempre da bambino, spesso dopo un buon piatto di fagioli ben arricchiti da spicchi di cipolla rossa: “chi non petta muore gonfio”. Ma da quando ho iniziato a frequentare le scuole elementari ho subito capito che l’utilizzo della voce sottostante dovesse essere ben controllata e calibrata proprio come le parole che si usano durante un’interrogazione alla lavagna.
E poi ditemi un po’ se non capita a tutti noi esseri umani di trovarci in situazioni fisiologicamente scomode in qualsiasi momento della vita. Per ovviare a questi problemi Alessandro Arcangelelli ha ideato un simpatico audiolibro dal titolo inequivocabile: “Compendio ragionato sull’educazione della natica”. Nato come scherzo tra amici, il manualetto sta riscuotendo un discreto successo tanto da vantare le voci di Giorgio Melazzi e Andrea e Michele di Radio DJ.

Si discorre in modo aulico e formale dei roboanti venti e di varie tecniche per arginare l’imbarazzo dell’ignobile gesto, mal gradito dalla società. Anche le ambientazioni e i personaggi rimandano a salotti dell’alta borghesia e questo evidente contrasto è il punto di forza del “Compendio”, che descrivendo varie tecniche per il “controllo dei venti imbarazzanti”, strappa più volte il sorriso all’ascoltatore a cui torneranno sicuramente in mente vecchie scomode situazioni. Il tutto è poi condito da goffe rappresentazioni sonore degli “uragani digestivi”, più o meno rumorosi, più o meno prolungati nel tempo.
Ma oltre alle quattro risatine per il tema divertente, questo “Compendio” risulta essere una piccola critica alla nostra società occidentale che accetta bestialità ben peggiori di un naturalissimo peto.
Insomma un modo per passare una mezz’ora spensierata in auto o in casa mentre si prepara cena. Assicuratevi di non avere conti o duchesse nei paraggi e provate a sperimentare la “Gambetta” e lo “Scricchiolaporta” e se vi dovesse andare male aprite subito la finestra.

 

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unòrsominòre: le date del nuovo tour

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Dopo l’uscita del suo ultimo album “La vita agra” (pubblicato per Lavorare Stanca lo scorso 7 novembre), unòrsominòre presenterà le nuove canzoni in concerto.

Ecco le prossime date:

ven 24 febbraio, Padova, Reality Shock
sab 3 marzo, Verona, The Brothers (con ospite specialissimo)
gio 8 marzo, Benevento, Morgana
ven 9 marzo, Ortona, Abbey Road
mer 25 apr, Rimini, Neon (con ospite specialissimo)
mar 1 maggio, Valeggio s/m, Villa Zamboni (con ospite specialissimo)
sab 12 maggio, Parma, Giovane Italia (con ospite specialissimo)

INFORMAZIONI SUL DISCO:
Il disco prende il nome da un romanzo di Luciano Bianciardi nel quale si racconta la lenta e inesorabile omologazione di un potenziale rivoluzionario piccolo-borghese attraverso la quale, demolendo il mito del boom economico italiano, si comprendono le radici del degrado sociale e culturale del nostro paese: è la cronaca di un fallito tentativo di rivolta, affogato nel grigiore della vita di ogni giorno, ridotta ad una stanca lotta per la sopravvivenza giornaliera dove, citando Gaber, “non si riesce mai a dare fastidio a nessuno”.
Il tema del romanzo è il punto di partenza per un’amara, a tratti sarcastica, spesso rabbiosa riflessione in musica attorno alle miserie della società italiana di oggi.

Il disco, ispirato ai grandi album politici degli anni settanta anche nella veste grafica, è denso di un linguaggio crudo e di immagini vivide; parole dirette, poche metafore, nessuna ricerca di leggerezza, di ironia, di scioglimento della tensione. “La vita agra” ricerca e raggiunge una spietatezza verbale e concettuale senza concessioni, mentre racconta dell’insensatezza delle nostre abitudini, del futuro e del passato rubati a un’intera nazione, della superficialità di una generazione distratta, o dell’impossibilità oggettiva di intervenire per cambiare il corso degli eventi.

