Dieci consigli personali su dischi che non sono finiti nella nostra classifica ma che meritano comunque una (o anche più di una) chance.
(in foto: Index for Working Musik)
Una frase che da sempre mi rende felice sentire, in tutte le sue possibili varianti? “Grazie, questo disco che mi hai consigliato mi è piaciuto davvero”. Elargire apprezzate raccomandazioni musicali alle persone a me care è uno dei miei piaceri più grandi nella vita. Ho quindi deciso di stilare per voi una lista di dieci album pubblicati nel 2023 che, pur non essendo riusciti a guadagnare una posizione nella top 50 della nostra redazione, hanno in qualche modo lasciato una consistente traccia nei miei ultimi 365 giorni.
La speranza è che possiate trarne spunto ed eventualmente recuperare qualcosa di piacevole da ascoltare, in attesa di ripartire a pieno regime verso un nuovo, entusiasmante anno di musica.
EXHIBIT – FOLLI REI
[ 20.01.2023 | noise rock | Controcanti ]
“We’re all mad here”, siamo tutti matti qui, dichiara lo Stregatto ad Alice nel celeberrimo romanzo di Lewis Carroll. Benvenuti in un Paese delle Meraviglie fatto di cacofonia noise e, soprattutto, di una dose esagerata di sana follia – il tutto di provenienza sorprendentemente nostrana.
Mi piace pensare che i mantovani Exhibit siano la risposta italiana ai Gilla Band. Opinione che si è ulteriormente rafforzata dopo averli visti suonare dal vivo qualche mese fa, una performance breve ma intensa su un piccolo palco improvvisato fra le mura di un supermercato abbandonato, al Metapalooza Festival di Castel Goffredo (MN). Folli Rei è un debutto già ampiamente maturo, le idee sono chiare e molteplici: sonorità abrasive che sfregano la pelle fino a farla sanguinare, bassi roboanti, nervose chitarre che portano alla nausea come un giro sulle montagne russe. A completare il piatto: liriche distruttive e urlate a squarciagola e persino qualche episodio che esorta a ballare furiosamente (una traccia su tutte? L’ossessiva NIHL).
Insomma, teniamoli d’occhio: cresceranno, si evolveranno, diventeranno inarrestabili.
PURE ADULT – II
[ 27.01.2023 | noise rock, post-punk, experimental | FatCat ]
Model/Actriz e Mandy, Indiana sono già finiti dritti dritti nella nostra top 50 dei migliori album 2023. Se dovessi però consigliarvi un terzo disco per completare le posizioni sul podio dell’anno in ambito noise/post-punk, la mia scelta ricadrebbe senza dubbio sull’esordio in long playing dei Pure Adult.
Le menti di Jeremy Snyder e Bianca Abarca concepiscono un universo parallelo di dissonanze e distorsioni, contrasti melodici e terrificanti incursioni che rendono l’ascolto un vero e proprio viaggio nel cuore di uno degli incubi più paradossali che possiate immaginare.
A dispetto dei suoi quasi trentotto minuti, II è un album che pare infinito, si presenta ostile al primo impatto ma riesce a non annoiare mai, nemmeno per una frazione di secondo, nelle sue incessanti e geniali variazioni di rotta. Potremmo paragonarlo ad una claustrofobica esperienza in una escape room dalla quale si fatica a trovare la chiave d’uscita? Beh, perché no. Tutto sommato, una buona notizia: la permanenza, in questo caso, è assai gradevole.
NO SPILL BLOOD – EYE OF NIGHT
[ 24.02.2023 | synth metal, post-metal | Svart ]
Synth metal, senza l’ombra di una corda di chitarra? Assolutamente sì, grazie. Dopo il debutto su LP datato 2015 – nell’orbita di Sargent House – con il maestoso Heavy Electricity, il trio di Dublino torna a riproporre la propria formula vincente e sempre carica di personalità: un mix micidiale di sludge e industrial, post-metal e doom, noise e punk.
La parola d’ordine di Eye of Night è indubbiamente una sola: crescendo. C’è un climax quasi insostenibile, strisciante, a tratti invadente, che evapora dalle urla dilanianti e dalle linee di basso killer di Matt Hedigan, si infiltra come un gas tossico fra i miracolosi synth di Ruadhan O’Meara, si innalza come un polverone dalla precisione metronomica della batteria di Ror Conaty. Non fatevi ingannare eccessivamente dalle apparenze, è un disco che potrebbe piacere parecchio anche ai meno avvezzi al genere: è teso e mastodontico, ibrido e atipico, e proprio per questo motivo dannatamente accessibile.
