Riccardo Merolli Author

Presidente emerito di Rockambula. Non studia non lavora non guarda la tv non va al cinema non fa sport.

TEODASIA: “UPWARDS” NEI NEGOZI A PARTIRE DAL 30 MARZO 2012

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Upwards, il disco d’esordio dei Teodasia, sarà ufficialmente disponibile nei negozi a partire dal 30 Marzo
2012. La band veneta, seguendo la tradizione di famose realtà nordeuropee (Nightwish,Epica, ReVamp) e
consolidati nomi italiani (Elvenking, Raphsody of Fire), sta riscuotendo grande interesse nonostante non
abbia ancora ufficialmente rilasciato alcun lavoro. La musica dei Teodasia è sicuramente epica. Un’epopea
dal sapore nordico, fatta di chiari e scuri, arrichita da inserti sinfonici e incattivita da una sezione ritmica che
non fa sconti. La voce di Priscilla, guida l’ascoltatore attraverso un cammino di luce, un pellegrinaggio che
deve, per forza, puntare verso l’alto, verso un ascensione quasi mistica che si riflette nel deciso dispiegarsi
del disco.
“Upwards” sarà disponibile in tutti i negozi a partire dal 30 Marzo 2012, distribuito da Audioglobe. Per chi non
volesse aspettare, sul sito della band www.teodasia.com è già possibile ascoltare un’anteprima di tutto il
disco e soprattutto il primo brano “LOST WORDS OF FORGIVENESS”.
Sito ufficiale: www.teodasia.com
Facebook: www.facebook.com/teodasia
Twitter: www.twitter.com/teodasia
Reverbnation: http://www.reverbnation.com/teodasiaofficial

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“IL CIELO OGGI”, IL NUOVO SINGOLO DI FRANCESCO-C

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Capita qualche volta di tornare alla ribalta, in un mondo in cui capita molte più volte di cadere in un baratro di muffa e ragnatele. Ma magari dopo la franata si prende un po’ di tempo, si medita su ciò che ci sta intorno e ci si abitua alle umide mura per poi costruirsi una fune robusta come la nostra corazza e con molta fatica si risale, scrollandosi di dosso un po’ di ruggine.
Sta capitando così a Francesco-C, cantastorie punk-rock from Aosta, che ha toccato buone vette a inizio millennio per poi essere sbattuto nel polveroso armadio dei residuati Mescal dopo un album del 2005 (a mio avviso strepitoso) intitolato “Ulteriormente”. E in effetti 7 anni fa Francesco fu profetico, con un titolo così non poteva esserci una fine immediata.
Dopo qualche live e un lunghissimo silenzio il “ragazzo”, torna in questo 2012 con un nuovo singolo: “Il cielo oggi”. Una canzone densa, ma semplice, quasi minimale e che nonostante le sonorità più pacate conserva il vecchio spirito punk del cantautore.

In uno scenario che adora i giri di parole e finti poeti ubriaconi, il rock made in Italy aveva bisogno del suo ritorno.

Bentornato a galla Francesco.

 

Trovate il singolo e tutta la discografia di Francesco-C su iTunes a questo link: http://itunes.apple.com/it/album/il-cielo-oggi-single/id494886476

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Il Teatro degli Orrori – Il Mondo Nuovo

