Riccardo Merolli Author

Presidente emerito di Rockambula. Non studia non lavora non guarda la tv non va al cinema non fa sport.

Psiker – Genial

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Ho ascoltato Genial la prima volta ed ho avuto paura. Paura di quello che sarebbe stato il mio giudizio perché è dura scrivere recensioni, giudicare, mettersi su di un piedistallo di cartone e non cadere nella propria coscienza. Estremamente bello e fastidioso.

Difficile parlare male di chi si dedica totalmente alle proprie passioni, lavorando e sudando nella speranza di avere qualche considerazione positiva. Difficile soprattutto pensando a chi raggiunge il successo senza fatica, senza veri meriti.

È difficile parlare di musica. Si può fare in maniera distaccata, fredda, anche superficiale se volete. Come se al mondo non esistesse nessuno al di fuori di voi che scrivete. Si può fare in maniera prettamente tecnica oppure si può guardare soprattutto alle emozioni suscitate dall’ascolto. Si possono fare paragoni col passato o inserire la band che ascoltiamo in una sorta di contenitore fuori dal tempo e dalla storia.

Sono infiniti i punti di vista dai quali guardare la musica, infinite le sfaccettature del giudizio, mutevole il rapporto che si crea tra un brano e l’ascoltatore che diventa la parte soggettiva di tale legame. Quello che oggi è merda, domani potrebbe diventare la colonna sonora della vostra vita. Tante volte è successo a me e a voi, immagino. La prima volta che ascoltai quello che ora considero uno dei dischi più belli mai realizzati (per la cronaca Red House Painters – Down Colorfull Hill), influenzato dalla mia condizione emotiva, mi sembrò una palla totale.

Per tale motivo ho ascoltato Genial più volte ed ho scritto due recensioni. Mescolatele, tagliatele e ricomponetele, buttatele nel cesso entrambe o solo una. Scegliete voi.

Il brano, il disco, è sempre lo stesso. Io sono diverso. Ogni giorno diverso.

Recensione 1 Giorno X

Genial è il primo lavoro contenente brani in lingua italiana dell’artista milanese nato trent’ uno anni fa, più o meno quando il Post-Punk si alzava dalla sua poltrona per cedere il posto al Synth-Pop. L’elettronica di Psiker si lega tanto a quel periodo, lasciando da parte gli aspetti più danzerecci e rivolgendosi anche all’oscurità del genere in continua simbiosi col fenomeno New Wave.

L’album mette in mostra tutta l’intelligenza dell’autore, capace con sarcasmo e disillusione di fermare ogni sorta di giudizio negativo con le sue parole cariche di buona superbia che sembra menefreghismo, ma in realtà è voglia di andare avanti contro tutti.

Le parti strumentali, flauti, campane e schitarrate suonano tanto false quanto funzionali ai brani che siano essi carichi di rabbia oppure comici o ancora pseudo impegnati se non intimi, esaltando le parole di Psiker che con la solita ironia cerca la sua rivincita sulla critica e sulla società attraverso le sue parole pungenti.

Il sound dal quale Psiker prende tutta la sua carica è quel Pop – elettronico anni ottanta che in Italia ha avuto tanta fortuna creando miti oggi oggetto di rivalutazioni revival ma anche mostri (in senso negativo) immortali. Pop sintetico e allegro misto alla Wave cupa e introspettiva. All’estero gli ovvi paragoni (almeno nei loro momenti più interiori) sono con Depeche Mode, New Order, Tubeway Army, Simple Minds, Pet Shop Boys o, volendo essere più attuale, The Knife. Ovviamente le distanze dai grandi nomi del passato sono enormi ma dalla sua, Massimo, ha la possibilità di cantare nella nostra lingua e quindi di ampliare quelle che sono le percezioni emotive generate da una musica spesso troppo rigida.

Le ballate elettriche e visionarie, che rappresentano il cuore di Genial, rallentano il ritmo a fasi alterne, senza però diminuire mai la tensione, senza spegnere l’energia o attenuare l’ironia, mantenendo intatta la grinta di Psiker e anzi aumentando la portata emozionale dell’opera.

Genial è un buon lavoro, coraggioso e soprattutto difficile da realizzare con credibilità e semplice da ascoltare.