HANDS UP WHO WANTS TO DIE – NIL ALL
[ 03.03.2023 | noise rock, post-rock | Human Worth ]
Hands up, who wants to die?! Un verso contenuto in Sonny’s Burning dei The Birthday Party presta il nome a questa interessante formazione stanziata a Dublino, in cui militano membri di Shifting, No Spill Blood e Ten Past Seven.
Nil All – terzo lavoro della band – è un riuscitissimo blend di esplosioni noise e più delicate incursioni post rock, sapientemente miscelate fra armonia e stravolgimento. Una continua alternanza quiet/loud che si sviluppa in moto perpetuo attraverso otto tracce, compatte ed efferate. Ad impreziosire il tutto l’esperienza dell’acclamato produttore John ‘Spud’ Murphy, vero e proprio cultore del drone più oscuro, che trasforma i 37 minuti tondi dell’album in una vera e propria devastante esperienza sonica. Consigliatissimo a chi apprezza il lato più brutale di Melvins, Unsane ed Helmet, ma anche la desaturazione degli astratti paesaggi tracciati dagli Slint.
THE BONK – GREATER THAN OR EQUAL TO THE BONK
[ 12.05.2023 | free jazz, experimental | thirtythree-45 ]
Le calde finiture in legno di un angusto club nascosto e isolato come un bunker, i fumi dei superalcolici che stordiscono i sensi, voci sommesse e indistinte che si mescolano ai suoni provenienti da un palco. Diapositive in bianco e nero, volti e profili, ombre e luci. Non sapere come si è finiti a letto e dormire profondamente per ore ed ore, affogando in una catena di sogni senza apparente significato. Nel complesso e stratificato scenario ideato dai The Bonk, tutto sembra proiettare immagini artefatte, surreali, cinematografiche. Il sound del collettivo irlandese, guidato dal polistrumentista Philip Christie, tende ad un’improvvisazione senza filtri e si snoda in maniera fluida e impavida fra una traccia e l’altra, combinando frammenti di jazz, drone, garage ed elementi psichedelici.
Greater Than Or Equal to the Bonk segue le orme del brillante esordio dell’ensemble, datato 2017: si spera solo che l’attesa di nuovo materiale, al prossimo giro, possa essere più breve. Incrociamo le dita.
MOUNDABOUT – AN CNOC MÓR
[ 04.08.2023 | folk, experimental | Rocket ]
Ancora Irlanda, fortissimamente Irlanda. Il sound dei Moundabout – duo composto da Paddy Shine (Gnod) e Phil Masterson (Los Langeros, Damp Howl, Bisect) – sembra provenire direttamente dalle viscere di una terra umida e profumata, fra echi primordiali e incantatori che confonderanno ogni vostra percezione e vi ripuliranno l’anima come una pioggia improvvisa nel mezzo di una misteriosa foresta. Sei tracce guitar-based cosparse di folk ed elettronica, in un’ottica di sperimentazione elevata alla massima potenza spirituale.
Un album che racchiude al suo interno un legame a doppio filo con una natura pura ed incontaminata, che prende le distanze da ogni fascinazione tecnologica, da ascoltare nella rarefazione di un’alba o di un tramonto. Ottimo per chi stia progettando una futura tappa negli angoli più selvaggi della magnifica isola di San Patrizio, o semplicemente a chi spesso ne sente la nostalgia (non preoccupatevi: va tutto bene, avete la mia più sincera comprensione).
LATHE OF HEAVEN – BOUND BY NAKED SKIES
[ 01.09.2023 | post-punk, goth, new wave | Sacred Bones ]
È mia intenzione proporvi una recensione poco professionale e molto sentimentale per questo disco. Sarà perché è uscito esattamente il primo giorno di settembre, spartiacque universalmente riconosciuto, da molti sentito come il vero primo giorno dell’anno; una data carica di progetti, nuovi propositi, la voglia di ripartire da capo. È ancora estate sul calendario ma il cuore è già volto alla prossima stagione, e allora perché non sciogliersi nel ricordo dolce e amaro di un’estate già passata?