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Poteva essere il disco dell’anno ma non lo è stato. Tutti nella nostra misera esistenza crediamo con stupida convinzione in un mondo privo di cattiveria, nell’utopia arrogante della felicità senza pregiudizi, in una poesia continuamente stuprata dalla musica. Un (Il) Mondo Nuovo per belli, brutti e cattivi. Il Teatro degli Orrori arriva al terzo disco non senza strascinare a forza quella gamba di legno marcita in pochi ma intensissimi anni di musica suonata, gli abbagli forzati di una scena indipendente troppo condizionata per essere sana. Dell’Impero delle tenebre ( il primo disco) è stato un colpo troppo forte, nessuno di noi credeva in questa rivelazione artistica, il sapore della rivoluzione, finalmente aria pulita, nuova. La critica impazzisce la gente pure, nuovo fenomeno, io sono pienamente a loro favore, darei un braccio per loro. Poi arriva la maturità magistrale e il secondo album A Sangue Freddo, qualcosa sta cambiando ma il fermento è ancora vivo, il cuore pulsa ancora senza sforzo, la consapevolezza di mostrare muscoli e cervello. Il terzo disco si carica di aspettative importanti come il giorno della festa paesana, con scarpe nuove e soldi in tasca, l’ansia di poterlo gustare senza retoriche spacca cervello del cazzo. Il Mondo Nuovo, il terzo tempo della migliore rock band italiana del momento. Ma sapete che la pioggia può rovinare le migliori feste all’aperto nonostante un organizzazione impeccabile? Nonostante tutte quelle fantasiose aspettative create dal tempo, nonostante i paraocchi dicano il contrario. Il video/singolo anticipa disco Io cerco te aveva spaccato l’opinione della gente, un mix di Teatro vecchio stile (Compagna Teresa) e maturità interiore appresa nel tempo (Direzioni Diverse).  Chi lo chiama rock politico, chi parla di musica filosofica caricando di spessore i testi da sempre curatissimi, io vedo una grande band a corto di spunti e con il pesante fardello dei precedenti dischi sulle spalle. Il peso spacca le ossa, Capovilla conosce bene questo insopportabile martirio. Qualcosa viene a mancare proprio quando non doveva succedere, il colpo di coda che non arriva, il pesce grande divora quello piccolo senza scampo, il rock italiano vedeva la propria rinascita nel Teatro degli Orrori? Peccato, il bluff è servito, la terza mano è stata giocata in maniera maldestra. Parola.

Vivere e Morire a Treviso e Dimmi Addio sono i pezzi cardine dell’intero lavoro, profondi e strappa malinconia, una lacrima scava dolcemente la mia screpolata guancia, agonizzante cerco di dare luce ad un concetto sperimentale troppo malmenato per essere apprezzato. Non Vedo l’ora ricorda l’acidità musicale primordiale rievocando un beffardo sorriso materno, un discorso rivolto al cielo. Cuore d’Oceano feat Aucan e Caparezza imprime potenza aumentando la curiosità del disco, soluzione apprezzabile e intenzionalmente corretta.

Il Mondo Nuovo voleva essere il disco dell’anno più di qualsiasi altra cosa, non lo è stato.

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Vibratacore – Good morning pain

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Poco meno di un quarto d’ora per questo ep di cinque brani degli abruzzesi Vibratacore che impattano già dal primo secondo l’ascoltatore contro un muro sonoro devastante.
Good Morning Pain” è il loro quarto lavoro che strizza l’occhio alla scena hardcore old school americana ma che non disdegna riferimenti alla moderna scena metalcore.
L’opener “Doomsday” ne è un chiaro esempio con il suo ritmo serrato che non lascia scampo, ben padroneggiato e sorretto da una chitarra che ricorda gli Snapcase o i nostrani Browbeat.
Si cerca una qualche apertura melodica nel brano successivo, “Faithless”, in cui è ospite anche Teg dei Beyond Murder, dove il cantato violento di Andrea cambia pelle, si fa più morbido per poi riacquistare quel piglio caotico che s’incastra alla perfezione con i tempi moshpit dettati dalla batteria di Marco.

L’esperimento viene riproposto in “Confident Liar“, ma questa volta il singer trova l’appoggio insperato nelle sei corde di Fango, pronte ad arrangiamenti più potabili, senza stravolgere la struttura o penalizzando il brano spostando con troppa decisione il tiro.
La loro arma primaria è la furia compositiva, una furia che non cala mai, rende vigili chi li ascolta, affascinati dal martellamento costante a cui si è sottoposti.
Attimi di quiete sono presenti anche nella title track, che vede Paolo di Rocco in veste di collaboratore, facendo presente al pubblico che se si cerca solo del bieco rumore, i Vibratacore si chiamano fuori: ora c’è l’urgenza di un’evoluzione e a sei anni dal precedente “Behind this Rapture“, che fu pubblicato dalla Audiozero Record, i quattro hardcorers sono tornati più maturi ma soprattutto più consci dei loro mezzi e delle loro capacità.