Recensione 2 Giorno X+7

Spiegatemi perché dovrei ascoltare un album Synth-Pop nel 2011, suonato e cantato come se la musica elettronica in Italia si fosse fermata a dieci o vent’anni fa. Ho sempre odiato il sound stile Hit Mania Dance, la Disco-Music o il pop orecchiabile (quanto le urla di un porco sgozzato) di Scialpi o Mango. Perché dovrei apprezzare questo lavoro? La musica è vecchia, banale, ripetitiva, poco ricercata, impossibile da ballare, snervante da ascoltare in pieno relax. Arrangiamenti che sembrano appena abbozzati e finti, voce commerciale e inespressiva, con un timbro inutile e capacità limitate. Testi banali, semplici, falsamente ironici. Non si riesce a ridere, non si riesce a ballare, non strappa un’emozione. Come ascoltare Immanuel Casto spogliato della sua sensualità, di una buona voce e con testi che invece di parlarmi di sesso anale, orge, ed escort, sembrano invece farmi la morale. Perché dovrei ascoltare Genial?

Ora.

Genial “è un invito a tirar fuori il meglio di noi. Non è una posizione di prestigio o un nuovo abito che fanno una persona speciale perché il vero genio sta dietro le quinte”.

Oppure…

Genial è un’elettronica e popolare Corazzata Potemkin!

Scegliete voi!

 

Bio (parole di Psiker)

2001: PSIKER diventa il nome d’arte di un giovane cantautore classe 1980. Lo PSIKERstudio il luogo dove nasce la sua musica.

2002-2007: Inizia lo PSIKERproject: l’obiettivo di Psiker è prepararsi artisticamente, per presentarsi all’industria discografica. Un percorso lungo ma appagante in cui Psiker sviluppa un interesse che unisce suono e immagine. In questi anni Psiker scrive molte canzoni che raccoglie in tre album autoprodotti e senza distribuzione: Delivery, Daydreams, Artismo. Prezioso è il supporto di molti che, credendo nel progetto, suonano nei dischi e nei live, partecipano nella realizzazione degli artworks e contribuiscono al progetto artistico.

 

2008: Psiker firma con l’Universo (Lunapop, Zeroassoluto etc.) il suo primo contratto discografico. Il singolo d’esordio, LOGIC, è pubblicato l’1/07/2008 e distribuito online su iTunes, Nokia Store e tutti i principali store digitali. L’omonimo album, scritto interamente in inglese, è pubblicato per il digital download dal 22/12/2008.

 

2009: Psiker pubblica un singolo dal sapore estivo, INSALATA DI RISO, scritto per gioco sette anni prima. Il brano è a oggi il più conosciuto e discusso dell’artista. 2010: GENIAL è il nuovo singolo, pubblicato il 26/03/2010 su iTunes, Nokia Store e tutti i principali store digitali. Da settembre Psiker distribuisce attraverso la piattaforma Sounday.

2011: Il 15/04/2011 viene pubblicato GENIAL remixes, versione arricchita da remix e radio edit, del singolo pubblicato in anteprima l’anno precedente. Il nuovo disco d’inediti GENIAL è pubblicato il 20/05/2011. Singolo e album sono distribuiti su iTunes, Amazon, Ovi, Zune e tutti i principali store digitali.

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Mandrake – Zarastro

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Mandrake illusionista della musica del nostro tempo strappa pensieri come fossero petali gettati al vento gelido di questa giornata, “Zarastro” è il suo lavoro ultimato e presentato da Forears. Ma Mandrake non è il personaggio ideato da Lee Falk ne il giocatore burlone del film di Steno, Mandrake è una band livornese rockeggiante come la pettinatura di un Tim Buckley in cerca d’autore, come una Great Britain degli anni 60, come la musica impegnata ai tempi della crisi economica. Possiamo scrivere di musica fino allo sfinimento, Mandrake presenzierà in tutti i dettagli come il più feroce dei diavoli (The evil meeting). Viola, violino, tromba, lampi, tuoni e saette per un disco senza calo di pressione, un ritmo social popolare come il migliore degli artisti destinati alla dannazione eterna, una band che prende le sembianze di un singolo. Un miscuglio generazionale incontrollato fonde punte di musica tradizionale a soluzioni attualissime, l’indie rock piace perché vario e senza freno. Undici pezzi ben assemblati che danno vita alla primissima produzione dei Mandrake, in alto nel cielo hanno occhi a loro favore, le note si accompagnano di delicatezza innata. E’ pieno inverno, carichiamo i gelidi polmoni con “The Copelands”, il vento taglia i nostri zigomi con inatteso piacere, poi “Nothing is predictable” mi rende nervoso ma bello, “Soft Temple” incide pericolosamente le arterie.

