Riccardo Merolli Author

Presidente emerito di Rockambula. Non studia non lavora non guarda la tv non va al cinema non fa sport.

Giovanni Lindo Ferretti: il tour 2012!!

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“A Cuor Contento” è il tour che porterà Giovanni Lindo Ferretti a calpestare i palchi dei migliori club italiani. Ecco tutte le date confermate ad oggi.

22 Marzo @ Napoli – Casa della Musica

23 Marzo @ Pescara – Zu Bar

24 Marzo @ Roma – Orion

29 Marzo @ Torino – Hiroshima Mon Amour

30 Marzo @ Bologna – Estragon

31 Marzo @ Prato – Teatro Politeama

13 Aprile @ Trezzo sull’Adda – Live Club

05 Maggio @ Colle Val D’Elsa (SI) – Sonar

11 Maggio @ Lecce – Officine Cantelmo

12 Maggio @ Bari – Teatro Kismet Opera

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Dafne Bloom – Ginger sad

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Forse quattro brani sono troppo pochi per giudicare questo lavoro…

Purtroppo però mi trovo di fronte a un lavoro che assomiglia più a un demo che a un ep che dovrebbe essere anche venduto attraverso le piattaforme digitali…
Gli mp3, si sa, a volte limitano anche i suoni delle canzoni e può darsi che sia anche questo il caso dei Dafne Bloom.
Tuttavia ascoltandoli un po’ di amaro in bocca rimane…
Le qualità nel gruppo ci sono tutte, gli arrangiamenti sono anche strutturati abbastanza bene…
Il brano “Ginger sad” ne è un esempio col suo tappeto sonoro di tastiere sovrapposto a batterie ben ritmate e a un cantato che ricorda molto da vicino quello di Brandon Flowers dei The Killers.
I come from tekno” ha un inizio Krafterkiano ma poi si tuffa in una elettronica alla Nine inch Nails.

Forse però, un po’ più di chitarre e una mano di basso elettrico avrebbero giovato davvero molto al brano.
I “testi” pure risultano un po’ confusionari ma la cosa è evidentemente voluta, quindi almeno in questo il gruppo è ampiamente giustificato.
Baccanalis” invece ha un inizio molto ritmato in cui si innesta una chitarra abbastanza incisiva (almeno qui) e un cantato molto dark e oscuro che ricorda un po’ anche quello di Robert Smith dei The cure ed è sicuramente l’episodio più riuscito di questo disco.

L’impressione comunque è proprio quella di un vero e proprio baccanale sonoro…
Dafne in bloom” è invece una ballad dal tono decadente molto orecchiabile che potrebbe trovare anche spazio nei networks radiofonici ma a quasi tre minuti dall’inizio un improvviso cambio di volume nella regolazione dei suoni rovina un po’ l’atmosfera creata e purtroppo la cosa si ripete anche alla fine.
Peccato davvero quindi, perché il talento non manca e forse con la mano di un produttore di talento tipo Trent Reznor, il supporto di una major discografica e magari anche un mastering migliore questo lavoro avrebbe potuto tranquillamente sfondare.
Una nota di merito però va all’artwork per la copertina appena bicolore, davvero molto bella nel suo minimalismo (una piccola opera d’arte!).

Aspetto quindi i Dafne Bloom alla seconda prova perché per ora la sufficienza appare lontana…

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DOLA J CHAPLIN: ecco l’anteprima del disco d’esordio

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Ecco il VIDEO teaser che presenta in anteprima. il disco d’esordio di Dola J Chaplin.
Firmato dalla VOLUME! Records, ad Aprile 2012 in tutti i negozi di dischi.

“Nothing To Say” – Official Video

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Cybersadic – Droga alla massa

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Questo lavoro al primo ascolto sicuramente vi lascerà un po’ spiazzati…
“Droga alla massa” dei Cybersadic è infatti un vero e proprio calderone sonoro che comprende nei suoi ingredienti i Subsonica (citazione “dovuta”, visto che si parla del panorama elettronico -techno  musicale italiano) e i Chemical brothers (“Wake up” ricorda molto le sonorità di “Hey boy, hey girl” famosa hit del 1999 del gruppo di Manchester).

Molte infatti le similitudini nei confronti dei due gruppi citati sia a livello vocale sia a livello musicale.La loro però è un’ispirazione proveniente anche da vari repertori musicali, cioè una sorta di eclettismo che permette di apprezzare ogni pezzo come un’entità, diciamo “autoconclusiva“, che peraltro non annoia mai l’ascoltatore.
Poche liriche e musiche ben collegate tra loro vi accoglieranno in un tappeto sonoro che ogni tanto fanno  ritornare alla mente anche i vecchi Kraftwerk, che non appaiono mai datati e che continuano a ispirare le generazioni moderne di giovani musicisti.