Il suono dell’album si completa nella collaborazione fra l’òrso e Fabio De Min (Non voglio che Clara), produttore del disco e co-arrangiatore di molti dei brani, che ha impreziosito il lavoro con interventi di pianoforte e sintetizzatori, arricchendo le canzoni costruite dall’òrso attorno alla sua voce, alle sue chitarre, basso e batteria (strumenti che su “La vita agra” sono suonati tutti dallo stesso òrso).

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LINEA 77 il docufilm del tour di “dieci”

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la band torinese annuncia l’inizio dei lavori per la produzione di un nuovo album e pubblica un’emozionante docufilm che racconta la vita di due anni passati on the road.
Questo è il messaggio postato dalla band sul sito linea77.com
“Si ripete ad ogni disco, con la sacrale e salvifica monotonia del rito. Quasi fosse un trasloco, si ripone il cd nella propria custodia, il file nel disco rigido che si merita. Più del silenzio, può la polvere. Il tour di “10″ è iniziato i primi di aprile del 2010, poi, come una macchina che percorre tutta la strada che il serbatoio le srotola davanti, ha smesso di tossire nel novembre del 2011. E mentre sei alla pompa di benzina in attesa di fare un altro pieno, di scrivere un nuovo disco, come un cane che annusa i suoi escrementi ripensi al tragitto e ti chiedi: perché sono qui se non ricordo dove andare?”

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SERAZZI & The Detectives: MY SHARONA è il singolo estratto da “SKIN”

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SKIN è la rilettura in modo inedito di alcune pietre miliari del rock; tra eclettismo e divertimento, arrangiamenti raffinati e sonorità talvolta vicine al jazz, spicca la grande bravura e sensibilità dei musicisti che spaziano sfacciatamente attraverso i generi musicali. Nel disco anche un inedico con Carmel.

My Sharona: c’è qualcosa di sensuale e malinconico in quel “my,my,my,my…Sharona”: così un giorno Paolo Serazzi ha provato a smontare la canzone dal ritmo pulsante imperniato sul celeberrimo e meraviglioso riff, per adagiarla sulla saudade – sensuale e malinconica, appunto – di una bossa nova. Affiancano i Detectives i meravigliosi musicisti brasiliani Roberto Taufic alla chitarra e Gilson Silveira alle percussioni.

My Sharona è una canzone del 1979 del gruppo rock The Knack, estratto come loro singolo di esordio dall’album Get the Knack. Il singolo raggiunse la posizione numero uno della Billboard Hot 100 e vi rimase per cinque settimane. In Italia fu un vero tormentone estivo. Il celebre riff di My Sharona, a tutt’oggi uno dei più celebri e riconoscibili del rock, fu scritto dal chitarrista del gruppo, Berton Averre, molto tempo prima che egli si unisse ai Knack. Secondo quanto dichiarato dal trascinatore del gruppo Doug Fieger, esisteva davvero una ragazza chiamata Sharona di cui era innamorato. Ogni volta che Fieger pensava a Sharona, gli veniva in mente il riff di Averre. I due musicisti lavorarono insieme sulla struttura e sulla melodia del brano, proprio partendo dal quell’accostamento di idee. La donna del brano è Sharona Alperin, un’agente immobiliare che attualmente vive a Los Angeles.

Nel suo nuovo album SKIN, SERAZZI rilegge in modo inedito alcune pietre miliari del rock, spaziando sfacciatamente attraverso i generi musicali. Dai Doors ai Police, da Jimi Hendrix a Elvis, fino alla intrigante “Puttin’ on the Ritz” di Irving Berlin e ad una sognante versione bossa nova di “My Sharona”! Con i suoi granitici Detectives, SERAZZI gioca con gli arrangiamenti fino a trasfigurare le canzoni, sempre ispirato da una sottile ironia che pervade tutto l’album.