Non c’è bisogno di pensare per ascoltare questo lavoro imparentato con la musica classica, il rock impegnato alla ricerca di coscienze tutte ancora da sporcare, la linea sottile tra il bene e male. Mandrake piace per quello che letteralmente vorrebbe apparire, l’inganno potrebbe esserci ma non si vede, l’illusione lasciamola a chi di musica non ne ha mai capito una mazza. “Zarastro” scoppia nel petto come una bomba senza controllo, tassello irremovibile della musica indipendente italiana.

…e non mi sembra poco…mi sembra veramente bello…

 

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BRADIPOS IV oggi il nuovo disco!

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Ad agosto 2011 i casertani volano in California per il loro primo Tour americano,dieci date da S. Francisco a S. Diego.

Durante il tour vengono chiamati dalla KFJC(storica emittente californiana di Los Altos Hill) per uno showcase live, lecui registrazioni curate da Phil Dirt,uno dei più famosi deejay di musica Surf al mondo; saranno pubblicate in cd il 30 Gennaio dalla FreakHouse records in collaborazione copn la FullHeads.

Dopo quindici anni di attività i Bradipos IV sono considerati tra i principaliesponenti della musica surf-garage in Italia ed Europa.

Dal 1996 ad oggi la band ha pubblicato due album di brani originali (Instromania e Surf Session su etichetta TeenSound e Om Om Music) ed ha partecipato a svariate compilation, con etichetteindipendenti nazionali ed estere, ricevendo ottime recensioni sulle rivistespecializzate italiane ( Rumore, Rockerilla, Blow Up, MucchioSelvaggio) ed internazionali (una per tutte Maximun Rock’n’Roll), oltre che suonare in tutta Italia con qualchebreve puntata anche in Germania edOlanda.

Hanno partecipato alla colonna sonoradel film L’imbalsamatore, di MatteoGarrone, e nel 2005 nell’ambito della IV edizione del Premio Toast per il MEI, hanno ricevuto una menzione speciale dellagiuria “per la notevole capacità diriaggiornare ad oggi certi parametri sonori sixties, percorso ben evidenziatodal brano A night on the Vesuvius”.

I BRADIPOS IV hannopartecipato alla compilation “Surfin Rock” allegata a Tribe
Magazine, curata da Dj Ringo, con storiche band come Beach Boys, Ventures,Shadows, Smash Mouth etc.

La dimensione live è quellaottimale per apprezzare il suono e la grinta dei Bradipos IV che nei loroinfuocati show propongono pezzi originali e cover di oscure band strumentalidei primi anni sessanta alternate a classici del rock ’n’ roll.

Attualmentei Bradipos IV sono programmati di diverse stazioni radio statunitensi (RadioRumpus Room, Dead End Radio, Dragsville, The Wayback Machine Radio Show, Walkdon’t Run, KFJC).

Keep on Surfin!!!

Selling Points:

* PHIL DIRT: è una delle principali figure di riferimentodella Scena surf mondiale, sia per la sua attività di produttore che per quelladi DJ. Il suo show “SURF’S UP”alla KFJC radio comincia nel 1966 e durerà fino alla prima metà degli anniottanta, quando cambierà nome in “Waves”, contenitore nel quale vienepercorsa tutta la storia della musica surf strumentale dagli inizi fino aglianni 2000.

InoltrePhil Dirt è il principale animatore del sito REVERBCENTRAL.COM, vera e propriabibbia per tutti gli appassionati del genere (compreso il regista Tarantino), con recensioni di gruppi provenienti da ogni parte del mondo.

*REGISTRAZIONE DEL LIVE: il live e’stato registrato, con la supervisione di Phil Dirt; alla KFJC radio di LosAltos Hill nella Bay Area di S. Francisco, California. La KFJC è una radio indipendenteche ha cominciato a trasmettere nel 1959, si occupa prevalentemente di musicaindipendente e non commerciale.

All’internodelle sue trasmissioni è dedicato molto spazio alla musica di matrice sixties,per quanto riguarda il surf è una delle principali emittenti di tutta la California.