Le tematiche trattate nei testi evocano atmosfere cibernetiche però contemporanee e non
paleofuturiste ma sempre con il carattere sovversivo che contraddistingue il loro stile.
Non stupirebbe quindi se qualcuna delle nove tracce trovasse spazio in qualche film di fantascienza alla “Blade runner”.
Nella prima parte del disco c’è un ritmo deciso, consapevole e urlato, dal forte intento comunicativo, anche se spesso intervallato da momenti di pura melodia elettronica che distendono questo incalzare.
La quarta canzone “La notte” ad esempio inizia con un riff di chitarra alla Depeche Mode per poi tuffarsi in un cantato che ricorda i più quieti Cccp distorti da un vocoder.

Molti anche i richiami anche alla new wave italiana dei primi anni ottanta, soprattutto per quanto riguarda le chitarre che confluiscono con la tradizione musicale d’avanguardia degli stessi anni.
Un progetto ambizioso quindi quello di questi ragazzi campani che attende solo di superare la prova del live…
E non lasciatevi fuorviare dal titolo di questo cd…
Semmai consigliate l’acquisto di questo cd alla massa e che la nuova rivoluzione (musicale) permamente abbia inizio da voi!
Attenzione: il disco è sicuramente uno dei migliori lavori usciti in Italia nel 2011…potreste diventarne dipendenti!

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La Struttura è il nuovo video dei Consenso! Guarda ora!

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La Struttura è il nuovo video dei Consenso estratto dall’album Un Disco Onesto… guarda…

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Bobby Soul – Conseguenze del groove

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Il nuovo disco di Alberto De Benedetti, in arte Bobby Soul, è una sorta di esperimento sonoro che forse accade per la prima volta in Italia: “Conseguenze del groove” è infatti inciso con tre band differenti, i Knickers, i Les Gastones e i Bonobos Boracheros, a seconda dei brani.

Diciotto tracce che vi catapulteranno nell’universo del soul e del funky sin dal primo brano “Conseguenze” in cui il rimpianto critico Ernesto De Pascale mette subito in chiaro che “I negri hanno creato blues, jazz, rock’n roll…noi stiamo semplicemente rivivendo impressioni nate dal popolo di colore”.
Ascoltando questo compact disc infatti si sente tantissimo l’influenza di tutta la musica black con testi mai scontati a volte persino anche ironici, come succede in “Bobby Soul, who the funk you think you are?” e “Un’assouluzione”.
Il singolo “Stringidenti” scritto a quattro mani con Andrea “Manouche” Alesso è molto orecchiabile e le tastiere di Mattia Minchillo trovano qui il giusto e meritato spazio.
C’è anche tempo per la riuscitissima cover di Ritchie Havens  “Freedom” in cui prevalgono la chitarra e le percussioni e che nonostante siano passati molti anni dalla sua pubblicazione non mostra i segni del tempo.

Ospiti prestigiosi del disco Rickey Vincent , il già citato Ernesto De Pascale (a cui è dedicato l’intero album) e Gil Scott Heron.
Certo dai tempi di “73% Phunk” c’è stata una notevole evoluzione e maturazione nei suoni ben evidente soprattutto in “Amore a prima vista” e “L’uomo della porta di servizio” e in “Crudele”, che qui troviamo in una versione stravolta rispetto a quella del disco citato.
Lasciatevi quindi prendere dall’incantevole voce di Bobby Soul, che a tratti vi potrà anche ricordare anche quella di Mario Biondi.

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AQUEFRIGIDE

Written by Live Report

AQUEFRIGIDE + TANNHAUSER
Venerdì 20 Gennaio 2012 @ Tipografia – Pescara

Primo atto dell’eroica impresa di Frantic Factory, un appuntamento mensile con l’estremo (almeno per il momento). “Revolution is Heavy” recita lo slogan apparso sui social network e sui flyer in giro per la città, e siamo certi che di rivoluzione si tratti.
Luogo designato per questo happening della Pescara alternativa è Tipografia, locale già noto per le sue derive electro-danzerecce, ma finora poco avvezzo ad ospitare chitarroni distorti e urla sguaiate.
Il colpo d’occhio è dei migliori, gran bel posto, situato in un circondario completamente industriale, tra il grigiore dell’asse attrezzato e le fuliggini del cementificio, habitat ideale per le creature della notte in cerca di luoghi bui.

