Anche per quanto riguarda il Death Metal, cosi come per ogni altro stile musicale, se non sai dove metter le mani non vai a parare da nessuna parte, soprattutto oggi che c’è un’inflazione del genere e nascono band giorno dopo giorno, sempre pronte a scimmiottare i loro riferimenti, che siano In Flames, Dark Tranquillity o Ceremonial Oath. Si rischia di esser monotoni, palesarsi senza idee e automaticamente suonare noiosi; un pò come è successo agli Svedesi Circle of Chaos che, in questo secondo disco intitolato Crossing the Line, tutto hanno fatto tranne che metterci personalità utile ad evitare i problemi di cui sopra. Il disco esce a distanza di quattro anni dal modesto Black Oblivion ed è anticipato da un EP del 2012 che, detto sinceramente, lasciava presagire il successivo passo falso fatto dal quintetto. E non a caso, anche quel Two Heades Serpent si rivelò un lavoro sciacquo e deludente.
Con questo nuovo disco, sembrano essere centrate le tematiche, i titoli sono forti e d’impatto e la produzione è discreta eppure ci ritroviamo comunque con un sound trito e ritrito tanto che gli unici colpi messi a segno arrivano con le sole “Sign of insanity” ovvero la traccia d’ apertura, “Ascending Disorder”, “War N Terror” e “Blood for Blood”. Queste citate sono, nel bene o nel male, le tracce con qualche particolarità in più, che sia un riff graffiante, un assolo più coinvolgente o una melodia genuina; il resto passa tutto inosservato. Di questo Crossing The Line l’ unica cosa veramente interessante è l’ artwork: colpisce ed è piacevole anche se comunque è troppo poco per un disco che non ci ha convinto per niente sotto l’aspetto musicale. I Circle of Chaos sono un gruppo con buone potenzialità, probabilmente basterebbe loro poco per creare, non certo un capolavoro ma almeno un disco più piacevole e ascoltabile. Lo stesso album d’ esordio aveva degli interessanti particolari sui riff e sulle melodie e la cosa non poteva che suggerire la presenza di buone basi e proprio quelle devono essere sfruttate al meglio. Purtroppo questo Crossing the line è stato un passo falso ma non c’è da scoraggiarsi, il tempo c’è e le capacità permettono ben altro; siamo fiduciosi.