Terzo capitolo della saga spaziale per i Captain Mantell. dopo “Long way Pursuit” (2007) e “Rest in Space” (2010), arriva “Ground Lift”, personale ed immaginaria interpretazione dell’ultimo ma reale volo del capitano Thomas Mantell, unico caso di un pilota morto all’inseguimento di Ufo nel 1948; vi chiederete il perché di questa scelta!? Bene, diciamo che vista la quasi omonimia con il leader del gruppo, Tommaso Mantelli appunto, la scelta è parsa quasi d’obbligo!!
Nel caso in cui qualcuno di voi, numerosi e affezionati lettori, ancora non li conoscesse, ve li presento subito : trio veneto formato dal sopracitato Tommaso Mantelli (voce,basso,chitarra,synth) alis Captain Mantell, noto ai più come bassista del Teatro degli orrori nel tour “A sangue freddo” (ma questa è tutta un’altra storia e anche voi, dopo aver ascoltato questo disco, potrete dire oltre al Tdo C’E’ DI PIU’!!!), Nicola Lucchese (drum machine,synth,voce) alias Dottor Ciste e Omero Vanin (batteria,synth,voce) alis Sergente Roma .
Negl’anni i nostri capitani hanno avuto le loro soddisfazioni partecipando a vari ed importanti Festival come l’Heineken Jamming (main stage), il Neapolis , il Venice Industries ,il Mei , dividendo il palco con gruppi come Chemical Brother e Klaxons ed ultimo ma solo in ordine temporale, il Sonisphere Festival approdato in Italia quest’anno per la prima volta, con una line up con nomi del calibro di Iron Maiden, Motorhead e Slpiknot ,solo per citarne alcuni.
Bene, ma adesso dopo quest’ ampia presentazione, passiamo all’oggetto del nostro interesse, il disco(!) tredici tracce esplosive che accompagnano, dopo essersi persi nello spazio alla ricerca di oggetti non identificati, “il ritorno e la riscoperta” dei nostri musicisti-astronauti sul pianeta Terra, con pezzi come “Before we Perish“ nonché primo singolo estratto ,che altro non è che un ultimo messaggio di SOS prima dello schianto, ben concretizzato nel relativo video realizzato da Eeviac, o l’attualissima “Mr.B.” forse la canzone più sporca e graffiante di tutto l’album dal basso aggressivo;
Secondo singolo estratto è “Yesterday”( like the Beatles say) con tanto di video dall’aria “ So 60’s “ ambientato in un piccolo club stile newyorkese.. ,ma perché non citare anche l’emblematica “My Personal End of the world” o l’evocativa “Foresteria(Venice-Istanbul) “ ,unico pezzo interamente strumentale denso di synth, suoni e richiami tipici dei Captain Mantell , come del resto lo è anche l’utilizzo della lingua inglese ,che se non bastasse dal solo il sound , dà un quel tocco che caratterizza la loro indiscutibile internazionalità.
In conclusione, se amate la stridulità e le distorsioni dell’elettronica sporcate con sonorità punk caratterizzate da giri di basso a regola d’arte, non potrete non amare questo disco!
- Genere: Elettro/ SpacePunk
- Etichetta: Irma Records / Hypotron
- Voto: 5/5
- Data di uscita: 16 Dicembre 2011
Last modified: 16 Dicembre 2011