Faccio un salto indietro nel tempo ad una quindicina d’anni fa e ricordo le ultime vacanze trascorse al mare con i miei genitori, le riviste sfogliate sotto l’ombrellone, quando mi sentivo troppo grande per la sala giochi, ma troppo piccola per una sete d’indipendenza che già andava oltre ogni confine. I Joy Division e gli Smiths, scoprire passo dopo passo i cardini di quella che sarebbe stata la mia formazione musicale negli anni a venire. A chi – giustamente – non fosse interessato alle mie nostalgiche vicende personali e si stesse chiedendo come suonano i newyorkesi Lathe of Heaven, lascio qualche parola chiave: Bauhaus, Echo & The Bunnymen. Oscurità, decadenza, contemplazione. Inguaribili anime dark-romantiche, questo è il disco per voi.
NATALIA BEYLIS – MERMAIDS
[ 01.09.2023 | experimental | Touch Sensitive ]
Una tastiera vintage di marca CRB Elettronica, modello Diamond 708 E, trovata casualmente in un centro di riciclaggio di Leitrim, in Irlanda, salvata dal suo triste fato e inaspettatamente destinata ad una seconda possibilità di trovare una nuova vita. Una vecchia fotografia color seppia della propria madre, ritratta sorridente e spensierata su una spiaggia con alcune amiche, che possiamo ammirare in copertina. Alla talentuosa artista Natalia Beylis sono sufficienti due soli elementi, dai quali trarre ispirazione e ricreare sbalorditivi ambienti sonori.
Mermaids, lo annuncia già il titolo stesso dell’album, è popolato da sirene che con i loro incantevoli richiami stimolano memoria e percezioni e riportano alla luce qualcosa che forse giaceva da tempo dimenticato sul fondo di un oceano. Vi possano bastare soltanto i sedici minuti della titletrack per immergervi e perdervi in un magico universo subacqueo, dove ogni pensiero negativo si dissolve lentamente fino a scomparire.
Un disco perfetto per macinare chilometri a piedi su una spiaggia desolata battuta dal vento, in una gelida e grigia giornata invernale.
INDEX FOR WORKING MUSIK – INDEXE’E
[ 06.10.2023 | drone, experimental | Tough Love ]
I nostri lettori più affezionati probabilmente se ne ricorderanno: vi avevamo già parlato del collettivo britannico guidato da Max Oscarnold e Nathalia Bruno, in occasione della pubblicazione dell’interessante album d’esordio in febbraio 2023. A distanza di nemmeno un anno, gli Index For Working Musik fanno ritorno sulla scena con una formazione rimodulata e del nuovo materiale.
Indexe’e è l’altra faccia della medaglia di una band dall’evidente potenziale senza confini, il lato oscuro che ne sviscera l’essenza più dissonante, torbida, ipnotica. Sole quattro tracce interamente strumentali per un totale di trentasei minuti, fra noise e drone, un ascolto da consumare (o che vi consumerà, a voi la scelta) in una stanza buia, rigorosamente ad occhi chiusi. Una vera e propria installazione d’arte contemporanea, sperimentale e misteriosa, magari a tratti incomprensibile, inspiegabilmente affascinante.
DILES QUE NO ME MATEN – OBRIGAGGI
[ 24.10.2023 | experimental, jazz, post-rock | Come Algo ]
Delicato e fragile come una poesia recitata nel buio della notte, a lume di candela, sussurrando piano per non far rumore. Ma anche tortuoso e intricato, come una strada da percorrere a fari spenti, lasciandosi guidare dall’istinto e da un senso di spensieratezza rinnovato, riscoperto. Tutto questo – e molto di più – è Obrigaggi, un prezioso diamante finemente intagliato, dalle mille sfaccettature.
Si tratta del terzo album in studio di questo giovane quintetto proveniente da Città del Messico, che trae il proprio curioso moniker da un racconto breve del connazionale scrittore Juan Rulfo. Dallo slowcore al post rock, dal krautrock alla psichedelia, dal jazz nella sua forma più libera ed improvvisata alla sperimentazione che scava nelle atmosfere più oscure, il tutto impreziosito da una vena lirica potente e autentica.
Praticamente impossibile restare delusi: anche gli ascoltatori dai gusti più esigenti verranno sicuramente soddisfatti.
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Last modified: 4 Gennaio 2024