Ho avuto il piacere e l’onore di seguire il percorso dei Bretus (una band di Catanzaro dedita allo Stoner/Doom) sin dagli albori. Il loro disco d’esordio, In Onirica, è riuscito a suscitarmi parecchio interesse, un lavoro pregno d’oscurità e qualità. Oggi mi ritrovo ad ascoltare The Shadow Over Innsmouth, il secondo album dell’affiatato quartetto. Come dicevo pocanzi ho avuto diverse occasioni di ascoltare l’operato della band, per questo non mi sono certo fermato solo al disco che li ha lanciati ma ho avuto l’opportunità di farmi un parere personale anche con l’ omonimo del 2010 e con lo split con i Black Capricorn. La band ha doti innate, la lezione dei Black Sabbath, dei Saint Vitus e dei Cathedral l’hanno appresa bene, perciò, non è un caso che i loro dischi siano di alto livello. Questo nuovo concept risulta essere una sorta di consacrazione per i Bretus, mostrando una spiccata personalità in un contesto underground dove risulta sempre più difficile mettersi in evidenza. Le otto tracce sono marcate da ottimi giri di chitarra e da un sensazionale basso. Ognuna di esse ha una propria atmosfera, un proprio punto di forza. Personalmente non saprei individuare il pezzo migliore perchè The Shadow Over Innsmouth riesce a farsi ascoltare in un solo colpo. Sembra di seguire un percorso dell’animo in cui è lo stesso disco a dettare i tempi di rabbia e di quiete. Non c’è che dire, questo è sicuramente un altro colpo messo a segno per la Bloodrock Records che, puntualmente, sa individuare e proporre gruppi di alto calibro. Di questo passo la band potrà solo ottenere buoni risultati; sono capaci, volenterosi ma soprattutto amano questo genere e The Shadow Over Innsmouth ne è la dimostrazione.
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Last modified: 20 Febbraio 2022