Questo disco è insomma la testimonianza che musica di qualità di questo genere non è prodotta solo negli Usa e che anche qui in Europa è possibile sfornare capolavori quali questo “Good Morning Pain”.
Questi quattro brani mettono in evidenza anima e cuore…anzi…i Vibratacore!

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Vote for Saki – Brucio

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Cazzo, questo è un disco rock, c’è ancora chi suona pura musica rock. Devo controllare il pianeta di provenienza di questa band, Vote for Saki dal pianeta Terra, seconda produzione intitolata “Brucio“. Mah, qualcuno suona ancora in maniera vergine chitarra e batteria senza vomitarci sopra basi e basette di merda? Tutto vero, tutto eccezionalmente vero. Sedici pezzi sparati in presa diretta come vuole la tradizione, non ci sono trucchi, non esistono inganni. Ho trovato i dinosauri della musica attuale, sono proprio loro, l’esame del carbonio 14 non mente mai.

Ebbene ci sarebbe poco da dire e molto da ascoltare, i Vote for Saki salgono in cattedra per una lezione di storia, delle volte interessante, a volte di una noia mortale. Perché la novità attira mentre il surrogato alla lunga stanca esageratamente il consumatore ignaro, una facciata bellissima, il retro marcio. Una luce intermittente in un mondo forse non giusto per questo sound istintivo e reale, abbiamo bisogno di bugie, godiamo sporcandoci le mani con la falsità. Un duo chitarra e batteria a rullo compressore attivo, forse troppe songs nel disco rischiano di far calare vertiginosamente l’attenzione, io, da sobrio reggo fino alla traccia dieci, in una live performance li adorerei per ore. Il bianco e nero della musica italiana, “Brucio” dei Vote for Saki potrebbe essere una dolce carezza come un calcio nei coglioni, l’importante è saper incassare. Le incomprensioni si sciolgono come neve al sole, se volete li apprezzate altrimenti non è la strada giusta per le vostre assidue perversioni. Votate Saki, il resto è merda.

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Healthy god – SCREW YOU ALL, I’M HEALTHY GOD

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Musicalmente interessantissimo questo progetto solista di Daniele Amoresano, che sotto lo pseudonimo di Healthy God pubblica Screw you all, I’m Healthy God., che definisce lui stesso di stampo indie rock americano, tra Beck, gli Sparklehorse del defunto Mark Linkous., e aggiungo io The Decemberists e Vic Chessnut. In comune con questi artsti ha sicuramente quel genere chiamato lo-fi, low fidelity, bassa fedeltà con cui in generale si indicano quegli album prodotti non in condizioni di emergenza ma nemmeno da major di successo. Insomma una sorta genere precursore di quello che poi tutti chiameranno indie.

I testi ruvidi, molto simbolici e sicuramente introspettivi dipingono un quadro molto interiore che Healthy God riesce a comunicarci con sentimento e passione attraverso la sua voce calda che si intona benissimo con il profilo lo-fi di cui raccontavo prima. Nonostante un sottofondo musicale avvilito e malinconico, l’autore riesce a trovare i ritornelli giusti che continuano a risuonare nella testa sin dopo il primo ascolto: penso a It’s rainin’ sand e Tiny green beens, brevi e senza inutili orpelli musicali, arrivano in fretta e si scolpiscono nella mente.

In attesa di un album più corposo e completo, giudizi assolutamente positivi per questo Ep, non solo come lavoro artistico ma anche come lavoro commerciale: può avere un ottimo successo nella nicchia che è di questo genere.

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Ka mate Ka ora – Morning regret é il nuovo video! Guarda ora…

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MORNING REGRET è il nuovo video dei KA MATE KA ORA tratto da “Entertainment in slow motion” (2010, DeAmbula Records – DEAR 008)
Regia di Francesco Brancacci.

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NON VEDI è il singolo che anticipa ONE, l’album d’esordio di NAYT

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E’ oramai indicato come la sicura promessa del nuovo rap italico.
Giovanissimo, dal flow potente e dalle liriche taglienti e mai scontate!

“NON VEDI” – Offical Video

Il brano del diciassettenne rapper, presentato a Hip Hop tv a dicembre ha già superato le 130 mila visualizzazioni su youtube.