Delle dieci tracce registrate, una è inedita e di sua composizione: è “I’ll smile again Tomorrow”, una ballad molto intima cantata in duetto con Carmel (l’indimenticabile voce di “More more more” e “Sally”). Nel CD, inoltre, Carmel interpreta anche un’originale versione di “I shall be released” di Bob Dylan.

SKIN: la pelle, il contatto. E’ attraverso la pelle che abbiamo la percezione degli altri e delle cose. Ma un contatto inaspettato che ci sorprende, ci obbliga a considerare le cose (anche) da un altro punto di vista.

Serazzi: voce, pianoforte, organo Hammond, chitarra, fisarmonica, Max Carletti: chitarre

Paolo Franciscone: batteria, Danilo Pala: sax contralto, Stefano Risso: contrabbasso, cori

PAOLO SERAZZI è anche impegnato nel progetto LA CUCINA, con un disco in uscita.

Musica italiana dalle influenze più svariate ricca di sorprese, citazioni, colori. Ora ricche ed esuberanti, ora intime e carezzevoli, le canzoni di Serazzi ospitano storie di musicisti e di dormiglioni, di amici lontani, capitani, case inquietanti, palazzi e dinamite, dalle quali traspare molta ironia e un’atmosfera fondamentalmente positiva.

La Cucina soffrigge musica con un sound particolarissimo in cui spiccano la scintillante sezione fiati, il contrabbasso le percussioni e la batteria vocale (beat-box).

Paolo SERAZZI(voce, pianoforte, chitarra, fisarmonica) è un eclettico musicista, cantante e grande intrattenitore. Ha suonato su grandi palchi rock con Carmel, Africa Unite, Party Kidz, Jeremy’s Joke ed è a suo agio anche nell’atmosfera raccolta dei piccoli club, da solo o in gruppo. Ha suonato in numerosi spettacoli teatrali e compone canzoni e colonne sonore per la televisione (Rai2, Rai3), il teatro e il cinema (con i Bluebeaters ha composto e suonato le musiche di “Ravanello pallido” di Luciana Littizzetto), è un buon interprete di musica classica. La sua creatività spazia anche in altri campi artistici: è architetto e designer di lampade, mobili, gioielli, giocattoli. Come produttore ha composto, arrangiato e prodotto tutte le canzoni dell’album FINALLY (Prestige-Elite, London, 2006) della cantante inglese Patricia Lowe. Interamente dedicato alle canzoni di Paolo Conte è il suo spettacolo Mocambo: un garbato omaggio al musicista che che più di ogni altro ha influenzato la formazione musicale di SERAZZI

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Maria Antonietta – Maria Antonietta

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Avere vent’anni e sentirsi liberi di fare tutto quello che si vuole, le cose poi senza logica cambiano inevitabilmente in peggio. Io quando avevo vent’anni ero uno stronzo. Il disco di Maria Antonietta esce proprio quando il bisogno di rivoluzione interiore inizia a bussare pesantemente alle porte di un’insoddisfazione ormai dilagante. Certo, Maria Antonietta arriva portando nelle corde vocali un timbro fresco che spezza la tradizione delle angeliche voci italiane, una ragazza ribelle della quale innamorarsi in maniera perversa, un diavolo tentatore in tutina fetish. Il diavolo è donna.

E vede bene in questo progetto Dario Brunori in veste di produttore tutto fare, strappa questa ragazza dalla scena new wave/post punk (Young Wrists), gli impone la lingua italiana creando una donna bionica dell’indie rock. E diciamo pure con risultati nettamente positivi, ne sentirete parlare fino allo sfinimento, tanto nel bene quanto nel male. Maria Antonietta debutta con un disco libero di farsi apprezzare marcando le voglie sessuali di ventenni arrapati in cerca di sfogo, chitarre acustiche e scopate al centro del mondo (perchè sono le donne a volerci portare a letto, Quanto eri bello). La voce poi ti entra dentro come una lama affilatissima, il dolore risulta piacere innescando un circolo viziosamente pericoloso. Ci siamo ormai dentro fino al collo. Una cantante capace di raccontare storie blasfeme con la naturalezza di una diva maledettamente importante (Maria Maddalena e Santa Caterina), l’esordio solista di una cantante fuori dall’ordinario. I pezzi giocano sulla semplicità d’esecuzione, strutturalmente poveri ma con la capacità di fissarsi rapidamente nella testa, l’espressione diretta del semplice, bello e subito senza troppa filosofia. Un esordio discografico significativo per Maria Antonietta, la ragazza più cattiva della musica indipendente.

