Riuscite a immaginare Cocorosie e Shit & Shine insieme in salsa LGBT?
[ 13.04.2020 | autoprodotto | noise, post industrial, glitch pop ]
Artisticamente giovanissime, le canadesi Devi McCallion e Ada Rook aka Black Dresses giungono, al quarto tentativo, al disco che potrebbe definirsi la loro personale vetta creativa. Partite miscelando elettronica, industrial e rap, il tutto condito da glitch pop, in Peaceful as Hell mantengono intatta questa formula cercando di sfruttare al massimo le voci femminili e l’altalena di sensazioni che questa musica riesce a evocare, ansia confusionaria che si manifesta nel rumore aggressivo ma non violento ma anche tanta passionale introspezione.
Un disco che per com’è costruito non può lasciare spazio a vie di mezzo; se non riesce a farsi amare subito, probabilmente finirete per odiarlo. Sembra un caos raffazzonato senza troppa cura ma se qualcosa è scoccato, capirete che il bombardamento noisy cui sarete sottoposti per quarantasei minuti non è scelta casuale quanto il tentativo di depistarvi e rendervi più arduo il riconoscere la grandezza delle singole canzoni; e, si sa che quando più fatica si fa a conquistare qualcosa, più se ne apprezzerà il valore.
Dentro questo bordello sonico ci sono brani pop che sarebbero potuti uscire dalla mente delle Cocorosie, con l’unica fondamentale differenza che dopo essere state partorite qualcuno deve averle aggredite con sadica passione. Io faccio parte della categoria dei “malati di mente” che non riescono a non apprezzare un disco come questo, anzi, che trovano divertenti e fantastiche, canzoni come PLEASE BE NICE.
Se ne facciano una ragione i detrattori: le Black Dresses sono uniche, nel suono e nello stile ed è una cosa che non si trova spesso nelle nuove uscite e nelle nuove band. Non che questa unicità sia l’unico fattore utile a giudicare con entusiasmo un album ma è qualcosa che non possiamo mettere in un angolo se non vogliamo semplicemente esaltarci per ogni merdata esattamente uguale a tutte le altre che viene tirata fuori ogni giorno. C’è chi ha bisogno di certezze e sicurezza; se è questo il vostro caso, lasciate stare immediatamente perché qui troverete un inferno apocalittico di pesantezze e schizofrenia. Per gli altri, per quelli che non hanno paura di scoprire il loro lato schizoide anche attraverso un disco, andiamo avanti.
Se già vi siete imbattuti in questi abiti oscuri, non farete fatica a riconoscere in Peacefull As Hell un enorme passo avanti, una crescita artistica e una consapevolezza di sé impressionante, delle loro potenzialità di sperimentatrici che già le pone al fianco di colossi come gli Xiu Xiu con cui condividono un certo spirito che va dal depresso e inquietante fino all’astratto esistenziale.
Probabilmente nel casino di questo disco ho finito di incasinarmi anch’io nella recensione; provo allora a fare un sunto. Sintetizzatori, suoni distorti e tanto rumore, elettronica e attitudine punk, industrial e alternative rock con una predilezione per melodie e linee vocali quasi pop/hip hop. Insomma, se riuscite solo a immaginare di mettere insieme Cocorosie e Shit & Shine, sarete vicini a cosa sia questo disco. Un album che non vi dirà di stare calmi sul divano a non fare un cazzo perché con la vostra apatia farete sì che tutto possa andare bene ma vi spingerà oltre il limite dell’esasperazione fino a quando vi ritroverete a scegliere se impazzire o muovere il culo per essere voi quelli che proveranno a rimettere le cose a posto.
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Last modified: 20 Aprile 2020