IBradipos IV parteciperanno con un loro pezzo alla compilation che ogni anno laradio da alle stampe per finanziare le sue attività.

*TOUR CALIFORNIANO: il tutto èpartito dagli organizzatori del festival surf SURFIN GUITAR 101, che si tienedal 2006 nella Orange County in Los Alamitos, California (zona di Los Angeles),poi da li tutta la scena surf della California (con l’appoggio fondamentale di Lorenzo Surfer Joe, sito web dedicatoai gruppi surf italiani) ha partecipato all’organizzazione delle altre date.

Iltour ha toccato le seguenbti città: Sacramento,Reno, Alameda (S. Francisco bay area), San Diego, Los Angeles, Long Beach, Los Alamitos (LA), HuntigtonBeach, El Segundo (LA).

* I LOCALI AMERICANI: per i bradipi laserate più emozionanti sona state al FORBIDDEN ISLAND, uno dei Tiki Bar piùfamosi di tutta la California,una sorta di mecca degli appassionati di musica surf; è stata la terza seratadel tour, si suonava di pomeriggio,in poche ore hanno venduto tutto il merchandising . Ad assietere al concertoc’era Phil Dirt, che poi c’ha invitato alla KFJC per registrare il live chenello stesso tempo veniva mandato in diretta sulle frequenze della radio. Laseconda serata indmenticabile è stata quando i bradipi hanno suonato adHuntigton Beach sulla spiaggia, (il posto, tra l’altro meraviglioso, è inpratica la patria dei surfisti). Il concerto era organizzato dal International Surfing Museum, prima diandare sul palco gli organizzatori ci hanno detto che tra il pubblico eraarrivato DICK DALE, cosa abbastanza strana a loro detta in quantosembra che non frequenti molto i concerti in generale. Alla fine del concerto,ultima data del tour, lo abbiamo raggiunto, ci siamo fatti autografare lechitarre, fotografie di rito, lui ci ha fatto i complimenti ed
è andato via, in pratica ha assistito al nostro concerto e a quello di unadelle band più famose d’America e quindi al mondo MESHUGGAH BEACH PARTY.

*ABBIAMO CONDIVISO IL PALCO CON: sonostati tanti i gruppi importantissimi della scena surf con i quali abbiamocondiviso il palco durante questo tour, ma ci piace ricordare un’ artista inparticolare: Dave Allan, uno deiprincipali innovatori nell’ uso della chitarra elettrica nell’ambito dellamusica strumentale (insieme a Dick Dale, LinkWray), che ha cominciato a suonare nel 1967. Queste alcune colonne sonorealle quali ha partecipato: Davie’s more recent film work includes JimJarmusch’s Night On Earth, Roger Corman’s Not Like Us,MTV’s Road Rules, Psycho Sisters, and From Dusk’til Dawn, 2. plus an episode of The Sopranos in 2004,Tarantino’s Hell Ride and Inglourious Basterdsfrom2008.

Davie’s more recent film work includes JimJarmusch’s Night On Earth, Roger Corman’s Not Like Us,MTV’s Road Rules, Psycho Sisters, and From Dusk’til Dawn, 2. plus an episode of The Sopranos in 2004,Tarantino’s Hell Ride and Inglourious Basterdsfrom2008.
Altro personaggio fondamentale è PAULJOHNSON (abbiamo diviso il palco con lui sempre al festival SG101), membrofondatore nel 1961 dei BELAIRS, uno dei primissimi gruppi della storia del surfmusica strumentale, i loro pezzi fanno parte del repertorio di qualsiasi bandsurf strumentale al mondo.

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Il Cane – Il Risparmio Energetico

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La musica ormai è ridotta all’osso. Nel vero senso osseo della pochezza d’idee che purtroppo siamo costretti a far passare durante i nostri ingiustificati ascolti giornalieri. Ma ecco che dal pop si ricava una perla, un generosissimo spunto sulla quale improntare tutte le nostre vogliose rivincite generazionali e urlare fieri che ascoltiamo musica degli anni zero. Matteo Dainese in arte Il Cane scava nella semplicità dell’elettro pop contemporaneo per tirarne fuori un disco fresco e intraprendente, parliamo dell’ultima sudata “Il risparmio energetico” uscito per la sua Matteite Records. E lui lo sappiamo, una vita dedicata alla musica con Ulan Bator, Il Moro, Elio P(e)tri, etichetta e tanto rock.  Impressioni positive e poca voglia di sentirsi ingenui nello sparare a zero contro correnti artistiche diverse dall’indie rock, implorando vendetta nei confronti di chi usa testi e cervello nel fare musica. E non mi pare poco visto che in Italia non esiste solo stupidità artistica e hits da bagno turco, esiste soprattutto gente come Il Cane. E di cani ne abbiamo tanti in questa attuale scena cosiddetta alternativa, di nome e soprattutto di fatto.