 

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Nympea Mate – Endio

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Ma avete mai osservato il vizio di paragonare alcuni luoghi, paesaggi, città ad altri luoghi, paesaggi, città più o meno vicini nello spazio-tempo? Questo vizio in genere mi fa incazzare. Mi fa incazzare perché il posto in questione perde di identità e anche di dignità.
Anche nella mia città, Rivoli, ma ancora di più nella vicina Torino, mi è capitato più volte di ascoltare deliranti discorsi di mediocri turisti (io sono un pessimo turista perchè non ho visitato quasi niente, ma per fare il turista non basta aver fatto tanti viaggi) che si sforzano a giocare a Memory con le celle della loro memoria, arruffando paragoni azzardati tra Torino e città europee più o meno vicine a noi.

In questo gioco a volte la città viene esageratamente sopravvalutata, perdendo così il meraviglioso contrasto delle sue radici nobili e industriali, oppure viene sminuita a cittadella di montanari operosi che è diventata così cool grazie a locali radical chic vicino al fiume e alle Olimpiadi.
Lo stesso identico discorso vale per la musica sfornata dal capoluogo piemontese e delle sue zone limitrofe. Spesso surclassato dalla immeritata prepotenza milanese, l’underground rumoroso sabaudo incassa colpi duri e rimane in cantina. Per poi non parlare di chi azzarda ad afferrare il bollente testimone dei mostri sacri oltre oceano o oltre Manica. Qui Torino diventa la Berlino priva di fremente luce artistica, le mummie del museo egizio diventano l’ombra della Stele di Rosetta e la Fiat una piccola costola della General Motors. E tutti i gruppi che senti nei sudici club allagati dalle piene del Po diventano schifosi tributi maldestri a Velvet Underground e New Order, se non peggio a Nada Surf e Radiohead.

Questo è quello che capita a una band chiamata Nymphea Mate, composta da quattro ragazzi ben piantati in terra sabauda e innaffiati con pioggia londinese. Tanto british da essere catalogati spesso come gruppo “brit-pop”, termine che mi da i nervi proprio come molte altre stupide catalogazioni: “indie”, “alternative” o “power-pop”.
I ragazzi suonano inglesi, è verissimo, ma non rinunciando ad interessanti variazioni sul tema come i chitarroni pesanti di “Billy Vanilla” e “Song for The Leader” che sembrano più di Josh Homme che di Noel Gallagher o le melodie della opener “Sir Constance” che sembra il nuovo singolo dei Band of Horses in rotazione su Virgin Radio. Insomma una buona porzione di U.S.A. se la ritagliano, e pure negli episodi migliori del disco.

I suoni e gli arrangiamenti vantano un grande equilibrio nel limbo tra i due universi pop e rock, le due realtà firmano un momentaneo armistizio e vivono in pace e armonia in ogni brano di “Endio”. Tra chitarroni rock’n’roll che ammiccano allo stoner, melodie ammiccanti e un tappeto sottostante (semplice ma efficiente) che guida la banda, le due parti ostili si abbracciano, si toccano e a volte si lasciano andare in una folle danza come nello scoppiettante finale di “Waiting for The Bang”.
Tutto sembra cotto a puntino, salato il giusto, ma manca di spezie. Mancano allo stesso tempo quel pizzico di personalità e quella spolverata ruffiana che farebbero entrare dritto dritto un loro brano nella top 10 di NME.
Insomma il disco scorre, ma proprio come la fastidiosa pioggerellina londinese ti lascia un po’ bagnato e non entra nelle ossa. Anzi con un buon impermeabile non arriva neanche alla pelle.

 

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