La svolta pop della principessa del post-punk di Bristol.
[ 13.01.2023 | Invada | indie rock, post-punk, alt pop ]
L’artista di Bristol, nata a Leicester, avrebbe tutte le carte in regola per farsi madrina di tutta la scena post punk britannica revival almeno nel filone che strizza l’occhio al pop più immediato e di facile ascolto.
Già dal suo esordio omonimo di tre anni fa sembravano chiari i punti di forza di Billy Nomates: un sound incalzante figlio degli anni Ottanta, la voce femminile non troppo stravagante, gradevole e ammaliante, liriche introspettive ma impegnate a modo loro, inserimenti sonori che danzano tra new wave e art punk creando atmosfere quasi surreali e la produzione di Geoff Barrow dei Portishead a fare da garanzia a una sorta di versione rosa degli Sleaford Mods. Da allora, in tre anni, sembrava inevitabile un’esplosione della nostra e invece, già la copertina lascia trasparire una sorta di rinuncia ad alcune delle belle cose di cui sopra per una svolta pop.
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La minimal wave si fa danzereccia, il suono è pulito e il cantato più melodico quasi a rinunciare totalmente all’aspetto post punk. I synth si limitano ad alcune sparute apparizioni distruggendo completamente quella che era una sua eccellenza peculiare e la scelta di puntare a un pubblico più generalista annienta quel dualismo tra luminosità interpretativa e oscurità sonica che tanto piaceva nell’esordio, rendendo tutto più piatto.
Difficile capire perché Billy Nomates abbia abbandonato quasi tutte quelle carte (in regola) di cui parlavamo all’inizio per puntare a essere la versione post punk di Anouk (si scherza). Forse sono le stesse motivazioni che spingono tante piccole band a respingere di essere pienamente se stesse per inseguire un traguardo, un successo dipinto d’oro ma che odora di merda. Oppure c’è solo la voglia di cantare di altro, di evocare altro; forse qualcosa di bello è accaduto a lei in questi tre anni che dividono esordio e Cacti e tutto sommato non è neanche troppo male questo pop al femminile come mi piacerebbe ascoltarlo più spesso.
Ci teniamo i dubbi e aspettiamo la prossima tappa della musicista britannica con qualche altro minuto di Cacti nelle orecchie. Poi torneremo a farci male come piace a noi.
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Last modified: 1 Febbraio 2023