L’antipasto è a base di stoner metal intinto nel fango, dal retrogusto lisergico e imprevedibile, e porta il nome di Tannhauser. La band pescarese vede tra le sue fila due volti noti del rock nostrano, quali Sergente e Franz degli Zippo, entrambi chitarristi nella band madre, qui rispettivamente in veste di chitarrista e cantante. Ottimo groove alimentato dalla pulsante sezione ritmica, suono corposo e voce potente che non ci pensa due volte ad urlare tutta la propria rabbia. Aspettiamo questi quattro ragazzi al varco, con il primo lavoro che ci auguriamo giunga a breve.
Il piatto forte della serata è finalmente pronto per essere servito. Gradito ritorno per Bre Beskyt Dyrene aka Simona La Muta e della sua splendida creatura Aquefrigide. Un mix più unico che raro di alternative rock, metal, punk, grunge e industrial, per una band che meriterebbe certamente più attenzione dagli addetti ai lavori. Diversi mesi di stop hanno portato ad un ri-assestamento della line-up e la band romana torna ora ad essere un quartetto, mentre Simona torna ad imbracciare la sua chitarra fiammante e a fronteggiare la Transexual Riot.

Poche e fioche luci illuminano la scena, mentre nella sala ragazzi e ragazze in totale venerazione attendono con ansia di venire travolti dalle note di Mephisto Hobbit, Orighami, Carne Cruda, Freddo Mercurio, e ancora In Che Depressione Suono, Svastika, Soffio Veleno, Detesto, e così via. Vengono proposti i migliori episodi elettrici di Un Caso Isolato (2006) e La Razza (2009), ad oggi gli unici due oscuri reperti del combo capitolino.
La partecipazione del pubblico è attiva e concitata, e i testi duri e crudi di Simona lasciano davvero qualcosa di indelebile, come anche i volumi elevati, come si addice al galateo del rock.
La band fa appena in tempo a lasciare il palco quando è costretta ad uscire nuovamente allo scoperto per eseguire una manciata di altri brani, tra cui la bellissima Ago Primavera, graditissima.

Mi auguro che gli Aquefrigide riescano ad ottenere i riconoscimenti che meritano, poiché in un ambiente ormai totalmente a puttane come quello della musica italiana – e soprattutto cantantata in italiano – riescono ad essere ancora “puri”.
Un inizio, questo, che fa ben sperare e che punta a collocare Pescara tra le realtà che contano. L’accurata selezione di Frantic Factory propone nei prossimi appuntamenti i Forgotten Tomb (17 febbraio) e gli svedesi Siena Root (9 marzo), mentre altri eventi verranno annunciati a breve e si preannunciano esplosivi.

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MARIA ANTONIETTA: le date del nuovo tour

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E’ la più novità più chiacchierata del momento. Adesso in tour. Ecco le prime date.

10-02-2012 MARGHERA (VE) – Pop Corner Club
15-02-2012 FORLI’ – Diagonal Loft Club
16-02-2012 TORINO – Teatro Vittoria @ Premio Buscaglione
17-02-2012 OSIMO (MC) – Loop
18-02-2012 GIOVINAZZO (BA) – Arci Tresset
19-02-2012 GUAGNANO (LE) – Arci Rubik
23-02-2012 SEGRATE (MI) – Circolo Magnolia @ Milano Brucia
24-02-2012 ROMA – Locanda Atlantide
25-02-2012 RAVENNA – Bronson
02-03-2012 TRIESTE – Etnoblog
03-03-2012 BOLOGNA – Covo
09-03-2012 SAN MARTINO DI LUPARI (PD) – Garage Club
10-03-2012 CAVRIAGO (RE) – Calamita
17-03-2012 FUCECCHIO (FI) – La Limonaia
28-03-2012 COSENZA – L’ora di Italiano @ Piccolo Teatro Unical
29-03-2012 MESSINA – Retronouveau
01-04-2012 RUFFANO (LE) – Note di Vino
13-04-2012 FIRENZE – Viper (con Cristina Donà)
15-04-2012 CARPI (MO) – Mattatoio
27-04-2012 PRATO – Nuovo Camarillo
30-04-2012 CONEGLIANO VENETO (TV) – Apartamento Hoffman
04-05-2012 BRESCIA – Lio Bar
16-06-2012 CASTIGLIONE DEL LAGO (PG) – La Darsena

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Il nuovo disco dei Linterno è pronto!

