Il report dell’ultima serata del festival fiorentino dedicato alle musiche dal mondo.
Il palco che accoglie lo show dei Fanfara Station a Firenze è quello del BUH! Circolo Culturale Urbano, uno spazio giovane venuto alla luce nel quartiere di Rifredi e che dal 2017 si fa promotore delle attività culturali più varie al punto da definirsi, a buon diritto, “un prototipo della Casa del Popolo del futuro”.
È proprio qui che si svolgerà la serata conclusiva di H/EARTHbeat Battiti del cuore e della terra, festival delle musiche del mondo alla sua fortunata prima edizione dedicata al giornalista e direttore del sito ilpopolodelblues.com Michele Manzotti, prematuramente scomparso quest’anno.
In linea col tema del festival e col ricco programma curato dalla direzione artistica di Enrico Romero, con l’intento di mettere insieme culture e linguaggi diversi del mondo invitando artisti esteri ma anche nostrani alle prese con sonorità popolari ed etniche, i Fanfara Station sembrano essere il progetto musicale perfetto per l’occasione. E la serata infatti è molto partecipata. Nel corso del tour mondiale suddiviso in quasi quaranta date, la tappa fiorentina sembra molto ghiotta anche per motivi di prossimità: le loro esibizioni toscane sono piuttosto rare, e non si può davvero mancare.
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Questa sera si festeggia insieme a Gli Anelli Mancanti, il centro interculturale regionale che da oltre vent’anni a Firenze si occupa dell’accoglienza dei cittadini migranti sul territorio, ma soprattutto si omaggia la promozione del secondo ed ultimo disco della band dal titolo Boussadia, concepito a Tunisi e uscito da qualche mese su etichetta Garrincha.
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Tempo dunque di munirsi dei drink in carta del Circolo e facciamo tutti ingresso nel bellissimo teatro dov’è la scena. Ad aprire le danze c’è il cantautore di origini lucchesi Sgrò, anche lui artista di lancio in promozione del disco d’esordio Macedonia. Ma è solo dopo le 22.30 che inizia la vera festa.
I Fanfara Station fanno il loro ingresso sul palco e si scatena il party danzereccio. Il tunisino trapiantato a Napoli Marzouk Mejri e l’americano Charles Ferris ai due rispettivi lati del rettangolo, mentre il dj italiano Marco Dalmasso al centro dietro di loro, a governare la consolle. Sono felici di essere a casa a Firenze, intervallano tra un pezzo e l’altro. Nel frattempo loop station, elettronica e suoni acustici si fondono insieme, proprio come le storie dei tre musicisti tutte diverse ed ugualmente importanti. Ogni componente del trio fa la sua parte umana oltre che strumentale, arricchendo un’esibizione che trova forse proprio nel momento live la sua ragion d’essere più intensa.
Lo show è serrato, ci si muove governati dalle trombe e dai fiati mentre la voce di Marzouk recita i canti del Maghreb. Un’autentica fanfara collettiva in cui partecipano tutti, il pubblico in primis cogli applausi a ritmo e il ballo libero.
Ed infine si chiude in gran bellezza. Dopo oltre un’ora di show la notte del BUH! si conclude con la musica del dj e producer iraniano Saaed Aman dei Bowland, che con la sua selection ispirata continua a farla prendere bene a tutti per lungo tempo. E sarà decisamente meglio trattenersi dentro a ballare come pazzi ancora un po’ infatti, perché fuori imperversa un temporale nebbioso e fa tanto freddo.
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(foto di Stefania Cupillari)
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Last modified: 4 Dicembre 2022