La consacrazione live di una delle band più importanti in circolazione, semplicemente imperdibile.
Diciannove lunghi mesi: tanto è passato dall’ultima volta in cui chi scrive aveva visto in concerto una band straniera. Da allora, tra cancellazioni, posticipi e altre sfortune assortite, il nulla cosmico. Almeno fino allo scorso sabato 6 novembre, quando evidentemente gli astri si sono riallineati e il tutto si è svolto come da programma, come era normale che fosse prima che la pandemia irrompesse nelle nostre esistenze: una band che adori annuncia una data, tu compri il biglietto, ti organizzi, vai al concerto nel giorno prefissato e te lo godi appieno, ti senti vivo. Sembra poco, eppure a volte è tutto.
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La seconda data italiana in assoluto dei Fontaines D.C. è anche l’unica che il quintetto irlandese tiene quest’anno nel nostro paese, prima di tornare a marzo del 2022 in quel di Milano. E, per sgomberare il campo da ogni dubbio, diciamolo subito: è stato un vero trionfo. Tra le band che maggiormente hanno contribuito a definire suoni ed estetica della nuova ondata post-punk degli ultimi anni, il gruppo ha confermato dal vivo tutta la sua potenza sonora e presenza scenica, oltre ad un’attitudine sul palco davvero impagabile.
Forte del grande successo dell’acclamatissimo sophomore A Hero’s Death, uscito lo scorso anno per la Partisan Records e che di fatto ha stupito chiunque per maturità e complessità, il gruppo guidato da Grian Chatten dimostra un’invidiabile padronanza dei propri mezzi e sicurezza di sé, il che stupisce ancor di più se si pensa all’età media dei componenti e ai soli due album all’attivo. Ed è proprio Grian a catturare immancabilmente l’attenzione: sul palco si presenta in tuta e con dei fiori da donare alle prime file, col suo schizofrenico girare in tondo che ormai è diventato un tratto distintivo dei concerti dei Fontaines.
La sontuosa cornice del Teatro Regio di Parma impreziosisce ulteriormente una performance tirata, precisa, senza fronzoli: un’ora esatta di esibizione, sforata grazie ai due brani del bis. Niente pause, solo qualche “grazie” e un “buonasera” sbiascicato da Grian qua e là, e va benissimo così.
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La setlist pesca ovviamente a piene mani dai due dischi della band, con una curiosa prevalenza di brani dal debutto di Dogrel. L’apertura è affidata alla splendida A Hero’s Death, con l’antemico “life ain’t always empty” scandito da Grian che fa subito correre un brivido sulla schiena. Brividi che tornano su I Don’t Belong, perfetto esempio di quanto la musica dei Fontaines D.C. sia intrisa di una malinconia di fondo cupa e affascinante.
La doppietta Hurricane Laughter / Too Real fa tremare il teatro, con la band che sprigiona finalmente tutta la propria irruenza punk e un pubblico in visibilio che a stento riesce a restare seduto sui propri posti. Ne sa qualcosa un manipolo di irlandesi in galleria che a un certo punto molla tutti gli ormeggi e inizia a ballare e a cantare a squarciagola: una di quelle scene che, a viverle oggi, viene quasi da commuoversi.
Le sferzanti linee di basso di Televised Mind precedono la chiusura con la fantastica Boys in the Better Land, tra i brani più famosi del repertorio della band, prima del bis chiamato a gran voce da tutto il teatro: i Fontaines D.C. si congedano con la sempre coinvolgente Liberty Belle, e a quel punto tra i presenti sono pochi quelli rimasti ai propri posti, con la platea divenuta ormai una vera e propria sala da concerto.
I cinque lasciano il palco tra gli applausi scroscianti del pubblico: la prima data del post-pandemia è stata probabilmente ancor più trionfale di quanto ci si potesse attendere, e a questo punto la voglia di vederli in un contesto in cui poter stare piedi ed essere liberi di scatenarsi è quasi irrefrenabile.
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Che i Fontaines D.C. siano una delle più importanti band rock attualmente in circolazione non lo scopriamo certi oggi, ma quel che è certo è che vederli dal vivo è una delle esperienze più elettrizzanti che un appassionato di musica possa attualmente fare. Con buona pace di chi continua a credere che la musica fatta con le chitarre sia ormai morta e sepolta da decenni.
SETLIST
A Hero’s Death
A Lucid Dream
Sha Sha Sha
Chequeless Reckless
You Said
I Don’t Belong
The Lotts
Living in America
Hurricane Laughter
Too Real
Big
Televised Mind
Boys in the Better Land
Encore
Roy’s Tune
Liberty Belle
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Last modified: 21 Gennaio 2022