Il garage psichedelico (o, se preferite, psichedelia garage) in purezza della band californiana è più vivo e incisivo che mai.
[ 01.09.2023 | garage rock, psychedelic rock | Greenway Records / The Reverberation Appreciation Society ]
Frankie and the Witch Fingers e Osees. Ty Segall e Meatbodies. Allah-Las e Hooverii. Flat Worms e Death Valley Girls. La scena garage/psych californiana continua ad essere una fonte inesauribile di musica di qualità, oltre che un innegabile punto di riferimento a livello globale. Un microcosmo sonoro, culturale ed estetico che si fa beffe di tutto ciò che lo circonda e che non ha alcuna intenzione di prestare il fianco a qualsivoglia velleità modaiola.
Sette album pubblicati nell’arco di dieci anni, un filo conduttore che lega saldamente l’esordio del 2013 con Sidewalk a questa nuova fatica.
Sette lavori in studio e mai un passo falso: già questo basterebbe per inserire i Frankie and the Witch Fingers nel novero dei gruppi che potremmo sciorinare quando il benpensante di turno tuona, quasi fosse un novello Savonarola, che il rock è morto (e neanche io mi sento tanto bene, verrebbe da rispondere – questo però ogni tanto è vero).
Data Doom arriva a tre anni di distanza dalla pubblicazione precedente e rappresenta l’esordio per la nuova formazione che, oltre agli immancabili Dylan Sizemore e Josh Menashe, vede l’ingresso di Nikki “Pickle” Smith al basso e Nick Aguilar alla batteria.
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Il brano iniziale Empire sembra proprio condensare alla perfezione le istanze della scena cui si accennava in apertura di articolo. Una mini suite di sette minuti e trenta dal retrogusto prog à la King Gizzard & The Lizard Wizard, in cui massicci riff puramente heavy psych si alternano a sonorità più festaiole e vagamente funk che strizzano l’occhio ai Goat.
Un incipit che mette l’ascoltatore immediatamente a suo agio, la miglior apertura possibile per un disco del genere.
Come già accennato in apertura, la cifra stilistica dei F&TWF va tradizionalmente ricercata nella fusione tra garage e psichedelia, e brani come il singolo Futurephobic ed Electricide (in cui a momenti sembra di sentire un Jay Reatard in versione psych) sono programmatici nel codificare il suono della band.
E in questo senso ancor meglio fa Burn Me Down, imbevuta di fuzz e attitudine punk e forte di un ritornello davvero orecchiabile e convincente. Un pezzo in cui l’accostamento agli Osees (anch’essi freschi di uscita) raggiunge il suo più pieno significato.
Se Syster System riprende in parte quella struttura psych prog che è senza dubbio un tratto distintivo del quartetto di L.A., in Doom Boom ne viene invece esaltata la vena più pop e raffinata, per un brano che viaggia senza fermate lungo tutti i decenni che hanno caratterizzato il gusto psych californiano.
Del resto, quello della psichedelia è di per sé un ventaglio sonoro estremamente colorato e variegato, e i F&TWF confermano una volta di più di saperlo maneggiare con grande maestria e capacità.
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Se però è vero che il meglio è sempre bene tenerselo per la fine, il brano cardine dell’intero lavoro non può che essere la splendida Mild Davis, che, scelta non a caso come primo singolo estratto, riesce mirabilmente nell’intento di coniugare trovate sperimentali e soluzioni orecchiabili.
Un pezzo che, per ammissione della band stessa, si ispira liberamente ai lavori elettrici del Miles Davis settantiano, e che rappresenta la migliore istantanea possibile di ciò che è oggi il gruppo originario dell’Indiana ma ormai californiano di adozione. Garage psichedelico (o, se preferite, psichedelia garage) in purezza.
Data Doom è un album coeso e solido, ma soprattutto coerente: arrivati a questo punto della carriera, i Frankie and the Witch Fingers non puntano certo a compiere chissà quali rivoluzioni copernicane, bensì a consolidarsi ulteriormente come una delle realtà più credibili in ambito alternativo e psichedelico.
E, perché no, anche a fare da apripista a tanti gruppi che da qui in avanti continueranno ad approcciarsi a certe sonorità: con dei maestri del genere, difficile non lasciarsi ispirare a dovere.
La psichedelia forse non salverà il mondo, ma indubbiamente continua a renderlo un posto più divertente.
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Last modified: 23 Settembre 2023