William Mezzanotte aka NAYT, classe ’94, nasce ad Isernia.

Si avvicina alla cultura Hip Hop e all’arte dell’mcing sin da piccolo. Dal 2009 comincia ad incidere i suoi primi brani e ad ottenere subito ottimi riscontri, seguiti da collaborazioni molto importanti. A Febbraio 2011, con la produzione di 3D, realizza il primo video/singolo “NO STORY” con la regia di Antonio Chiricò, firma un contratto di 3 anni con la 40 LADRONI RECORDS,

Label che lo accompagna ad HipHopTv ed ottiene la rotazione del video “NO STORY”. Ora è a lavoro per il suo primo album ufficiale sotto la 40 LADRONI RECORDS con la supervisione/produzione di G LU & 3D.

“NON VEDI” – Offical Video

Ufficio stampa

PROTOSOUND POLYPROJECT – www.protosound.net

L’ALTOPARLANTE – www.laltoparlante.it

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Too much distress – Outlet valve

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Non è assolutamente un disco che si decifra al primo ascolto: forse per  la mancanza del basso, forse la peculiarità di canzoni spesso troppo brevi (la metà dei brani non supera i 2:30) e i testi  semplici, potrebbero far credere ad un disco banale. Invece i testi semplici risultano anche essenziali, senza fronzoli, e il basso è ben sostituito da virtuosismi impercettibili, come l’uso di quella blue note che fornisce il ritmo, tempo e completezza all’intero album.  Queste caratteristiche rendono Outlet Valve dei Too much distress un disco leggero  e alla lunga assolutamente piacevole, come un diesel che ci mette un po’ a carburare ma una volta ingranata la quinta ha sicuramente un lungo rettilineo da percorrere.

Vario nella sua struttura, ascoltiamo in alternanza brani strumentali (Outlet valve su tutte, dove il suo inizio arpeggiato mi ricorda le sonorità dei Metallica) ) e testi interessanti. Primo singolo è Drunked blind, italianizzazione di blind drunk che significa ubriaco fradicio, che già dal titolo rende l’idea di quanto siano diretti i testi.
Questa “troppa angoscia” che caratterizza il nome della band, non mi pare condizioni questo progetto di Stefano Serra (batteria) e Fabio Orrù (chitarra/voce) che appare invece già maturo da un punto di vista di complicità musicale  e ancora un po’ acerbo nelle sonorità; Il suono grezzo, poco pulito, colloca il cd sugli scaffali dell’alternative rock italiano  genere con cui i Too much distress rappresentano la Sardegna in modo più che dignitoso.

Curiosità: prima di essere i Too much distress, Serra e Orrù suonavano già insieme nei Coleman prima, Second self e Shell to tell poi , con una formazione più ampia. Nel 2010 diventano ufficialmente TmD attestandosi come duo e iniziando a lavorare per Outlet valve, in uscita a febbraio 2012.

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Traffic Lights Orchestra – Verde Yellow Rouge

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Chiamarla indie rock è decisamente fuorviante a volte ma è un po’ il modo più generico e facile di indicare tutta quella roba che semplicemente se ne va per i fatti suoi senza seguire canoni e stili attesi. In questo caso forse il modo migliore per afferrare il concetto è semplicemente guardare il nome in cui compare quell’ “orchestra” che spiega tutto. Mille strumenti per mille lingue tutto insieme a generare una sorta di caleidoscopio colorato più che un album. Undici canzoni in cui si può trovare tutto e il contrario di tutto ma una certezza appare subito lampante ascoltando questo Rouge: questi ragazzi suonano e suonano come si deve! Creativi fino alla nausea, giocano e si divertono a spiazzare continuamente muovendosi con la disinvoltura del Capossela più maturo tra pianoforti, contrappunti elettrici, archi, vibrafoni e percussioni di ogni genere. “Devil” e “Two Times” (accompagnata da un video alquanto riuscito nel tentativo di tradurre in immagini l’arte della band) sono semplicemente stupefacenti in questo senso. Tutto il disco è pervaso da quel gusto per il trasandato e sound polveroso alla Waits, aperto a ogni soluzione sonora e costantemente alla ricerca della chicca da piazzare in ogni brano, sia essa legata ad un qualche strumento in particolare o ad una scelta per un cantato sempre incostante e variegato o per ritmi cadenzati mai scontati. Non stancano mai i brani e anzi il disco lascia parecchio spazio all’immaginazione di chi ascolta fino a lasciare la sensazione che molta roba, magari, la banda l’abbia lasciata in studio e abbia raccolto solo una parte delle idee che vagavano per le teste dei suoi autori.