Il Risparmio energetico” suona meschinità poetiche senza luce con l’intenzione di addolcire una vita inconcludente e beffarda. Registrato tra l’Italia e l’America assorbe tutto quello che nell’aria si respirava in quei momenti buttando nella mischia un cuore elettronicamente grande senza aver paura dell’effetto boomerang. Critica stronza che implode d’invidia. Tanti nomi come Andrea Appino (Zen Circus), Enrico Molteni (Tre Allegri Ragazzi Morti), Franz Valente (Teatro degli Orrori), Enrico Berto (Amari, Sick Tamburo), Lorenzo Commisso (Il Moro e il Quasi Biondo), Fabio Cussigh (Betzy), Ru Catania (Africa Unite, Wah Companion), Manuel Fabbro (Ulan Bator) e Gianluca Liva (Alfabox) nelle collaborazioni. Un disco da prendere di petto e spararsi sulla faccia degustando pezzi come “Il sole e poi la pioggia” e “Risparmio Energetico”, le vostre considerazioni sull’investimento musicale attuale prenderanno una brusca sterzata. Il pop conquisterà il mondo e noi saremo pronti a spappolarci il fegato per vederlo trionfare.

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L’Oblio Mistico è il nuovo video de Le Scimmie

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L’Oblio Mistico è il nuovo video de Le Scimmie, buona visione…

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Piccoli Omicidi – Ad un centimetro dal suolo

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E’ vero, è evidente: come da più parti ho letto in maniera più o meno diplomatica c’è un’affinità spietata fra questa band e ciò che abbiamo ereditato da Marlene Kuntz, Afterhours e compagnia bella… Il primo pungolo che mi giunge è il senso di già sentito, di ripetizione di clichè lirici e musicali già usati (che nemmeno mi sono mai piaciuti così tanto!). Bene, perchè così posso smascherare questo mio limite, invitare chiunque sia affetto da esso a fare lo stesso e cominciare ascoltare Davvero.

E dietro la tendina scopro un paesaggio assolutamente armonioso quanto variegato, un torrente di tracce musicali che scorre ora  ripido e spumeggiante, ora placido e stancamente, necessariamente pungente.
Mai privo di poesia, immune da carenza di passione, il disco richiede un ascolto attivo ed attento per essere goduto fino al fondo dei numerosi e preziosi interstizi che nasconde. Spesso li si riconosce sotto frasi gettate con indifferenza fra le altre, a volte in un abuso di suffissi… frasi penetranti come chiodi, finalmente prive di quella corretta pietà cristiana che appiattisce gli stimoli.
Amabilmente “Ad un centimetro dal suolo” permette di giocare con l’ascolto, a volte pericolosamente, se ti lasci cadere in qualche abisso umano proprio mentre stai galleggiando sulle armonie placide che ingannevolmente lo descrivono.

Musica che “denuncia” e “stimola” con equilibrio fra ironia e rabbia, con alterna efficacia a seconda delle indoli ascoltanti  (gran bel segnale questo!), ma sempre con quell’onestà di approccio che non può mancare di offrire terreno fertile a quanti sappiano e vogliano godersi le cose.

