I Fast Animals and Slow Kids sono una band che in pochi anni è riuscita a colpi di stage diving, sudore e chilometri macinati a conquistarsi una bella fetta di pubblico e di cuori. Un’ascesa, partita con l’irruente Cavalli, che non ha mai visto una battuta di arresto o un passo falso da parte della band. La loro anima vera e verace è stata, ed è ancora oggi, uno dei capisaldi del loro successo, una natura che traspare ancora più potente e vivida sul palco durante i live. Forse non è la felicità, in un qual modo interrompe questa irruente cavalcata per lasciare spazio a momenti di riflessione più intima e personale. Un pensiero più maturo e disincantato, ma al tempo stesso più amaro, che lascia libertà di espressione alle diverse anime e influenze del gruppo, senza badare ad alcuna costrizione. Si parla d’amore, del rapporto con gli altri e del tempo che passa portandosi via giovinezza. Il tutto è raccontato con grande capacità e trasporto nonostante uno spesso e pesante velo nostalgico copre in maniera trasversale tutti i brani, lasciando nell’ascoltatore quel nodo allo stomaco che difficilmente ti lascia.
Musicalmente, rispetto ai precedente Alaska, ai muri di chitarre affamate di pogo e ritmiche quasi Hardcore si aggiungono episodi che guardano di più all’Indie Rock nostrano degli anni 90, ricercando una maggiore complessità sia nella costruzione dei brani, sia nelle scelte degli arrangiamenti. Un percorso, giunti a questo punto, necessario, che attinge a piene mani dal percorso fatto finora, ma che prova a sbirciare oltre, verso una sempre maggiore contaminazione tra generi e influenze differenti. Così vicino al Punk tirato e maledetto di “Giorni Di Gloria” e al Grunge della impeccabile “Annabelle” si crea così lo spazio per le chitarre cupe e le atmosfere vagamente Shoegaze di “11 Giugno”, per una quasi ballata con in apertura una intro melodica di pianoforte in “Tenera Età” e il calore degli accenni psichedelici di “Montana”.
Forse Non è La Felicità è la riconferma di un gruppo che ha saputo concentrare gli sforzi e il sudore per ricreare nuovamente la magia del Rock sincero, che scuote le budella e ti fa sentire l’urgenza di urlare e buttarti nella mischia. Un nuovo passo che riesce a mantenere vivo e molto vegeto lo spirito indomito di Aimone e compagni.
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Last modified: 20 Febbraio 2019