Il punk rock è una ragione di vita alla quale ogni singolo individuo può appartenere oppure no, devi averlo dentro senza nessun preciso motivo. Una rivoluzione viscerale che investe l’intestino vomitando sopra tutto quello schifo imbarazzante che cerca di mettere ordine nelle nostre vite. I Deathwood dal centro Abruzzo e precisamente da Raiano AQ dimostrano di essere vivi nonostante la situazione socio/culturale praticamente azzerata della zona di provenienza (che conosco benissimo), praticamente una lotta continua contro il pregiudizio, soltanto la determinazione porterà ad una piccola vittoria (quasi sempre personale). Il punk rock da coraggio. Ecco che i Deathwood registrano il loro omonimo ep d’esordio mettendo subito in prima linea le loro intenzioni horrorifiche di seguaci indiscriminati di quei punkettoni americani dei Misfits, molto elastici nell’esecuzione e dottrinalmente capaci di farsi ascoltare per quello che realmente sono. Un mix ben equilibrato di (hard)rock e metal primordiale in chiave punk. Penserete, che cazzo sarebbe ciò? Avete perfettamente ragione ma la prima impressione è stata realmente quella, di un Bruce Dickinson posseduto da uno dei Ramones, roba da fattoni senza speranza, roba bella da ascoltare. Roba che trivella il pavimento ma parliamo pur sempre di un ep d’esordio e quindi sempre meglio prendere il tutto con le pinze per non rischiare delusioni future, ne abbiamo viste veramente tante in questi anni.
Il sound dei Deathwood non cerca mai di apparire corposo e carico di innovazioni ostentate, il concetto è quello di sentirsi leggeri e incondizionatamente padroni dei propri risultati, apprezzati o meno che siano. Il ritorno a quelle sonorità anni 80 (fine 70) che tanto hanno caratterizzato la scena horror punk soprattutto in America restando vicini al rockabilly più classico.
Bene, let’s go. Cinque pezzi molto tirati ma dai quali spicca notevolmente l’impatto sonoro di The Victim, pezzo simbolo dell’ep del quale (qui sotto) potete vedere anche il video, godetelo interamente nella propria semplicità e non aspettatevi fronzoli intellettuali, stiamo parlando di punk rock. Aspetta, più precisamente di Horror punk. E questa categorizzazione musicale penso non faccia una piega, i Deathwood hanno la capacità di mescolare situazioni al limite del gotico e farle esplodere in puro punk rock, un perfetto mescolare di generi che dimostrano saper fare almeno restando ai cinque pezzi presenti nel ep giunto sotto la nostra attenzione. Una concreta realtà della scena punk italiana, ancora molto piccola ma ben confezionata e dalle grandi possibilità. Bisogna lavorare e coltivare questa passione soprattutto in una terra dove di motivi per andare avanti ce ne sono ben pochi, i Deathwood sono i piccoli porta bandiera di una rivoluzione ancora da scrivere, vivere, combattere. I Deathwood portano dentro la voglia sincera di essere piccoli artisti rivoluzionari in cerca di grandi soddisfazioni.
Deathwood horror punk Misfits Riccardo Merolli
Last modified: 23 Gennaio 2013