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Altre video (audio in realtà) anticipazioni da “Il mondo nuovo” de Il Teatro degli Orrori

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Buon ascolto/visione…

Rivendico
http://www.youtube.com/watch?v=1wQkfoep0gk
Non vedo l’ora
http://www.youtube.com/watch?v=i-VMim3CH7E

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Canzoni per un figlio il nuovo disco dei Marlene Kuntz

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Esce il 15 Febbraio “Canzoni per un figlio” il nuovo lavoro dei super chiacchierati cittadini di Sanremo, sul sito ufficiale della band è già visibile la cover ma non le indiscrezioni…

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Ass-OlO – La Pinacoteca Invisibile e Altre Schifezze

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Per molti aspetti non ritengo di essere un tipo particolarmente coraggioso. E non lo sono sicuramente nella adolescenziale attività di guardare film dell’orrore.
Mi fa senso uno schizzo di sangue, mi fanno paura le visioni oniriche, provo ribrezzo per i denti gialli dei “mostri” e sono terrorizzato dagli artigli, persino quelli del docile Edward Mani di Forbice non mi fanno tuttora dormire la notte se imbecco il suo trailer in televisione.
In sostanza sono un infimo cagasotto, quelli che vengono presi spaventosamente in giro alle scuole medie. Ma nonostante ciò, dopo qualche frustrazione giovanile, ora espongo con fierezza questa fifa, e direi che ci vivo benissimo stando alla larga dalle varie “attività paranormali” e da streghe che scorazzano nei boschi.

E’ quindi molto difficile ritrovarmi a commentare qualcosa da cui vorrei stare ben lontano e il disco di Ass-OlO, progetto parallelo di Madrasko (tamburi nei biellesi Barbarian Pipe Band, andate a vedere chi sono che meritano), è tutto ciò che io mai vorrei ascoltare nelle casse del mio stereo. In ogni caso il buon “censore” riesce sempre a convogliare in un meandro del suo cervello le emozioni per dare libero sfogo alla razionalità e all’imperturbabile giudizio super partes. Pratica che in genere a me riesce malissimo in genere. Non riesco mai ad ibernare il cervello, isolando questi stramaledetti battiti cardiaci, ma questa volta ci proverò perché penso ne valga la pena.
I brani di Ass-OlO scorrono lenti e pesanti, quasi come fossero per l’ascoltatore un pesante macigno da trasportare. La ricchezza di sonorità è immensa, un’opera omnia di atmosfere tetre e oscure parole. Un horror movie in LP, che parte con la malata e ambigua figura del pagliaccio in “C-l-OW-n-S” e passa in rassegna alieni, robot umanoidi che ballano a tempo di techno (“Io vedo gli Aglieni”) e orge spettrali, per finire con “Amo-Ur” dove pare che un cuore venga tranciato in mille pezzi da una stridula sega digitale.

“La Pinacoteca” è un turbolento mare di suoni che si infrange in irregolari scogli elettronici e il risultato è un fastidioso frastuono sperimentale che ti fa tremare il midollo osseo. E’ una stridula orgia di mistero e di tensione, incontri di boxe tra suoni analogici e suoni digitali, tra realtà e incubo.
Madrasko riesce a creare una forte tensione, un’infinita attesa che si protrae in tutti i 10 brani del disco e non è forse questa la formula vincente dei grandi registi del terrore?
In definitiva questo è un grande lavoro, una sperimentazione malata che scava nelle viscere più buie della mente umana. Un sorriso beffardo e demoniaco.
Ora lasciatemi in pace, estirpo questo disco dalla mia playlist e per seppellire gli incubi mi ascolto la canzone più schifosamente allegra di Wilson Pickett.

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One Trax Minds – Restless

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Ci voleva qualcosa che senza una ragione concreta entrasse prepotentemente nella schiera maledetta della musica punk rock sporcando candidi ma stabili pregiudizi. Un colore troppo caldo per macchiare senza conseguenze queste fredde giornate di fine Gennaio dove nessuna azione politicamente corretta potrebbe cambiare la mia idea di prendere a calci nelle palle qualche impassibile cittadino tricolore. E località di nascita a parte dell’Italia musicale non hanno niente a che fare i One Trax Minds che per Indelirium Records editano “Restless” dimostrando ancora una volta di essere una band senza riposo. Si parte forte con le chitarre riffettone dai sapori difformi, indipendenti, una sorta di animo rock and roll dal cuore blues, dalle sudate traversate californiane alle introspettive rive di New Orleans. Che poi di passione massacrante non ne abbiamo bisogno visti i cattivi pensieri dai quali puntualmente dobbiamo discostarci, il tremore della rivoluzione generazionale investe inevitabilmente l’humor del disco anticipando brividi hard e potenza ritmica impressionante. Figli di un pensiero sincero mettono in musica l’idea di libertà espressiva battendo le quote su un terreno che pian piano si livella a loro favore. Nessuna paura, coraggio di essere se stessi. E “Restless” brucia l’anonimato del genere stampato e ristampato uscendo vincente alla fine di un combattimento emotivo a più riprese. Una tempesta di bombe e poi la quiete. Credere nelle convinzioni artistiche dei One Trax Minds diventa obbligo al quale nessuno può più sottrarsi riconoscendo meriti e lodevoli considerazioni ad un progetto lanciato a tutta velocità. Avete mai provato a prendere un treno sulla faccia senza mai rinunciare alle belle sensazioni che involontariamente si potrebbero provare? Io non tremo e lancio il collo in avanti sospinto da un repentino let’s go!

