Gli Elbow sono un gruppo che varrebbe sempre la pena di andare a vedere, lo spettacolo che portano non ha nulla di superfluo, o di sorprendente dal punto di vista scenografico, ma a Guy Gurvey e compagni il cosiddetto companatico non serve. Due ore abbondanti di grande cuore e onestà, sono queste la carte vincenti messe in scena, in un posto che lo stesso Guy definisce uno dei più belli in quale abbia mai suonato.
Due ore che iniziano con il passato di “Any Say Now” e l’intensa “The Bones Of You”. Guy sa davvero essere un frontman eccezionale capace di creare subito con il pubblico, per fortuna sempre attento e ricettivo, un legame emotivo forte e partecipativo. Ogni pausa è un’occasione par raccontare qualcosa sul brano, sull’amore per i dannati treni, sui sentimenti, sulle esperienze celate dietro le note. Una connessione che apre l’animo e il cuore e ti tocca, ti stuzzica, ti ammalia. Impossibile fare a meno di seguire ogni sua indicazione per battere a tempo le mani e i piedi, impossibile distogliere lo sguardo per non rischiare di perdere il ritmo.
Anche la band è in ottima forma, in particolare il chitarrista Mark Potter, al fianco del nostro Guy con le sue chitarre potenti e presenti nei momenti di pathos, ma che al tempo stesso si armonizzano perfettamente con la delicatezza dei violini e delle tastiere, come avviene per la melodica “My Sad Captains”. “Leaders of The Free World” è l’occasione per ricordare Obama e come sembri passato un sacco di tempo da quella visione del mondo, anche se uno dei picchi più alti dell’emozione sentimento arriva con “Switching Off”, in cui dialogo con il pubblico si intensifica e la già immensa empatia creata letteralmente esplode. Il live scivola via benissimo, non sembra nemmeno che il tempo stia scorrendo tra ritmi e trame apparentemente semplici e tentativi di armonizzazioni con il pubblico. Si prosegue con “Magnificent (She Says)” e “MirrorBall” che aprono la strada ad un finale ricco di calore, morbidezza e sentimento con “Little Fiction”, “Kindling” e la struggente “One Day Like This”, che qualche lacrima farebbe anche scendere se il pubblico stanco di crogiolarsi seduto e composto non si fiondasse sotto il palco. Tutti in piedi con la voglia di godere a pieno della musica e lasciarsi andare totalmente con i bis “Station Approach”, “Lippy Kids” e “Ground for Divorce”.
Si conclude così un live che ha inconsapevolmente travolto tutti, lasciando quella sensazione di benessere e serenità che solo la musica fatta e suonata con cuore e le braccia aperte verso gli altri possono lasciare. Avremmo voluto abbracciare quell’orsacchiotto di Guy Gurvey con tutta la forza possibile per averci regalato ancora una volta qualcosa di irripetibile.
Scaletta
Any Day Now
The Bones Of You
Flyboy Blue/Lunette
Head For Supplies
My Sad Captain
Leaders of The Free World
Switching Off
All Disco
Nym
Magnificent (She Says)
MirrorBall
The Birds
Little Fiction
Kindling
One Day Like This
Encore:
Station Approach
Lippy Kids
Grounds For Divorce
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Last modified: 22 Febbraio 2019