Professionali. Forse troppo. Ecco magari l’unico difetto dei TLO. Da un primo disco magari ci si attende anche quell’acerba immaturità che lo rende imperfetto e al tempo stesso gemma unica e originale nella carriera di un artista. E invece dopo un po’ di ascolti ti rendi conto che Verde Yellow Rouge suona fin troppo perfettamente coincidente con le intenzioni di chi lo ha suonato, che mai si è concesso errori e non si è mai fatto distrarre da contaminazioni estranee ai propri gusti. Sarebbe bello vederli in preda a follie isteriche degne del miglior Zorn e vista la caratura dei musicisti probabilmente il risultato sarebbe scioccante. …gente ferma al semaforo, bambini che salutano appiccicati ai finestrini, tergicristalli che alle volte vanno a tempo con la radio… un’arte fatta di poesie e lucidi sognatori quella di questi Traffic Lights Orchestra.

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Marco Milardi: in arrivo il nuovo album

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Dopo“VENTO DI GRECALE“, a pochi mesi di distanza
arriva “DOVE NAVIGA IL MIO CUORE”, anticipato dal singolo omonimo

Autore e compositore siracusano, inizia la sua carriera artistica alla fine degli anni ottanta, come chitarrista tra le file di gruppi emergenti locali dei piu’ svariati generi musicali ( …con Raffaele Schiavo, Enzo Augello, Bruno Rubino,Fabio Rizza, etcc )

Nel ’87 la prima esperienza discografica con il singolo “ Love time e Panoramic Song “ prodotto da “ LA ROCCA Record – Milano “ di taglio decisamente fusion e jazz/rock ( ….con i Panorama Group )

Nei primi anni novanta si trasferisce a Catania per motivi di studio,dove nel frattempo inizia a frequentare la Facoltà d’Ingegneria ed è proprio nella città Etnea che intraprende l’attività di arrangiatore per lo studio LA NUOVA CIMINIERA di Gianni Bella.

Inizia così una lunga e proficua attività di compositore ed arrangiatore a fianco di Arturo Zitelli e della famiglia Bella. Compone ed arrangia innumerevoli brani per artisti emergenti Etnei con pubblicazioni di compilation e manifestazioni musicali al Teatro Massimo di Catania alla Presenza di Antenna Sicilia.Diventa arrangiatore, compositore ed autore ufficiale della prestigiosa etichetta Catanese scrivendo ed arrangiando personalmente innumerevoli brani anche in collaborazione con il Maestro Giuseppe Furnari ed Antonio Comis.

L’estro creativo dell’Artista, richiama l’attenzione di Franco Morgia ,leader e cantante dei BEANS, il quale interpreta due brani scritti appositamente per loro con Antonio Bella “ Camminerò con te “ e “ A un’amica “.La tecnica musicale si perfeziona ed incide come chitarrista, bassista e corista un lavoro importante con il grande batterista jazz Enzo Di Vita ( già batterista di Carmen Consoli, Mario Venuti, Mariella Nava, etcc ) ed il pianista jazz Camillo Balcone.

Alla fine degli anni ‘90 , l’artista/ingegnere decide di intraprendere una carriera solista e partecipa come “ cantautore “ ad innumerevoli concorsi canori locali e nazionali ( Festival di Ariccia, Festival di Cittanova, Canta Brianza, etcc ) riscontrando un notevole apprezzamento di pubblico sia per le sue doti vocali ( uno stile personale ed espressivo ) che per quelle strumentali ( chitarrista e bassista definito dagli addetti ai lavori eclettico e originale ) .

Nel 2001 decide di dedicarsi a tempo pieno all’attività di Ingegnere, ma continua a coltivare la passione per la musica scrivendo brani in forma strettamente privata.

