Barbagallo è un giovane artista siciliano che si contraddistingue per la sua naturale propensione alla musica da poli strumentista autodidatta. Capace di spaziare da melodie Classic Jazza composizioni più frizzanti Folk Blues, sempre con l’accortezza di una composizione fluida e originale che si riversa nei più schietti e sinceri passaggi di psichedelia Rock. Blue Record è un Ep di otto brani missati con dedizione per proporci un ascolto che spazia tra timbriche molto diverse che conferisco a questo extended play un onda sonora surreale per un viaggio musicale composto da atmosfere introspettive.
“SoulSelf”è il brano che apre l’Ep, attacco da Big Band vecchio stile, mi ha lasciato un po’perplesso all’inizio, ma probabilmente la scelta è dovuta al passato musicale di Barbagallo. “Radion”, la seconda traccia, comincia a staccarsi dalle convenzioni per portarci in un’atmosfera di fluido Blues che ci scioglie per portarci dentro. Segue una cover del buon vecchio Neil Young,“For The Turnstiles”. A scendere “In my Better Cup” e “Rats & Mosquitoes”due pezzi cupi e visionari che toccano l’intimità di Barbagallo in una ambientazione da cattedrale abbandonata. “Hiss of Hush”non è da meno, liquida mi ha fatto scioglere, il pezzo migliore secondo me. Chiudono l’album,“Jewish” e “Rainbow”; la prima confusionaria con un magnifico clarinetto di sottofondo, la seconda onirica conclude l’Ep lasciandoci nel sogno, nella speranza con splendidi accordi di chitarra.
A parte la prima traccia che sembra un po’ fuori tema questo è un ottimo lavoro che premia la genialità musicale di questo ragazzo che con estrema musicalità e padronanza della composizione non lascia nulla al caso per farci scivolare in noi stessi in modo fluido senza incupire.
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Last modified: 20 Febbraio 2022