Brani che sanno di primavera, di pioggia leggera, del profumo dei fiori e del sole che scalda i cuori.
[ 19.05.2021 | INRI | indie pop ]
Queste Canzoni che durano solo un momento sono un lavoro ideale per festeggiare i 10 anni dal doppio esordio del cantautore Bianco e dell’etichetta INRI, capaci di crescere insieme e contribuire a ridisegnare la scena cantautorale / indie pop torinese.
Già uscito in digitale il primo aprile, per suggellare questo anniversario dal 19 maggio è disponibile anche in formato fisico, arricchito dalla collaborazione con Niccolò Fabi, che si aggiunge agli altri 8 pezzi di questa raccolta, di cui 5 inediti.
Ne viene fuori un lavoro consapevole, che si incolla alle orecchie e sa nascondere qualche imperfezione nell’originalità dei testi e delle composizioni musicali. Indie pop di alto livello per parlare sostanzialmente di rapporti umani. Dalla difficoltà di comunicazione alle insicurezze dei millennials, dalla prova del tempo nelle relazioni, alla fratellanza, alla paura di crescere, sempre raccontati con autoironia e leggerezza, e in cui la messa in rima di Pessoa con la quinoa (in Gazze ladre) riesce a non risultare blasfema.
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La ricerca delle collaborazioni e la voglia di condividere il proprio lavoro caratterizza il percorso artistico di Alberto Bianco sin dall’esordio, e trova molto spazio in queste canzoni. Una tracklist ricca di ospiti quindi, che si muove tra un pop retro futuristico in Come se, ritmi più lenti in Gazze ladre, la profondità di un pezzo come Proiettile (“parlare non significa sempre dire, dolore non significa sempre male”), nato dalla collaborazione con Gnut e Luca Carocci. Suoni easy in Gomma, scritta con Andrea Bonomo si confrontano con gli echi reggae di Morsa, in duo con Dente (“dai delfini c’è solo da imparare, se uno sta male gli altri lo vanno a salvare”).
Su tutti, i due pezzi forti con gli artisti più noti al grande pubblico. Con Niccolò Fabi Bianco ha un rapporto professionale e un’amicizia ormai di lunga data, che lo ha portato ad accompagnarlo in tour. Fantastico, dall’intro oscuro di basso e chitarra e con la voce di Bianco che ricorda Manuel Agnelli, si apre alla leggerezza per cedere il passo a Fabi, in un racconto sulla forza dei legami di coppia che sanno resistere alla ruggine del tempo (“acqua e polvere, diventano cemento, come quando noi due balliamo un lento”). Per gli amanti di Fabi, come me, un piccolo capolavoro.
Mattanza è il contraltare ironico, che la presenza del Re Mida dell’indie Colapesce contribuisce a sottolineare. Una risata seppellirà le lagne dei millennials? “Cosa vuoi di più, da un uomo che non ha fatto la guerra, che non ha mai fallito veramente, che non sa cos’è la sete, ma si sente come un tonno in una rete, ogni giorno una mattanza dentro la sua stanza… Ma che ridere che mi fa.”
Infine, a chiudere, Saremo Giovani, con i Selton, un colorato e festoso pezzo in stile sudamericano, sulla nostalgia per l’età spensierata già sfuggita di mano (“usciremo il martedì senza ingombri nella testa”) con alcuni versi in portoghese a ricordare lontane origini di Bianco.
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Nel gran numero di uscite discografiche italiane che si stanno susseguendo, più o meno importanti o riuscite, le canzoni di Bianco meritano ben più di un momento di attenzione e, speriamo a breve, un passaggio live che le possa valorizzare appieno.
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Last modified: 16 Luglio 2021