Des Moines – Like Freshly Mown Grass
[ 13.10.2018 | diNotte Records / We Work Records | Alt Folk, Psych Folk ] di Maria Pia Diodati
The prettiest girls in the world live in Des Moines, secondo Kerouac. Un luogo remoto e dalle fattezze imprecisate, che ciò nonostante profuma di mito grazie alla letteratura del secolo scorso, e a stare a sentire questo secondo capitolo in long playing sembra proprio che Simone Romei non avrebbe potuto scegliersi moniker migliore. Dopo l’esordio prodotto da Andrea Rovacchi dei Julie’s Haircut, agli arrangiamenti di Like Freshly Mown Grass c’è anche l’apporto di Egle Sommacal. La materia prima è a stelle e strisce, a partire dalle atmosfere immaginifiche à la John Fahey fino alle più recenti infatuazioni etniche e orchestrali della New Weird America, ma non mancano suggestioni gitane e lunatiche come quelle che animavano l’ultimo Sommacal solista (L’Atlante della Polvere del 2016). Tante le parentesi completamente strumentali, a base di archi lisergici e fingerpicking morbido, sapiente ed elegante. Un lavoro organico e coerente ma mai piatto, che riluce di dettagli: la shruti box che tonifica le linee melodiche della lunga, morbida intro di “Daffodils”, le mandole in “Love In Vain” a far da sfondo esotico al timbro adorabilmente impreciso di Romei. Nulla di nuovo sotto la luce del sole in fin dei conti, ma di una emozionalità genuina e avvolgente come quella di Like Freshly Mown Grass ci sarà sempre un gran bisogno – se non altro, per contraddire quelli che “le chitarre non servono più a nulla”.
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Armata Del Tronto – s/t
[ 19.10.2018 | Costa Klan | Hip Hop ] di Federico Acconciamessa
Esordio discografico per la troupe marchigiana Armata del Tronto che si presenta al grande pubblico con questo primo disco omonimo pubblicato per la Costa Klan Production. La banda formata da Ase, Anter, Sputo, Siero e Talc Beats sforna un disco che accende i riflettori su di loro, con dodici brani che rimarcano in maniera distinta l’attitudine old school e il forte senso di appartenenza per la propria città d’origine, in questo caso Ascoli Piceno come si può evincere dal prefisso telefonico e CAP che danno il nome ad intro ed outro, rispettivamente griffati dagli scratch di gente del calibro di Dj T-Robb e Dj Shocca. Nel mezzo troviamo beat freschi e rime taglienti, citazioni cinematografiche e un’altra incursione di scratch di Dj Shocca in “Una parola, una promessa”. “Mezze verità” è sicuramente tra i brani più riusciti, con quattro diversi tappeti sonori cuciti a misura per i quattro Mcs marchigiani che si alternano al mic. Dopo l’exploit di Claver Gold e il buon operato a livello nazionale della Glory Hole Records, la scena ascolana offre ancora hip-hop di alto livello con questi cinque ragazzi alla loro prima prova discografica. Di certo Armata del Tronto non sarà l’album che cambierà le sorti del rap italiano – e assolutamente non ha questo intento – ma fino a quando un disco come questo rimbomberà forte nelle cuffie di un ragazzino infottato e preso bene l’hip-hop avrà la sua ragione d’esistere.
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Ron Gallo – Stardust Birthday Party
[ 05.10.2018 | New West Records | Rock’n’Roll, Garage, Punk ] di Simona Ventrella
Nel 2017 usciva il suo primo disco, Heavy Meta, e quello che sembrava un innocuo ragazzino dalla chioma impazzita si dimostrava decisamente sopra le righe e maledettamente carico di audacia. Il primo album di Ron Gallo è stato senza dubbio una rivelazione, aveva una carica pazzesca e un animo coraggioso, sfrontato, un po’ confuso, ma di quella confusione rock’n’roll che si fa subito amare. Il secondo disco, in uscita per New West, raccoglie e si carica dell’esperienza live di questi mesi passati in giro per il mondo, mettendo ancora più a fuoco il caos chitarroso di Ron, aggiungendo al garage e al punk i Talking Head, le sonorità rock degli anni 70, qualcosa di Bowie e di psichedelico. Un nuovo viaggio senza freni, sconnesso e frastagliato, che per trentacinque minuti lascia più volte senza fiato: dalla palpitante “Who Are You? Point to it!” alla tirata “Always Elsewhere”, colorata di punk anni 80, senza farsi mancare il garage e le chitarre agitate di “Do You Love Your Company?” e “It’s All Gonna Be OK”. Un miscuglio che ti cattura per la varietà dei suoni, come succede con “I Wanna Die (Before I Die)”, che in poco più di un minuto scatena un delirante hard rock, con il funky di “Love Supreme (Work Together!)” preso in prestito direttamente dai Devo, e con la chiusura dal ritmo maldestro della irriverente “Happy Deathday”. C’è davvero tanto da assorbire ascoltando Stardust Birthday Party. Un disco capace di sorprendere per i mille colpi di scena creativi presenti nei suoni e nelle liriche. Per non parlare delle melodie che virano e giocano su una gamma ampissima di colori, tanto da voler tornare rapidamente all’inizio per un altro giro sulla giostra musicale di Ron Gallo, per sentire cosa ti sei perso la prima volta.
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Last modified: 18 Febbraio 2019