Sendorma – Notturno 1.
[ 2017 | Overdub Recordings | Italian Alt Rock ]
L’esordio dei quattro torinesi nati artisticamente circa due anni fa è uscito ad ottobre scorso. Formazione classica, voce, chitarre, basso e batteria con uno stile che definire classico è riduttivo per quanto ricalca con fedeltà la moderna tradizione Alternative Rock tricolore, con testi in italiano realizzati con la collaborazione del poeta Luca Ragagnin – quello che Letizia Bognanni definisce, nel suo libro Albe scure: Sguardi sulla cultura Subsonica, il sesto Subsonica appunto. E non sono certo i testi a fare di questo Notturno 1. un disco tutt’altro che indimenticabile. Non convincono lo stile e la timbrica di Edoardo Pacchiotti, non convincono quegli accenni di Novanta che suonano come reale mancanza di coraggio, non convince la maggior parte dei brani sia nei suoi aspetti melodici sia nel sound complessivo mai in grado di superare certi cliché. Un album che fatica ad avere un perché pur se impossibile da definire superficialmente e semplicemente brutto.
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Kill Your Boyfriend – Ulrich
[ singolo | 2017 | Other Voices Records | Neo Psych, Noise Pop, Shoegaze, Industrial ]
Devo ammettere che i Kill Your Boyfriend sono una delle cose che più mi ha fatto ben sperare nel panorama italiano recente – e chi se ne frega se la loro musica che spazia tra psichedelia, Wave, Shoegaze e Noise poco ha a che vedere con la nostra penisola. Ora i veneti tornano con un singolo di due brani edito dall’etichetta russa Other Voices Records; lato A per la title track, brano ossessivo di derivazione Industrial volutamente disturbante e cacofonico, tutto incentrato sul tema della ricerca del proprio ruolo all’interno della famelica società moderna. Lato B per “Werner”, in realtà complemento del precedente EP Ghosts, trattando anch’esso il tema dei fantasmi, in questo caso degli errori passati, che tornano per soffocarti fino alla morte. Solo un singolo, per il ritorno dei Kill Your Boyfriend, ma era quello che ci voleva per smettere di essere ottimisti e tornare a fare i conti con i nostri incubi.
[ ascolta “Ulrich” | pagina FB ]
Coding Candy – More Than Bits
[ 2017 | autoprodotto | Electro Pop ]
Il nuovo EP dei Coding Candy è una miscela coinvolgente di melodie Pop, Elettronica da dancefloor e attitudine Rock, in perfetta armonia tra analogico e digitale e con svariate incursioni nella Dance anni 90 tanto quanto nella nuova onda d’oltremanica, a dispetto della dilagante rivisitazione degli anni Ottanta ormai piaga dilagante nella nostra penisola. Luigi Cirelli fa le cose per bene e le fa nel più totale spirito diy, ancor più nella sostanza che nella forma, regalandoci momenti in cui i suoni non hanno paura di creare scenari disturbanti pur dentro un sound che ammicca alle nostre prime impressioni. Quattro brani che forse lasciano troppi dubbi per una valutazione completa delle potenzialità di questo progetto e che probabilmente finiscono per presentare reiterazioni e ridondanze eccessive (vedi l’uso di effetti nella voce) ma che, nello stesso tempo, mostrano punti di forza che ci rendono curiosi per quello che i Coding Candy potranno fare in futuro alla musica Elettronica nostrana.
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Deckard – Slope
[ 2017 | T.a. Rock Records | Techno, Minimal ]
Con l’ ‘opinionismo’ musicale ancora alle prese con le classifiche di fine anno, la prima cosa che salta fuori è la quasi totale assenza di taluni generi e stili dalla considerazione generale. È così che troviamo queste chart infarcite di mediocrità e vociare irritante, di colombri e giorgi poi, mentre Metal ed Elettronica (ma non solo) continuano a fare le cose nella maniera migliore possibile, nel disdegno generale di costoro che s’innalzano ad alternativi ma basta non farlo troppo altrimenti i nostri millemila like vanno a farsi fottere. Il nuovo, quarto, album di Deckard è l’ennesima prova della vitalità dell’Italia Elettronica; otto tracce che creano un unico mid-tempo ispirato dalle condizioni precarie del pianeta. Quasi cinquanta minuti di una Techno ridotta ai minimi termini, che spazia dal suono attuale e nordico di Varg o Gas a quello anni 90 quasi ipnotico e futuristico degli Orbital, dal ripetersi ammaliante dei Porter Ricks al suono ansioso e tristemente oscuro dei 2000 di Murcof. Deckard fa centro ancora una volta ed io ne approfitterò a lungo, come spero farete voi, in attesa che qualcuno si accorga del talento prima che sia troppo tardi.
[ ascolta “Synth Ethic Synth” | pagina FB ]
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Last modified: 20 Febbraio 2019