Finalmente ci scansiamo dalla solita routine amoreggiando violentemente con i rimbombi punk’n’roll di “Restless” inneggiando rabbiosamente la dottrina dei One Trax Minds.

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LAURA ASCHIERI: esce il singolo KERNEL PANIC

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Per la cantautrice marchigiana una canzone che nasce da un’anomalia
dal suo album d’esordio “Get in lane” esce il singolo KERNEL PANIC

“KERNEL PANIC” – Video Ufficiale

Un kernel panic è un’azione che un sistema operativo intraprende quando rileva un’anomalia nel funzionamento del software o dell’hardware. E il computer è KO. La mente a volte gioca strani scherzi, ma può questa anomalia, o meglio, un sogno ricorrente, guarire un animo ferito, aiutarlo a trovare la via d’uscita da un periodo di smarrimento? Poche immagini, un nome scritto sullo specchio, infine un volto. “Kernel panic” è anche la canzone che racconta la rinascita interiore di Laura Aschieri, che inaugura il suo lavoro di composizione e rivela il sentimento che le restituisce la sua energia vitale: l’Amore. Così prende vita una ballata dolce, malinconica, che si evolve per svelare la forza e la carica di uno spirito rinnovato, di un animo che suggerisce con un sogno che è di nuovo pronto ad amare.

“Get in lane” (Flagship records) significa “mettersi in strada, nella giusta corsia”, ed è questo il titolo e anche il messaggio dell’album d’esordio di Laura Aschieri, un’artista italiana che ha scelto l’inglese per “iniziare il suo viaggio” nella scena musicale italiana e internazionale. Cantante e autrice insieme a Federico Bruni, Luca Maurizi e Giorgio Mongelli delle 13 canzoni che compongono l’album, Laura Aschieri tocca in ogni brano i diversi generi musicali che l’hanno cresciuta artisticamente, dal pop all’hard rock, dall’alternative al classic rock, in un percorso reso omogeneo dal sound pulito ma aggressivo e dalla voce, energetica e vivace, che ricorda la grinta di Sandra Nasic, cantante dei Guano Apes, e la forza di Alanis Morissette, ma che sa anche colorarsi di tinte più dolci e intime, rievocando l’espressività di Dolores O’Riordan (The Cranberries).

Tutto questo racchiuso in una sorta di motivo conduttore, che è quello dei sentimenti rivelati, inaspettati, incontrollabili, che rivelano una metamorfosi della persona e una nascita dell’artista, che si confessa dal profondo per ripartire da un punto”zero”, per “mettersi in strada, nella giusta corsia”.

Partecipa giovanissima a concorsi canori e festival nella provincia di Ascoli Piceno e conta varie esperienze in gruppi locali sia come cantante che come sassofonista:

“Light Better” (grunge-rock) ,voce, premio della critica e miglior inedito al concorso per band emergenti MusicHope; “Linea Roja” (ska-punk), sassofono Alto e cori, con cui vince il concorso MusicHope nel 2004, e colleziona numerose presenze in importanti eventi ; “Odds or Evens” (blues-rock cover band), voce;

“Viper” (hard-rock), voce del gruppo femminile col quale partecipa a diverse manifestazioni e fa numerose date in Italia con Pino Scotto e Negrita; “Cjmbaljna Blues Band” (da novembre ’08), voce e autrice dei testi e delle melodie dei brani originali del debut album, “Shout it out!”; partecipa a TrasimenoBlues nel 2009 e nel 2010 dividendo il palco con Big Bill Morganfield, e ad altre importanti manifestazioni e collaborazioni musicali.

Autrice instancabile si dedica ora allo studio della chitarra, e collabora dal 2010 con il suo produttore Giorgio Mongelli, affiancata dai musicisti Luca Maurizi alla chitarra e Federico Bruni alla batteria, per il lancio del suo primo lavoro solista.