Nel 2005 dopo essersi concesso una breve pausa dalla musica , riprende in mano le sue chitarre ( elettrica, acustica, a 12 corde e classica ),il basso elettrico e freetlees,le tastiere,batteria,percussioni, l’armonica a bocca e a nella primavera del 2011 , con alle spalle una consolidata attività lavorativa ed una famiglia che lo ha invogliato ed ispirato a “ riaccendere la macchina della musica “ Marco Milardi realizza il suo primo lavoro da solista “ Vento di Grecale “ un LP composto da 7 brani vocali e 2 strumentali , con atmosfere che spaziano dal folk al rock melodico con tratti di musica classica.
Il Cd è già disponibile integralmente anche su “ www.itunes.com “.

Adesso arriva il singolo “ DOVE NAVIGA IL MIO CUORE “, che anticipa l’omonimo LP la cui uscita è prevista per metà gennaio 2012 e comprenderà 10 brani inediti di cui 8 cantati e 2 strumentali. Le sonorità spaziano dai ritmi funky ad atmosfere new age, passando a tratti per ritmi e rif di chitarra rock. I testi raccontano momenti di flessione su esperienze di vita vissuta.

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Fabrizio Cammarata and The Second Grace

Written by Live Report

blah blah Torino.

Sono passati quattro anni dall’ultima apparizione di Fabrizio Cammarata sui palchi torinesi: se non sbaglio nel2007 alla Fnac per promuovere il primo disco, poi all’Hiroshima l’anno successivo…per uno come me che crede le sue canzoni siano state scritte su misura, quattro anni sono stati lunghi eccome! Partito dalla Sicilia con Marco Petrigno che in quell’occasione rappresentava i The Second Grace, in nave, durante i giorni di mare mosso, mi pareva già un ottimo motivo per essere in prima fila e lasciarmi trasportare dalla passione che sprigiona quando imbraccia una chitarra. In un clima assolutamente caldo, locale piccolo ma accogliente, Fabrizio ci presenta il suo nuovo album Rooms (di cui potete leggere recensione qui https://www.rockambula.com/fabrizio-cammarata-the-second-grace-rooms) ma non solo. É un concerto che sa di chiacchierata,propone pezzi del primo album (toccante la performance di Sapphire, suonata senza amplificazione e ad occhi chiusi, esattamente “così come era nata”), ci racconta come nascono le sue canzoni; Antananarive ad esempio, forse il pezzo più conosciuto di Fabrizio, scelto anche per una nota pubblicità televisiva, nacque di getto, dopo aver scoperto che l’amore della sua vita era appena fuggita in Madagascar senza preavviso. Oppure Myriam (traccia n° 7 di Rooms), scritta per una donna incontrata per strada e mai più vista.

La passione che trasmette è il modo in cui si cala nella canzone, quasi come esplodesse dentro pur di uscire (esemplare nell’interpretazione di una vecchia canzone messicana, Llorona che potete ammirare qui cantata in una precendete esibizione

, contagia tutto il pubblico che apprezza tantissimo. Senza dubbio un Artista con la A maiuscola. Plauso anche a Petrigno, anch’egli cantautore siciliano, che accompagna Cammarata un po’ alla chitarra, un po’ alle percussioni, un po’ alla tastiera; perfetto complice di una serata che si scalda con il passare dei minuti, purtroppo pochi. Un’ora scarsa, applausi sempre in crescendo.
Ho avuto il piacere di scambiare due parole con lui dopo il concerto, mi raccontava della sue esperienze al SXSW di Austin, uno dei più grandi festival degli Stati Uniti, e delle sue prossime date in Italia, del suo vivere di musica. Ho comprato il cd direttamente da lui, e sono tornato a casa felice come un bambino.

Prossime date: fatevi trasportare dalla sua musica, non ve ne pentirete.

09/03/2012 – Milan (I) – Radio Popolare / Pathanka
11/03/2012 – Mantova (I) – La Tana del Drago
12/03/2012 – Padova – Blu Radio Veneto host
18/03/2012 – Milan (I) – Magnolia (ViaAudio-Night)
07/04/2012 – Salerno (I) – Sol-Palco

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