Ryley Walker – Deafman Glance
[ 2018 | Dead Oceans | Psych Country, Alt Jazz ]
Il quinto album in studio del giovane songwriter di base a Chicago si apre con una ballad in ordinario odor di folk come “In Castle Dome” per poi smentirsi subito dopo. La morbidezza dall’estro jazz della successiva “22 Days” è solo un assaggio degli umori che modellano questo Deafman Glance, che significativamente mutua il proprio nome da una pièce teatrale del 1970 in cui si paventa l’idea di un mondo senza suono. Perché in effetti è l’alternanza di pieni e vuoti quello che rende sincero e coinvolgente il cantautorato di Ryley Walker, che quando è inquieto e istintivo come negli arrangiamenti di “Telluride Speed” è di vita vera che sta parlando. Quello che si crogiola tra i fiati e i campionamenti sinistri di “Accommodations” o di “Can’t Ask Why” è un sadcore struggente – complice il timbro di Walker che qui evoca spesso quello di Mark Kozelek – e insieme avanguardistico nel suo modo discreto di rimettere in discussione i dettami di generi estremamente consolidati. Un disco di cui è impossibile stancarsi.
[ ascolta “Telluride Speed” | pagina Facebook ]
Makai – The Comfort Zone
[ 2018 | INRI / Metatron | Elettronica, Alt Folk ]
Un esordio sorprendente quello di Dario Tatoli, producer e polistrumentista che dopo la militanza nei Flowers or Razorwire ha dato vita a un progetto solista che – pur avendo tutte le coordinate giuste per galleggiare nelle tendenze attuali – riesce ad esplicarsi in maniera personalissima in questo suo primo full length. Un’elettronica fluida, matura e curatissima nei dettagli fa da sfondo al suo timbro ovattato e femmineo, intagliando composizioni gentili e piene di carattere. Le atmosfere restano oniriche e viscerali anche quando i ritmi si fanno più decisi (“Hands”), il songwriting è elegante anche nei momenti più danzerecci che rimandano ai The XX (“Missed”) ma la specialità di Makai sono senza dubbio i pattern ricchi ed emozionali di splendide ballate elettroniche come “Fire Fall” e “Clara”.
[ ascolta “Clara” | pagina Facebook ]
Indianizer – Zenith
[ 2018 | Musica Altra / Edison Box | Psych Rock, Tropicalia ]
Lisergici ed energici à la Animal Collective anche in questo secondo album i quattro torinesi Indianizer, ma non solo. Le otto tracce di Zenith raccolgono ispirazioni sonore dai quattro angoli del globo: l’onda lunga e inesauribile degli anni ’70 nell’opener “Dawn”, il misticismo orientale che si riversa in “Get Up!”, i ritmi tribali irresistibili di “Hypnosis”, le esplosioni allucinate e umorali di “Bunjee Ginger”, la bossa elettrificata di “Bidonville”. Nel mentre, una babele di lingue – reali e immaginarie – si srotola su un sound estremamente coinvolgente, che punta tutto su accumulo e attitudine all’improvvisazione. Un lavoro trascinante e godereccio che lascia facilmente immaginare una resa esplosiva in versione live.
[ ascolta “Hypnosis” | pagina Facebook ]
2018 Album Alt Folk alt jazz Animal Collective ascolta Dead Oceans deafman glance Edison Box elettronica Fast Listening Flowers or Razorwire indianizer INRI makai Maria Pia Diodati mark kozelek Metatron musica 2018 musica altra Nuovo album pagina facebook psych country Psych Rock recensione review Rockambula ryley walker the comfort zone The XX tropicalia web Webzine zenith
Last modified: 18 Febbraio 2019