Laura Aschieri – Official Site

http://www.lauraaschieri.com/

ufficio stampa

PROTOSOUND POLYPROJECT – www.protosound.net

L’ALTOPARLANTE – www.laltoparlante.it

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Maraiton – Papa

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Aldilà (inferno) 16 gennaio 2011

 

Ciao mio caro amico poppettaro,

come procede la vita sulla terra? Sei già stanco? Tranquillo, non vivrai tanto a lungo. La fine arriverà prima di quanto immagini. Pensi di finire in paradiso vero? Sei tanto una brava persona. Come tutti i cadaveri viventi senza anima come te, del resto. Mi dispiace dirtelo, ma a casa di Dio la musica è una merda. Credimi, amico. La merda che ti piace tanto. Invece finirai all’inferno. Presto. Non preoccuparti però. Ti aspetto. I geni del rock ti aspettano per pestarti di santa ragione (sono tutti qui, che credevi?, perché “tutto il talento è finito all’inferno”. Lester ci aveva avvertito quando scrisse a Dave). Non resterai mai solo.

Hai acquistato anche quest’anno il box set dei Beatles per Natale, per fare un dono figo? Hai già comprato la compilation di brani d’amore per San Valentino alla tua tipa? Sei andato al concerto di Ligabue con la bandana che ti fa tanto ruocker? Riesci ancora a fartelo venir duro e scopare con in sottofondo Laura Pausini che canta in spagnolo? Continui a chiamare le radio locali e fare le dediche richiedendo grandi classici di Nek? Vai all’Inferno. Verrai presto all’inferno. G.G. Allin ti aspetta con un paio di pinze e una buona saldatrice in mano. Non so cosa voglia farci. Ma mi ha detto che ti aspetta con ansia.

Preparati perché quest’album dei Maraiton sarà la tua colonna sonora per l’eterna dannazione. Questo è il mio regalo per te. Ascoltalo cosi non ti troverai impreparato. Ti regalo un pezzo del tuo Inferno.

 

P.s. Tanto per farti un’idea, i Maraiton hanno due bassi, una batteria, un fonico e due voci. Niente chitarra, carissimo. Rappresentano un progetto prima che una band. Dentro c’è tanta roba. The Bargain, Hilo, The Voids, Mafalda Strasse, Medea, Ceausescu’s Snuff Movie, Verily So.  I tuoi cinque demoni vengono da qui e sono pronti a calpestarti per le strade dell’Hard-Core, del Math-Core/Math-Rock, in vorticosi saliscendi sperimentali, tra Jesus Lizard, Shellac e Capovilla, in un tripudio di sfoghi e urla Noise Rock e Post-Hardcore, in uno pseudo revival Wave/Post Punk, tra parole che faticherai a capire, voci che ti pugnalano da ogni parte e ti sembreranno i deliri di un folle che t’invita nella sua testa malata.

P.p.s. Le parole che senti decantate all’inizio del disco (intro al pezzo Sissy, narrante il sogno di un ragazzo di stuprare la sua ex fidanzata) sono di Andy Casanova, tratte dalla serie “Stupri Italiani”. “Intollerabile; la violenza sessuale è intollerabile. Intollerabili violenze e guerre. Intollerabile l’intolleranza nei pornocritici e nei benpensanti italioti e transalpini. Oscure le nostre zone più remote. Territori da esplorare, inesplorati. Pornografia fa rima con terapia. Avanguardia terapeutica. Ammortizzatori sociali. Integrati senza cassa. Critici senza arte, sempre senza parte. Le forbici censorie di chi ben pensa. Parrucchieri della critica…” Sai di che parlo, vero? Viva la libertà!

P.p.p.s. Uno dei pezzi migliori, Vodka, ci racconta di una bisca clandestina tra gente poco raccomandabile che si ubriaca in un bar di merda e si maledice alla luce del sole, fino a perdere il senso della propria esistenza.

P.p.p.p.s. Certo che, vista la voglia di osare, si sarebbe potuto farlo ancora di più. Papa è come l’ immagine di Colombo che a metà dell’ Atlantico, per paura di quello che avrebbe potuto trovare oltre, si ferma a urlare contro il mare. Per sempre.

P.p.p.p.p.s. A presto, amico!

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