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Si chiamerà “Lay Down For Comfort” ed uscirà il prossimo 16 febbraio sotto la Chorus Of One Records. La band bolognese affronta il grande passo del secondo disco nella loro carriera musicale. Subito dopo l’uscita del disco, precisamente il 18 febbraio, la band farà il suo release show in casa, ossia a Bologna presso il Vecchio Son, la storica sala prove/sala concerti di Steno dei Nabat. A presenziare la serata assieme al gruppo di casa ci saranno gli abruzzesi Startoday, prossimi ad entrare in studio per un nuovo Ep e i giovani bolognesi Head On Collision! Se vivete a bologna non potete perdere l’occasione di fare due stage diving con dell’ottimo punk/hardcore nostrano!

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È morta Whitney Houston

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Una vita privata violentata da alcol e droga, il suo corpo è stato ritrovato ieri 11 Febbraio (ora locale)in una stanza dell’Hilton Hotel di Beverly Hills. La cantante aveva 48 anni, ancora non sono chiare le cause della morte.
Riposa in pace regina del soul.

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LE BELLE COSE è il singolo di lancio del nuovo esperimento non discografico dei SIKITIKIS

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Dopo le esperienze con Casasonica e Sugar (alla quale sono attualmente legati), ecco per la band cagliaritana un disco che non c’è, ma che man mano prenderà forma attraverso la rete

“LE BELLE COSE” – Official Video
http://www.youtube.com/watch?v=ZpeCRs5ta20&feature=player_embedded#!

Le Belle cose è un’esternazione naif. E’ l’idea di un bambino che viene dopo due punti e la scritta “pensierino”.
Le belle cose fanno incontrare idealmente mondi musicali in apparenza lontani: Celentano con i Gorillaz, Bennato con Beck… e chissà quante altre cose di cui non ci siamo nemmeno accorti.
Diablo: “un giorno ho letto il post di una mia amica su facebook e l’ho commentato. Successivamente ho riletto il commento e ne ho intuito la musicalità. Quel commento, paro paro, è diventato il testo de Le Belle Cose.”

Questo progetto è la sublimazione del fare di necessità virtù. Nasce da dei freddissimi dati. Dischi fuori moda è un disco che ha avuto un ottimo feedback, ma ha venduto una copia ogni 500 click dei sui video su Youtube.
In pratica, la rete si è rivelata come la terra in cui il seme dei Sikitikis ha attecchito spontaneamente.
A questo punto, ci siamo detti: “saltiamo tutti i passaggi, ci conviene…”
Ed ecco, quindi, Le Belle Cose. Un progetto interamente basato sull’interazione nel (e fra) social network.
Ci chiedono spesso se da tutto questo arriverà anche un supporto fisico. La risposta a questa domanda è impossibile da dare in questa fase. Le Belle Cose sono tutte in divenire.

I SIKITIKIS Si formano nel 2000 con l’intento di rivisitare le colonne sonore dei b-movies italiani degli anni ’70. I primi anni sono caratterizzati da poche uscite live e molto lavoro di ricerca sul suono. La musica da cinema si rivela un ottimo laboratorio in cui sperimentare nuove soluzioni di arrangiamento in una formazione che non prevede l’uso della chitarra. Dal 2002, il lavoro fatto in sala dal gruppo, inizia a rendersi utile all’interno di strutture rock e pop, il basso viene distorto e, insieme agli organi vanno ad occupare le frequenze lasciate libere dalle chitarre, il druming diventa più incisivo e le tastiere mantengono la loro connotazione analogica. L ‘attività della band viene intanto seguita a distanza da Max Casacci. Il chitarrista/produttore dei Subsonica è infatti il primo ad intravedere un potenziale nei Sikitikis. E’ ormai il 2004 quando i 4 cagliaritani iniziano la loro esperienza torinese negli studi di Casasonica.
Nel 2005 prende vita il loro esordio discografico “Fuga dal deserto del Tiki”, premiato lo stesso anno come uno dei migliori al MEI di Faenza. Segue un tour di 80 date in tutta Italia. Parallelamente i Siki iniziano a confrontarsi con le prime sonorizzazioni di immagini dal vivo, attività che li porta sul palco dell’Ambra Jovinelli di Roma dove sono invitati, come unici ospiti musicali, ad omaggiare Gianmaria Volontè a 10 anni dalla sua scomparsa. E’ il 2006.
L’anno successivo è tempo di rientrare in studio e nel 2008, dopo una lunga gestazione, nasce “B”.
I’uscita del secondo lavoro discografico coincide con la chiusura delle attività dell’etichetta torinese. Il gruppo attraversa un momento difficile e si concentra sul rapporto con il cinema. Dopo aver composto la prima colonna sonora integrale per il film “Jimmy della Collina” di Enrico Pau e altre colonne sonore per cortometraggi indipendenti, i Sikitikis realizzano la cover di “Cuore Matto” per il forunato esordio cinematografico di Susanna Nicchiarelli “Cosmonauta”. Il film vincerà, nel 2009, il Festival di Venezia nella sezione controcampo italiano.
Nello stesso anno la band incontra Manuele Fusaroli, produttore/guru della scena indipendente. Si chiude un momento difficile, nascono nuovi entusiasmi e la scrittura si fa sempre più solare, i testi si confrontano con sempre più maturità ad una certa tradizione del cantautorato italiano.
Dopo diverse sessioni di registrazione del nuovo materiale presso il Natural Head Quarter di Fusaroli, nel 2010 esce “Dischi Fuori Moda” Il disco è fortunato. Critica e pubblico accolgono ottimamente il lavoro della band che si ritrova ad avere tre singoli nella top10 della classifica Indie Music Like di RAI-isoradio. I video di “Voglio dormire con te” e “Tsunami” passano in alta rotazione su Deejay TV e i contenuti su Youtube superano il mezzo milione di visualizzazioni.
Il lavoro desta l’attenzione della più importante casa discografica italiana: Caterina Caselli. Nel 2011 firmano un contratto editoriale con la SUGAR. I Sikitikis sono oggi una realtà concreta del panorama musicale nazionale.

SIKITIKIS – Official Site
http://www.sikitikis.com/

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7 Days Training – In a Safe Place

Written by Recensioni

E’ inutile fare gli artisti maledetti, che vivono di puro istinto. Quelli che si svegliano la notte per scrivere e iniettano litri di caffeina nelle vene, oppure si portano il taccuino sporco di sugo al parco per essere ispirati dalla natura. Io credo che la maggior parte degli scrittori (e per scrittori intendo sia poeti ermetici che giornalisti sportivi) abbia un proprio metodo di lavoro. Io per altro non mi sento neanche troppo tutelato a trovare il mio, dato che faccio lo scrittore come l’impiegato della San Paolo gioca al calcetto coi colleghi il mercoledì sera.
In ogni caso prima di attaccare a scrivere una nuova recensione, vado a pescare informazioni sullo “stile di vita” del gruppo che mi capita tra le mani. Forse per pura curiosità o per deformazione professionale. Avendo una band da tanti anni e conoscendo un sacco di musicisti, provo una sorta di attrazione magnetica in tutti gli appassionati di “suono”.
L’impatto con la band in questione, ovvero 7 Days Training di Frosinone, è stata al dir poco folgorante. Riporterò quindi qui sotto le parole introduttive al loro sito:

Questa band nasce da molto lontano, ma siamo degli inguaribili fatalisti, e in qualche modo ci siamo convinti che avremmo continuato a fare musica insieme così come è sempre stato, e magari anche a far uscire un disco.
Anche se siamo solo in quattro, riusciamo a mettere assieme quasi centotrentacinque anni, ma dicono che non ci sono date di scadenza per il rock ‘n’ roll, e allora continuiamo a far finta di niente.

Questo è il nostro nuovo sito web ricostruito per l’occasione: il 5 aprile è uscito il nostro primo disco, che reca un titolo celebrativo, emblematico, ed “autoesplicativo” (In a safe place) ed è, tra le tante cose, anche un buon motivo per continuare a volerci bene e a riservarci il bicchiere della staffa da condividere quando fuori fa freddo.
E quando il rock è un buon motivo per volersi bene, hai vinto. Chissenefrega se il disco suona molle, se non decolla mai, se la canzone migliore “Beautiful Bleeding” presenta una voce a dir poco traballante, se c’è il timbro sbiadito dei R.E.M. più depressi e dei Radiohead più vivaci, se non hai più il fisico per fare il coglione sul palco e per spacciartela dopo con un bel gin lemon in mano, se non c’è grande personalità nel tuo progetto. Hai vinto il premio più ambito. Nulla ti puo’ sconfiggere, neanche una recensione come questa ti puo’ piegare.
Si perchè nel mio mondo delle favole questo disco sarebbe una bomba: 4 amici che si chiudono in studio dopo tante vicissitudini e tirano fuori il loro capolavoro, un po’ introspettivo e cupo ma viscerale, compatto, denso.

Ma il mio mondo delle favole vorrebbe anche l’uscita di un disco come “Rubber Soul” nel 2012. Infatti in “In a safe place” purtroppo è tutto solo una forte intenzione, un treno di passione che lentamente si va ad arenare contro una muraglia. Le canzoni non esplodono e non si creano mai le tensioni e le atmosfere magiche degne dei maestri moderni di indie-rock.
Poco male, io brindo a un gruppo così. Condividerei con loro proprio un bel bicchiere che fuori oggi fa molto freddo.

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